Aug 1 4:39 pm
The two big achievements of the Obama administration are health reform and financial reform. (Maybe carbon regulation will be added to the list; stay tuned.) For the most part, however, neither has gotten much respect. I think this may finally be changing on health reform, as the evidence piles up for a dramatic improvement in coverage in states that didn’t obstruct the law. But financial reform is still unloved, attacked by the right as anti-business and by the left as too weak to work.
There is, however, an important new GAO report suggesting that reform is mattering a lot on one key hot-button issue: too big to fail. I’m not, however, seeing much clear writing about this; the always excellent Mike Konczal is on the case, but I suspect that most readers won’t know enough about the background to appreciate what’s going on.
So here’s an explanation. If you go back to what happened in 2008, you had a situation in which the impending collapse of some key financial institutions threatened to bring down the whole world economy. So they were bailed out — with many people complaining that the bailouts rewarded bad behavior. Indeed, some people — including me — argued for taking troubled banks into receivership, so that none of the bailout would go to stockholders. But key officials at Treasury argued that they didn’t have the legal authority.
This episode created a concern: now that everyone knew that big financial institutions would be bailed out if they went bad, wouldn’t this (a) give such too-big-to-fail institutions a continuing advantage, because their government guaranteed safety would make them able to borrow cheaply, and (b) encourage irresponsible behavior? And there was a fair bit of evidence for (a): large financial institutions did indeed seem to have a funding advantage.
To deal with this, Dodd-Frank created Ordinary Liquidation Authority, otherwise known as resolution authority — giving the government the legal authority to seize institutions the way it arguably should have in 2008-2009.
But Republican leaders fiercely opposed financial reform — and claimed that resolution authority actually made too-big-to-fail worse, because it institutionalized bailouts. This always seemed implausible; bailouts will happen in crises, one way or another. And if financial reform was a giveaway to the banks, why did Wall Street, which used to look relatively favorably on Democrats, turn overwhelmingly Republican after reform passed?
Still, you’d like some evidence. And GAO has the goods. There was indeed a large-bank funding advantage during and for some time after the crisis, but it has now been diminished or gone away — maybe even slightly reversed. That is, financial markets are now acting as if they believe that future bailouts won’t be as favorable to fat cats as the bailouts of 2008.
This news is part of broader evidence that Dodd-Frank has actually done considerable good, on fronts from consumer protection to bank capitalization. Of course it should have been stronger; and I don’t expect it ever to look as good as Obamacare increasingly does. But claims that it was counterproductive now look like claims that black is white. Are you surprised?
Buone notizie sulla riforma finanziaria
I due grandi risultati della Amministrazione Obama sono la riforma sanitaria e quella del sistema finanziario (può darsi che la regolamentazione sulla anidride carbonica si aggiungerà alla lista; stiamo a vedere). Nella maggioranza dei casi, tuttavia, nessuna delle due ha ottenuto grandi riconoscimenti. Penso che questo, nel caso della riforma sanitaria, stia finalmente per cambiare, dato che si accumulano prove di uno spettacolare miglioramento nella copertura assicurativa negli Stati che non hanno fatto ostruzionismo alla legge. Ma la riforma del settore finanziario resta non amata, attaccata dalla destra in quanto ostile agli affari e dalla sinistra in quanto troppo debole per funzionare.
C’è tuttavia un nuovo resoconto del Government Accountability Office [1] che indica che la riforma sta acquistando molta importanza su un tema fondamentale e molto sensibile: il “troppo grande per fallire”. Tuttavia, non sto leggendo cose molto chiare su questo aspetto; il sempre eccellente Mike Konczal se ne occupa, ma suppongo che la maggioranza dei lettori non conosca gli antefatti al punto da farsi una idea di quello che sta accadendo.
Ecco, dunque, una spiegazione. Se si torna a quello che accadde nel 2008, si aveva una situazione nella quale un imminente collasso di alcuni fondamentali istituti finanziari minacciava di abbattere l’intera economia mondiale. Così avvennero i salvataggi – con molte persone che si lamentarono che i salvataggi premiavano pessimi comportamenti. In effetti, alcuni – compreso il sottoscritto – si espressero per mantenere le banche in difficoltà in amministrazione controllata, in modo tale che nessuno dei benefici andasse agli azionisti. Ma i principali dirigenti del Tesoro sostennero di non averne l’autorità legale.
Quell’episodio creò una preoccupazione: dal momento che tutti sapevano che i grandi istituti finanziari sarebbero stati salvati se fossero finiti in difficoltà, tutto questo non avrebbe: a) fornito a tali istituti “troppo-grandi-per-fallire” un vantaggio permanente, giacché la loro sicurezza garantita dal Governo li avrebbe messi nelle condizioni di indebitarsi in modo conveniente; e b) incoraggiato condotte irresponsabili? E c’erano un bel po’ di prove a proposito del primo aspetto: grandi istituti finanziari in effetti sembrarono avere un vantaggio nei finanziamenti.
Per fare i conti con tutto questo, la Legge Dodd-Frank creò la Autorità per la Ordinaria Liquidazione, anche nota come autorità di risoluzione – che dà al Governo l’autorità legale per prendere possesso degli istituti nel modo in cui probabilmente si doveva fare nel 2008-2009.
Ma i dirigenti repubblicani si opposero accanitamente alla riforma del sistema finanziario – e sostennero che l’autorità di risoluzione avrebbe reso il problema del “troppo-grande-per-fallire” anche peggiore, perché avrebbe istituzionalizzato i salvataggi. Questo è sempre sembrato non plausibile; nel caso di crisi, i salvataggi ci saranno, in un modo o nell’altro. E se la riforma finanziaria era un omaggio alle banche, perché Wall Street, che era solita guardare con un certo favore ai democratici, si spostò massicciamente sui repubblicani, una volta approvata la riforma?
Eppure, sarebbe stata gradita qualche prova. E l’Ufficio della Trasparenza ha oggi le prove buone. C’è stato in effetti un vantaggio di finanziamento nel confronti della grandi banche, durante e per un po’ di tempo dopo la crisi, ma adesso esso è diminuito o scomparso – forse persino leggermente invertito. Vale a dire, i mercati finanziari si stanno ora comportando come se ritenessero che i salvataggi futuri non saranno così favorevoli ai magnati come i salvataggi del 2008.
Questa notizia fa parte di una più ampia testimonianza, secondo la quale la Dodd-Frank ha ottenuto risultati considerevolmente buoni, in materia di protezione dei consumatori e di capitalizzazione delle banche. Naturalmente, avrebbe dovuto essere più energica; né io mi aspetto che essa apparirà mai altrettanto positiva rispetto a quanto, in modo crescente, si manifesta la riforma sanitaria di Obama. Ma a questo punto la pretesa che fosse controproducente sembra essere una negazione dell’evidenza. Siete sorpresi?
[1] Si potrebbe tradurre: Ufficio Governativo della Trasparenza.
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"