Aug 1 10:38 am
The Columbia Journalism Review has more about Stephen Moore’s fact-challenged attempt to demonstrate the virtues of tax cuts, which I wrote about the other day. We learn a bit more about the story — the piece was published because Moore demanded the opportunity to reply to my column about Kansas — which makes it even funnier and more remarkable that he couldn’t be bothered to get the numbers right. Also, my favorite line from the piece:
The original version published in Investor’s Business Daily remains uncorrected as of this writing. (IBD, which identifies Moore as part of its “brain trust,” did not respond to a request for comment.)
There’s more: Moore evidently did not admit error gracefully, instead engaging in a “snippy” exchange in which he protested a column highlighting his errors. And when he did sort of correct what he wrote, he did so not by presenting data over the period he originally claimed to be covering, but by shifting from five-year comparisons to comparisons of job growth since 1990, which (surprise!) do show higher growth in low-tax states.
What strikes me here, again, is the laziness and sloppiness. State job numbers aren’t hard to look up, but apparently that was too much work. Beyond that, it’s obvious that Moore simply doesn’t expect anyone ever to check his facts.
For what it’s worth, I know that there are lots of people gunning for me, and I also work for a publication that takes corrections very seriously — they have to appear in print, in a subsequent column, as well as being appended to the original online. So I supply fact-checking material with every article; these days most of that material is at the links you can see in the online version.
Let me also say that the people who published the piece appear to have been extremely naive. Again, from CJR:
Of course, both Pepper and Brownlee were republishing a piece that had appeared elsewhere first—it was in IBD before the Star—and therefore should have been factchecked already.
“You assume Heritage has edited these pieces too,” Pepper says. “But, lesson learned. There will be no future Heritage pieces published that don’t get thorough factchecking.”
Heritage, factchecking? That is really, really funny.
I fatti hanno ancora …. ebbene, lo sapete [1]
La Columbia Journalism Review ritorna sul tentativo di Stephen Moore di dimostrare, sfidando l’evidenza, le virtù degli sgravi fiscali, sulla quale ho scritto l’altro giorno. Apprendiamo qualcosa in più sulla storia – l’articolo era stato pubblicato perché Moore aveva richiesto l’opportunità di una replica a quello apparso sulla mia rubrica a proposito del Kansas – il che rende anche più divertente e rimarchevole il fatto che non potesse preoccuparsi di ottenere i dati corretti. Inoltre, la frase che preferisco dell’articolo in questione:
“La versione originale pubblicata su ‘Investor’s Business Daily’ resta non corretta, come quella di questo scritto (IBD, che identifica Moore come componente del suo ‘gruppo di esperti’, non risponde ad una richiesta di commento).”
C’è di più: Moore evidentemente non ha ammesso di buon animo l’errore, impegnandosi piuttosto in un brusco scambio nel quale si è lamentato dell’articolo che metteva in evidenza i suoi errori. E quando ha fatto una specie di correzione di quello che aveva scritto, lo ha fatto non presentando i dati sul periodo al quale all’origine aveva sostenuto di riferirsi, ma spostandosi dai confronti sui quinquenni a quelli sulla crescita dei posti di lavoro a partire dal 1990, i quali (sorpresa!) mostrano davvero una crescita più alta negli Stati con le tasse minori.
Quello che in questo caso mi stupisce, ancora una volta, è la pigrizia e la sciatteria. I dati sui posti di lavoro negli Stati non sono difficili da consultare, ma sembra che ci volesse molto lavoro. Oltre a ciò, è evidente che Moore semplicemente non si aspetta che gli altri controllino i suoi dati.
Per quel che vale, io so che ci sono molte persone che mi danno la caccia, e inoltre lavoro per una pubblicazione che consideri le correzioni molto seriamente – nell’articolo successivo, esse devono apparire pubblicate, come se fossero aggiunte all’originale on-line. Dunque, offro con ogni articolo materiale verificabile quanto ai dati; oggi gran parte di quel materiale è nei collegamenti che si possono vedere nella versione on-line.
Lasciatemi anche dire che le persone che hanno pubblicato il pezzo sembrano essere estremamente ingenue. Ancora, dalla Columbia Journalism Review:
“Naturalmente, sia Pepper che Brownlee stavano ripubblicando un articolo che era già apparso altrove una prima volta – era stato sull’Investor’s Business Daily prima che sullo Star – e di conseguenza avrebbe dovuto essere già verificato nei dati.
‘Si consideri’ – dice Pepper – ‘ che anche Heritage aveva già pubblicato questi articoli. Comunque, lezione imparata. Non saranno più pubblicati in futuro articoli provenienti dall’Heritage che non subiscono uno scrupoloso controllo sui dati’”.
Controllo sui dati di Heritage? Questa è davvero, proprio buffa.
[1] La frase intera che Krugman frequentemente adopera è che “i fatti hanno una tendenza di sinistra”.
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"