Aug 23 11:10 am
I’m by no means the only person, or even pundit, who sometimes (often) feels that centrists are the craziest people in our political life. Liberals these days rarely stake out really extreme positions (more on that in a minute); conservatives may denounce Obama as a Muslim atheist communist, but at least they know what they want. The really strange people are those who insist that there is symmetry between left and right, that both are equally far out and equally at fault for polarization, and make up all kinds of strange stories to justify this claim.
Barack Obama is, of course, the biggest target of these delusions; it’s really amazing to see pundits accuse him of being chiefly to blame for Republican scorched-earth opposition — you see, he should have used his mystic powers of persuasion to bring them into the tent. But liberal commentators also get hit — usually via gross misrepresentations of what we said. And of course I get this most of all.
Today Jonathan Bernstein leads me to Andrew Gelman, who catches an assertion that I’m all wrong about the difference in conspiracy theorizing between left and right.
What I said was that conspiracy theories are supported by a lot of influential people on the right, but not on the left. They misrepresent this as a claim that most conspiracy theorists are on the right, and point to evidence that “motivated reasoning” is equally common on left and right as proof that I’m wrong.
This is doubly wrong. For one thing — Gelman doesn’t say this as clearly as I’d like — motivated reasoning isn’t the same thing as conspiracy theorizing. Believing that official inflation numbers understate true inflation, based not on understanding the data but on political leanings, is motivated reasoning. Believing that the BLS is deliberately understating inflation and unemployment as a political favor to the White House is a conspiracy theory.
And there’s a big difference even when it comes to conspiracy theorizing between having something believed by some, maybe even a lot, of people and having it stated by influential politicians and other members of the elite.
So how did my claim about elites and conspiracy theories — which I think is very defensible, even obvious — turn into a supposed claim that isn’t defensible, and can be dismissed as foolish? Well, you know the answer: centrists want to believe that liberals are just as bad as conservatives, so they see shrill partisanship even when it’s not really there.
It is, in short, a classic illustration of politically motivated reasoning.
L’attacco dei pazzeschi centristi
Io non sono affatto l’unica persona, persino tra gli esperti, che talvolta (spesso) ha la sensazione che i centristi siano le persone più pazze nella nostra vita politica. Di questi tempi i liberals raramente sorvegliano le posizioni davvero estreme (torno sul tema tra un attimo); i conservatori possono denunciare Obama come un musulmano ateo comunista, ma almeno sanno cosa vogliono. Gli individui davvero strani sono quelli che continuano a sostenere che c’è una simmetria tra sinistra e destra, che sono entrambe egualmente distanti ed egualmente responsabili della polarizzazione, e si inventano le storie più strane per giustificare questa pretesa.
Barack Obama, naturalmente, è l’obbiettivo principale di queste fissazioni; è davvero incredibile vedere i commentatori che lo accusano di essere il principale responsabile della opposizione da terra bruciata della opposizione repubblicana – sapete, dovrebbe usare i suoi poteri mistici di persuasione per tenerli dentro la baracca. Ma i commentatori progressisti non ne sono immuni – di solito attraverso rappresentazioni grossolanamente fuorvianti di quello che dice. E naturalmente io sono quello maggiormente nel mirino.
Oggi Jonathan Bernstein mi indirizza ad Andrew Gelman, che arriva ad asserire che io sbaglierei tutto a proposito della differenza tra sinistra e destra sulle teorie della cospirazione.
Quello che io ho detto è che le teorie sulla cospirazione sono sostenute da una quantità di persone influenti a destra, ma non a sinistra. Costoro deformano tutto questo come una affermazione secondo la quale gran parte dei teorici della cospirazione sono di destra, e si riferiscono al fatto che il “processo alle intenzioni [1]” è frequente sia a destra che a sinistra, come prova del mio errore.
Questo è doppiamente sbagliato. Da una parte – Gelman non lo dice così chiaramente come avrei gradito – il processo alle intenzioni non è la stessa cosa della teoria della cospirazione. Credere che i dati ufficiali sulla inflazione sottostimino l’inflazione reale, basandosi non sulla comprensione dei dati ma sulle tendenze politiche, è un processo alle intenzioni. Credere che l’Ufficio delle Statistiche sul Lavoro stia deliberatamente sottostimando l’inflazione e la disoccupazione per fare un favore alla Casa Bianca è una teoria della cospirazione.
E c’è una bella differenza, persino quando si passa alle teorie delle cospirazione, tra l’aver creduto qualcosa da qualche persona, persino da molte persone, ed averla dichiarata sulla scorta di persone influenti e di altri componenti delle classi dirigenti.
Come è possibile, dunque, che la mia affermazione sulle élite e sulle teorie della cospirazione – che penso sia del tutto giustificabile, persino ovvia – si trasformi in una non giustificabile supposta pretesa, e venga liquidata come una sciocchezza? Ebbene, conoscete la risposta: i centristi devono credere che i liberals sono altrettanto sgradevoli dei conservatori, cosicché possono strillare alla faziosità anche quando non c’è niente del genere.
In breve, si tratta di una classica manifestazione, in termini politici, di un processo alle intenzioni.
[1] Forse sbaglio, ma non trovo altri esempi sull’uso del termine “ragionamento motivato/indotto” nel linguaggio politico angloamericano. E mi pare che l’unico significato dovrebbe essere quello di “un ragionamento che si basa sulle (possibili) motivazioni (altrui)”. Che in questo contesto che si riferisce al tema della intensità e/o faziosità nelle critiche verso gli avversari politici, forse noi chiameremmo “processo alle intenzioni”.
By mm
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