No, it’s not about boredom. Instead, a further thought on the question of who might be upset about low-interest-rate policies. Low policy rates plus quantitative easing have indeed meant much lower interest earnings across the board, and this is a serious hit to the incomes of those who own interest-bearing assets. So who are we talking about?
Yes, there are some middle-class retirees collecting interest on their CDs. But the big losers are people with very high incomes. Again from the Piketty-Saez data, we can track the decline in interest incomes from 2007 to 2011 (measured in 2012 dollars) and compare it with income in 2007 at different percentiles. Here’s what it looks like:
It’s not a big deal for people in the bottom half of the top 10 percent, who might well consider themselves middle class. But among the top 0.01 percent, low interest rates have actually been a bigger income hit than Obama’s tax hikes (partial reversal of Bush cuts plus the ACA surcharge).
You’re living in a fantasy world if you don’t think this has something to do with the diatribes against currency debasement and all that.
Sulla perdita dell’interesse
No, non mi riferisco alla noia. Piuttosto, un ulteriore pensiero sul tema di chi potrebbe essere turbato dalle politiche dei bassi tassi di interesse. Tassi di riferimento bassi in aggiunta alla ‘facilitazione quantitativa’ hanno in effetti comportato in modo generalizzato guadagni molto minori dagli interessi, e questo è un colpo serio ai redditi di coloro i cui asset generano interessi. Dunque, di chi stiamo parlando?
E’ vero, ci sono alcuni pensionati della classe media che raccolgono interessi dai loro ‘certificati di deposito’. Ma coloro che ci rimettono molto sono le persone con redditi molto elevati. Ancora dalle statistiche di Piketty – Saez, noi possiamo seguire il declino dei redditi da interessi dal 2007 al 2011 (misurato in dollari del 2012) e confrontarlo con i redditi nel 2007 per i diversi percentili [1]. Ecco quello che ne deriva:
Non è un grande affare nelle persone della metà superiore del gruppo del 10 per cento dei più ricchi, che possono ben essere considerati classe media. Ma tra i ricchissimi dello 0,01 per cento, i bassi tassi di interesse sono effettivamente stati un colpo maggiore degli aumenti fiscali di Obama (ovvero, della parziale inversione degli sgravi di Bush in aggiunta alla nuova tassazione derivante dalla legge di riforma sanitaria).
Se pensate che tutto questo non abbia niente a che fare con le diatribe sulla svalutazione del dollaro e compagnia cantando, vivete in un mondo di fantasie.
[1] Come si vede i percentili del diagramma riguardano tutti i redditi più elevati, dal 90° percentile al 100° percentile. Essi sono suddivisi in questo modo: dal 90° al 95°; dal 95° al 99°; dal 99° al 99,5°; dal 99,5° al 99,9°; dal 99,9° al 99,99°; dal 99,99° al 100°. L’ultima categoria a destra, dunque, riguarda lo 0,01 per cento dei redditi e subisce una perdita pari al 9 per cento del reddito complessivo.
By mm
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