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Il miracolo di Medicare, di Paul Krugman (New York Times 31 agosto 2014)

 

The Medicare Miracle

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AUG. 31, 2014 Paul Krugman

So, what do you think about those Medicare numbers? What, you haven’t heard about them? Well, they haven’t been front-page news. But something remarkable has been happening on the health-spending front, and it should (but probably won’t) transform a lot of our political debate.

The story so far: We’ve all seen projections of giant federal deficits over the next few decades, and there’s a whole industry devoted to issuing dire warnings about the budget and demanding cuts in Socialsecuritymedicareandmedicaid. Policy wonks have long known, however, that there’s no such program, and that health care, rather than retirement, was driving those scary projections. Why? Because, historically, health spending has grown much faster than G.D.P., and it was assumed that this trend would continue.

But a funny thing has happened: Health spending has slowed sharply, and it’s already well below projections made just a few years ago. The falloff has been especially pronounced in Medicare, which is spending $1,000 less per beneficiary than the Congressional Budget Office projected just four years ago.

This is a really big deal, in at least three ways.

First, our supposed fiscal crisis has been postponed, perhaps indefinitely. The federal government is still running deficits, but they’re way down. True, the red ink is still likely to swell again in a few years, if only because more baby boomers will retire and start collecting benefits; but, these days, projections of federal debt as a percentage of G.D.P. show it creeping up rather than soaring. We’ll probably have to raise more revenue eventually, but the long-term fiscal gap now looks much more manageable than the deficit scolds would have you believe.

Second, the slowdown in Medicare helps refute one common explanation of the health-cost slowdown: that it’s mainly the product of a depressed economy, and that spending will surge again once the economy recovers. That could explain low private spending, but Medicare is a government program, and shouldn’t be affected by the recession. In other words, the good news on health costs is for real.

But what accounts for this good news? The third big implication of the Medicare cost miracle is that everything the usual suspects have been saying about fiscal responsibility is wrong.

For years, pundits have accused President Obama of failing to take on entitlement spending. These accusations always involved magical thinking on the politics, assuming that Mr. Obama could somehow get Republicans to negotiate in good faith if only he really wanted to. But they also implicitly dismissed as worthless all the cost-control measures included in the Affordable Care Act. Inside the Beltway, cost control apparently isn’t considered real unless it involves slashing benefits. One pundit went so far as to say, after the Obama administration rejected proposals to raise the eligibility age for Medicare, “America gets the shaft.”

It turns out, however, that raising the Medicare age would hardly save any money. Meanwhile, Medicare is spending much less than expected, and those Obamacare cost-saving measures are at least part of the story. The conventional wisdom on what is and isn’t serious is completely wrong.

While we’re on the subject of health costs, there are two other stories you should know about.

One involves the supposed savings from running Medicare through for-profit insurance companies. That’s the way the drug benefit works, and conservatives love to point out that this benefit has ended up costing much less than projected, which they claim proves that privatization is the way to go. But the budget office has a new report on this issue, and it finds that privatization had nothing to do with it. Instead, Medicare Part D is costing less than expected partly because enrollment has been low and partly because an absence of new blockbuster drugs has led to an overall slowdown in pharmaceutical spending.

The other involves the “sticker shock” that opponents of health reform have been predicting for years. Bulletin: It’s still not happening. Over all, health insurance premiums seem likely to rise only modestly next year, and they are on track to be flat or even falling in several states, including Connecticut and Arkansas.

What’s the moral here? For years, pundits and politicians have insisted that guaranteed health care is an impossible dream, even though every other advanced country has it. Covering the uninsured was supposed to be unaffordable; Medicare as we know it was supposed to be unsustainable. But it turns out that incremental steps to improve incentives and reduce costs can achieve a lot, and covering the uninsured isn’t hard at all.

When it comes to ensuring that Americans have access to health care, the message of the data is simple: Yes, we can.

 

Il miracolo di Medicare, di Paul Krugman

New York Times 31 agosto 2014

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Dunque, cosa pensate di questi dati su Medicare? Cosa? Non ne avete sentito parlare? Ebbene, non erano notizie sulle prime pagine; ma sta accadendo qualcosa di considerevole sul fronte della spesa sanitaria, e dovrebbe (ma probabilmente non accadrà) trasformare un bel po’ del nostro dibattito politico.

Il racconto sino a questo punto: abbiamo tutti visto le previsioni dei giganteschi deficit federali per i prossimi decenni, e c’è stata una vera e propria attività industriale dedicata a pubblicare terrificanti ammonimenti sul bilancio ed a chiedere tagli sulla “sicurezzasocialemedicareemedicaid”. Gli esperti di politica sapevano da tempo, tuttavia, che non c’è alcun programma del genere, e che la assistenza sanitaria, piuttosto che le pensioni, stavano provocando quelle allarmanti previsioni. Perché? Perché, storicamente, la spesa sanitaria è cresciuta molto più velocemente del PIL, e si considerava che quella tendenza sarebbe proseguita.

Ma è accaduta una cosa curiosa: la spesa sanitaria ha rallentato bruscamente, ed è già ben al di sotto delle previsioni fatte soltanto pochi anni orsono. Il declino è stato particolarmente pronunciato per Medicare, che sta spendendo 1.000 dollari in meno per assistito di quanto il Congressional Budget Office prevedesse solo quattro anni orsono.

Questo è un affare davvero importante, almeno in tre sensi.

Il primo, la nostra ipotizzata crisi fiscale viene rinviata, forse indefinitamente. Il Governo Federale sta ancora realizzando deficits, ma sono il diminuzione. E’ vero, è ancora probabile che in pochi anni i conti in rosso tornino a gonfiarsi, magari perché le generazioni del boom delle nascite andranno in pensione e cominceranno a raccogliere i sussidi; ma, a questo punto, le previsioni del debito federale come percentuale del PIL indicano che sta salendo lentamente, anziché schizzare alle stelle. Probabilmente, alla fine, dovremo raccogliere maggiori entrate, ma il gap a lungo termine della finanza pubblica ora sembra molto più gestibile di quanto le Cassandre del deficit volevano far credere.

Il secondo, il rallentamento di Medicare contribuisce a confutare una spiegazione comune sulla attenuazione dei costi sanitari, secondo la quale sarebbe la conseguenza di una economia depressa, e la spesa tornerebbe a salire una volta che l’economia si sarà ripresa. Questo potrebbe spiegare una bassa spesa privata, ma Medicare è un programma pubblico e non dovrebbe essere influenzato dalla recessione. In altre parole, c’è davvero una buona notizia sui costi della sanità.

Ma a quanto equivale questa buona notizia? La terza implicazione del miracolo del costo di Medicare è che ogni cosa che i soliti noti sono venuti dicendo sulla responsabilità di bilancio si dimostra sbagliata.

Per anni, gli addetti ai lavori hanno accusato il Presidente Obama di un fallimento nell’affrontare il problema della spesa sui diritti sociali. Queste accuse erano sempre dipendenti da una sorta di magica congettura sulla politica, perché si considerava che Obama in qualche modo avrebbe potuto ottenere un negoziato in buona fede con i repubblicani, se solo avesse davvero voluto. Ma esse implicitamente rigettavano come prive di valore tutte le misure di controllo dei costi incluse nella Legge sulla Assistenza Sostenibile. A Washington, il controllo dei costi non è considerato una cosa vera se non comprende il taglio dei sussidi. Un commentatore si spinse sino ad affermare, dopo che la Amministrazione Obama respinse le proposte per elevare l’età di ammissione a Medicare, che “l’America era stata fregata” [2].

Si scopre, tuttavia, che difficilmente elevare l’età della ammissione a Medicare avrebbe fatto risparmiare soldi. Nel frattempo, Medicare sta costando molto meno di quello che ci si aspettasse, e quelle misure di risparmio dei costi della legge di riforma sanitaria di Obama sono almeno una parte della spiegazione. Il senso comune di quello che è o non è serio è completamente arbitrario.

Dato che sono sul tema dei costi sanitari, ci sono altri due racconti che dovreste conoscere.

Uno riguarda i supposti risparmi che deriverebbero dal gestire Medicare attraverso società assicurative a scopo di lucro. E’ quello il modo nel quale funzionano i sussidi farmaceutici, ed i conservatori amano mettere in evidenza che questo sussidio ha finito per costare molto meno del previsto, la qualcosa sostengono dimostri che la privatizzazione è la strada giusta. Ma l’Ufficio del bilancio ha un nuovo resoconto su tale questione, e scopre che la privatizzazione non c’entra nulla. Piuttosto, la Parte D [3] di Medicare sta costando meno delle attese, in parte perché le iscrizioni sono state lente ed in parte perché la assenza di nuovi farmaci di successo ha portato ad un rallentamento generale nella spesa farmaceutica.

Il secondo racconto riguarda la “reazione di sgomento alle nuove polizze” [4] che gli oppositori della riforma sanitaria hanno predicato per anni. Informazione dell’ultim’ora: non c’è ancora stato alcuno sgomento. Soprattutto, le polizze assicurative sembra probabile crescano solo modestamente il prossimo anno, e si indirizzano ad un andamento piatto o persino in caduta in alcuni Stati, compresi il Connecticut e l’Arkansas.

Qual è la morale? Per anni, commentatori ed uomini politici hanno ribadito che la assistenza sanitaria garantita era un sogno impossibile, anche se esiste in tutti gli altri paesi avanzati. Si supponeva che dare assistenza ai non assicurati fosse insostenibile; che Medicare in quanto tale fosse insostenibile. Ma si scopre che, uno dopo l’altro, i passi per migliorare gli incentivi e ridurre i costi possono avere grande successo, e che dare assistenza ai non assicurati non è affatto così difficile.

Una volta accertato che gli americani hanno accesso alla assistenza sanitaria, il messaggio dei dati è semplice: sì, possiamo.

 

 

 

[1] Il logo dei Centri dei Servizi di Medicare e Medicaid.

[2] Sembra che l’origine di “to get the shaft” sia in un senso originario di “the shaft”, che era una fossa verticale nella quale, in carenza di spazi orizzontali, la povera gente veniva seppellita in certi periodi nell’Europa medioevale. Il termine divenne probabilmente sinonimo di ‘destino infausto/fregatura’, perché essere destinati a finire in sepolture del genere era come perdere ogni rispettabilità. Ma “shaft” è ancora la fossa dell’ascensore (che è generalmente verticale, ad eccezione, come fa notare un ignoto partecipante a questi forum linguistici, per l’ascensore della automobile di Mitt Romney, che, nella sua dispendiosa villa che fece molto discutere, sale orizzontalmente nel salotto. Come quella di Batman.)

[3] Ovvero, la parte sulla assistenza farmaceutica.

[4] “Sticker shock” è una espressione idiomatica per la quale mi pare non abbiamo equivalenti: lo “shock da etichetta”. Ovvero, quando, a cose quasi fatte, si scopre il costo di qualcosa. In questo caso, dei premi delle assicurazioni.

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