Aug 2 9:16 am
The right-wing attack on Neil deGrasse Tyson — which has reached a sort of apogee in the National Review cover story — is notable for a number of reasons. What’s especially interesting, as I see it, is the attempt to have it both ways. On one side, there’s the sneering disapproval of anyone who tries to bring facts and evidence into political debate — you think you’re so smart, huh? At the same time, there’s the claim that liberal “experts” are poseurs, not real experts. Hey, we’re not anti-science, not us!
One question you might ask, then, is whether the likes of Mr. Tyson are unrepresentative — whether the predominance of liberals among the nerds one sees in the public sphere is strongly at odds with the political leanings of scientists as a group. Well, we know the answer to that question:
Scientists as a group are, in fact, a lot more liberal and Democratic-leaning than the population as a whole. In fact, in other contexts conservatives use this disparity to attack scientists, or academics in general, for their bias.
So what’s going on here? One simple explanation would be that current Republican doctrine really is anti-science and anti-intellectual, and that scientists are responding to that. But that would, of course, be an unbalanced view. So the right tries to insist both that public figures like Mr. Tyson are poseurs and that there is some kind of conspiracy causing scientists in general have similar views.
How about just using Occam’s razor?
L’antintellettualismo che non osa esporsi
L’attacco della destra su Neil deGrasse Tyson [1] – che ha raggiunto una sorta di apogeo nell’articolo di copertina della National Review – è rilevante per un certo numero di ragioni. Quello che è particolarmente interessante, a mio avviso, è il suo tentativo di avere la botte piena e la moglie ubriaca [2]. Da una parte, c’è la disapprovazione beffarda di chiunque cerchi di addurre fatti e testimonianze nel dibattito politico – pensate di essere così intelligenti? Al diavolo! Allo stesso tempo, c’è la pretesa che gli “esperti” progressisti si atteggino, non siano dei veri esperti. Ehi, non siamo noi contro la scienza, sono gli altri!
Una domanda che ci si può porre, allora, è se i soggetti a cui si riferisce il signor Tyson non siano rappresentativi – se il predominio dei progressisti che si osserva tra le persone competenti nella sfera pubblica sia decisamente agli antipodi degli orientamenti degli scienziati come gruppo. Ebbene, conosciamo la risposta a tale domanda [3]:
Gli scienziati come gruppo sono, di fatto, molto più progressisti e favorevoli ai democratici della popolazione nel suo complesso. Per la verità, in altri contesti i conservatori usano questa disparità per attaccare gli scienziati, o gli accademici in generale, per le loro tendenze.
Cosa sta dunque accadendo in questo caso? Una spiegazione semplice sarebbe che la attuale dottrina repubblicana è effettivamente contro la scienza, e che gli scienziati stanno reagendo. Ma sarebbe, evidentemente, un punto di vista sbilanciato. Cosicché la destra cerca di insistere sia sul fatto che figure pubbliche come il signor Tyson siano degli impostori, sia che ci sia un qualche genere di cospirazione all’origine del fatto che gli scienziati hanno tali punti di vista.
Che dire di usare semplicemente il principio del “rasoio di Occam”? [4]
[1] Neil deGrasse Tyson è un astrofisico e divulgatore scientifico statunitense, attualmente direttore dell’Hayden Planetarium del Rose Center for Earth and Space di New York. Non ho capito bene perché sia finito al centro delle polemiche; parrebbe per alcune sue affermazioni sul crescente clima di scetticismo verso la scienza della destra americana. Una sua battuta che pare abbia particolarmente irritato è stata quella seconda la quale gli alieni avrebbero effettivamente raggiunto il nostro Pianeta, ma avrebbero deciso di non approfondire le ricerche per un evidente difetto di vita intelligente.
[2] Ovviamente è il corrispondente italiano all’idiomatico “averlo in entrambi i modi”.
[3] Il sondaggio dal quale è estratta la tabella successiva è a cura dell’istituto di ricerca PEW Research.
[4] Rasoio di Occam (Novacula Occami in latino) è il nome con cui viene contraddistinto un principio metodologico espresso nel XIV secolo dal filosofo e frate francescano inglese William of Ockham, noto in italiano come Guglielmo di Occam. Tale principio, ritenuto alla base del pensiero scientifico moderno, nella sua forma più immediata suggerisce l’inutilità di formulare più ipotesi di quelle che siano strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno quando quelle iniziali siano sufficienti.
La metafora del rasoio concretizza l’idea che sia opportuno, dal punto di vista metodologico, eliminare con tagli di lama e mediante approssimazioni successive le ipotesi più complicate. In questo senso il principio può essere formulato come segue: « A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire » (Guglielmo di Occam).
Wikipedia.
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