Jul 30 11:56 am
The Kaiser Family Foundation has a new survey (pdf) on Obamacare in California, and it’s full of remarkably good news. For those who haven’t been following this, CA — with its now-dominant Democratic Party — is where Obamacare was implemented the way it was supposed to be implemented: the website worked pretty well from the beginning, Medicaid expansion was implemented, and the state worked hard on outreach. It was also a place that really needed reform: the uninsured were a high percentage of the population, and an individual market without community rating meant that the mere hint of a preexisting condition was enough to prevent coverage.
So it now appears that most of California’s uninsured — 58 percent of the total, or well over 60 percent of those eligible (because undocumented immigrants aren’t covered) have gained insurance in the first year. Considering the complexity of the scheme, that’s really impressive, and it strongly suggests that next year, once those who missed out have had a chance to learn via word of mouth, California will have gotten much of the way toward universal coverage for legal residents.
But there’s something else the Kaiser report drives home: most of those gaining coverage are doing so not via the exchanges (although those are important too) but via Medicaid. And that’s important as an answer to critics of Obamacare from the left.
There have always been critics complaining that what we really should have is single-payer, and angry that subsidies were being funneled through the insurance companies. And in principle they’re right; the trouble was that cutting the insurers out of the loop would have made the plan politically impossible, both because of the industry’s power and because of the unwillingness of people with good coverage to take a leap into a completely new system. So we got this awkward public-private hybrid, which I supported because it was what we could get and despite its impurity it dramatically improves many people’s lives.
But it turns out that many of the newly insured are in fact being covered under a single-payer system — Medicaid. And as I’ve pointed out before,
Medicaid is actually the piece of the US system that looks most like European health systems, which cost far less than ours while delivering comparable results.
All in all, liberals really should be celebrating. California shows how Obamacare can and should work, and it’s looking pretty good.
Un unico centro di pagamento nascosto
La Fondazione Famiglia Kaiser ha un nuovo sondaggio (disponibile in pdf) sulla riforma sanitaria di Obama in California, ed è pieno di rilevanti buone notizie. Per coloro che non stanno seguendo questa tematica, la California – con il suo oggi dominante Partito Democratico – è il posto dove la riforma sanitaria di Obama è stata messa in atto come si supponeva che dovesse: il sito web (relativo alle iscrizioni) ha funzionato abbastanza bene sin dagli inizi, l’espansione di Medicaid è stata attuata, e lo Stato ha lavorato con impegno nel coinvolgimento sociale. Era anche il posto che davvero aveva bisogno della riforma: i non assicurati erano una percentuale elevata della popolazione, ed un mercato individuale privo di una valutazione del rischio a livello di comunità significava che un mero accenno di preesistenti patologie era sufficiente ad impedire la copertura assicurativa [1].
Dunque, ora si constata che la maggioranza dei non assicurati della California – il 58 per cento del totale, ovvero ben più del 60 per cento degli aventi diritto (perché gli immigranti senza cittadinanza non sono coperti) si sono procurati sin dal primo anno l’assicurazione. Considerando la complessità del meccanismo, che è davvero impressionante, ciò indica con forza che il prossimo anno, una volta che coloro che sono rimasti esclusi avranno avuto la possibilità di comprendere le cose, leggendole o sentendole raccontare, la California avrà fatto gran parte della strada verso la copertura universale dei residenti legali.
Ma c’è qualcos’altro che il rapporto Kaiser fa ben capire: gran parte di coloro che ottengono l’assicurazione lo fanno non attraverso le ‘borse sanitarie’ [2] (sebbene anch’esse siano importanti), ma attraverso Medicaid. E ciò costituisce una risposta importante ai critici di sinistra della riforma della assistenza di Obama.
[3]
Ci sono sempre stati critici che si lamentavano che avremmo dovuto avere un unico centro di pagamenti, e che erano arrabbiati perché i sussidi venivano incanalati attraverso le società assicurative. E in via di principio, avevano ragione; il guaio era che mettere gli assicuratori fuori dal giro avrebbe reso il programma politicamente impossibile, sia per il potere del settore assicurativo, sia per l’indisponibilità delle persone che disponevano di una buona assistenza a fare un salto in un sistema completamente nuovo. Abbiamo dunque avuto questo sgraziato ibrido pubblico-privato, che io ho sostenuto perché era quello che potevamo ottenere e, nonostante la sua impurità, migliora in modo spettacolare la vita di molte persone.
Ma si scopre che molti dei nuovi assicurati vengono di fatto assistiti sotto un sistema con un unico centro di pagamenti – Medicaid. E, come avevo messo in evidenza in precedenza [4]:
“Medicaid è in realtà il pezzo del sistema statunitense che assomiglia maggiormente ai sistemi sanitari europei, che costano molto meno del nostro e ottengono risultati paragonabili.”
In conclusione i progressisti dovrebbero per davvero festeggiare. La California mostra che la riforma della assistenza sanitaria di Obama può e dovrebbe funzionare, e questa sembra un’ottima cosa.
[1] Per “community rating” si intende una valutazione del rischio assicurativo – in questo caso della possibilità media di ammalarsi e di aver bisogno di cure sanitarie – che viene condotta al livello di una intera area geografica o comunità. Con una valutazione di quel genere, che oggi in pratica è imposta dalla legge di riforma, i costi assicurativi calcolati nella definizione delle polizze si distribuiscono per tutta la popolazione, e vige dunque il principio di una sorta di solidarietà tra i più cagionevoli di salute ed anziani, ed i meno cagionevoli e giovani. Ma prima della riforma, l’equilibrio dei costi (a prescindere dai sovraprofitti …) veniva semplicemente messo a carico dei più deboli ed ammalati, e il costo della assicurazione veniva definito sulla base delle patologie preesistenti degli assicurati. Di conseguenza, molti non si assicuravano.
[2] Ovvero, i luoghi – prevalentemente informatici – introdotti dalla riforma, nei quali è possibile comparare le proposte dei vari pacchetti assicurativi, comprendere i meccanismi della riforma, le possibilità di ottenere sussidi etc.
[3] La tabella mostra, che coloro che restano non assicurati (il 42%) si dividono in un 29% di non assicurati che hanno tuttavia diritto ad iscriversi, ed in un 13% che non sono assicurati perché non hanno residenza regolare negli USA. Invece, ben il 25% dei nuovi assicurati sono stati inclusi nel programma Medicaid (a seguito della sua espansione, ovvero dell’ampliamento dei requisiti minimi di reddito di quel programma statale, che riguarda la popolazione povera o con bassi redditi); il 9% – se ben capisco – sono stati coperti da una integrazione di una programma statale californiano; il 12% sono stati coperti da assicurazioni favorite dai datori di lavoro. Gli altri gruppi minori sono meno definibili.
[4] Vedi il post di Krugman del 10 gennaio 2014, tradotto in questo blog.
By mm
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