Aug 2 1:00 pm
I figured that I could count on Dean Baker to debunk Larry Kotlikoff’s “Eeek! Debt!” column. But Dean doesn’t go far enough.
What Kotlikoff does is calculate the present discounted value of predicted funding gaps in federal programs, point out that they are really, really big numbers, and declare America bankrupt. As Dean says, this is silly, disingenuous, or both. The US economy is expected to grow a lot in the future; meanwhile, real interest rates are expected to be only slightly above growth rates. So any persistent gap between spending and revenues as a percentage of GDP will be a huge number if converted to present values. However, the present value of expected future GDP is also immense — at least a couple of quadrillion dollars. So is the gap big compared with the resources available to cover it? Kotlikoff gives us no way to judge.
The questions you should ask are how the fiscal path is likely to play out in reality, and what if anything we should be doing now to make the story better.
It’s true that if current policies are continued with no change, we’re highly likely to face an unsustainable fiscal gap — a gap that can’t go on forever — if we look far enough away. Stein’s Law therefore applies: if something can’t go on forever, it will stop. Sooner or later, we will have some combination of benefits cuts and/or revenue increases.
Saying that this means that the United States is bankrupt is hyperbole; more important, it’s not helpful. What, exactly, should we be doing right now?
The answer all the deficit-panic types offer is basically that we must cut future benefits. But why, exactly, is that something that must be done immediately? If you state the supposed logic, it seems to be that to avoid future benefit cuts, we must cut future benefits. I’ve asked for further clarification many times, and never gotten it.
You can argue that it’s better to avoid abrupt changes — to put things on a glide path to sustainability. But that’s a much weaker point than you might expect given all the cries of bankruptcy and crisis.
And Dr. Evil-type invocations of two hundred trillion dollars serve no purpose at all, unless your real goal is to scare people into preemptively dismantling the welfare state.
Quadrilioni di quadrilioni [1]
Mi immaginavo di poter contare su Dean Baker nello smascherare l’articolo di Larry Kotlikoff, della fattispecie: “Oddio” Il debito!”. Eppure Dean non si spinge abbastanza in là.
Quello che Kotlikoff fa è calcolare il presente valore scontato dei previsti divari di finanziamento dei programmi federali, mettere in evidenza che si tratta di numeri per davvero proprio grandi, e dichiarare la bancarotta dell’America. Come dice Dean, è una operazione sciocca, in malafede, o tutte e due le cose. Ci si aspetta che l’economia degli Stati Uniti cresca molto nel futuro; nel frattempi ci si aspetta che i tassi di interesse reali siano solo leggermente sopra i tassi di crescita. Dunque, qualsiasi persistente divario tra la spesa e le entrate come percentuale del PIL sarà un numero enorme, se confrontato con i valori presenti. Tuttavia, anche il valore presente del PIL previsto per il futuro è immenso – almeno un paio di quadrilioni di dollari. Dunque, è confrontabile il grande divario con le risorse disponibili per coprirlo? Kotlikoff non ci offre alcun modo di giudicarlo.
Le domande che dovreste porvi sono come l’indirizzo della finanza pubblica è probabile che si comporti nella realtà, e semmai che cosa si dovrebbe fare per migliorare la situazione.
E’ vero che se le politiche attuali continuassero senza alcun cambiamento, molto probabilmente dovremmo affrontare un buco insostenibile nella finanza pubblica – un buco che non può proseguire all’infinito – se continuiamo a trascurare il problema. Si applica di conseguenza la legge di Stein [2]: se qualcosa non può procedere all’infinito, si fermerà. Prima o poi avremo una qualche combinazione di tagli ai sussidi e/o di aumenti delle entrate.
Dire questo significa che la bancarotta degli Stati Uniti è un’iperbole; ancora più importante, è un concetto inutile. Che cosa, esattamente, si dovrebbe fare a questo punto?
La risposta che offrono tutti i personaggi del ‘panico da deficit’ è che fondamentalmente dovremmo tagliare i sussidi futuri. Ma perché, esattamente, lo dovremmo fare immediatamente? Se stabilite quella presunta logica, la conclusione sembra essere che per evitare futuri tagli ai sussidi, si debbano tagliare i sussidi futuri. Ho richiesto un ulteriore chiarimento molte volte, e non l’ho mai ottenuto.
Potete sostenere che sia meglio evitare cambiamenti repentini – porre le cose su un terreno in discesa di sostenibilità. Ma si tratta di un concetto molto più debole di quello che vi potreste aspettare, considerati tutti gli strepiti di bancarotta e di crisi.
E le invocazioni del genere del Dottor Male sui duecento mila miliardi di dollari non servono proprio a nessuno scopo, a meno che il vostro obbiettivo reale non sia spaventare la gente allo scopo di smantellare preventivamente lo stato sociale.
[1] Un quadrilione è: 1.000.000.000.000.000.000.000.000; ovvero dieci alla ventiquattresima.
[2] Docente all’American Enterprise Institute, fu Presidente del Comitato dei consiglieri economici dei Presidenti Nixon e Ford. E’ scomparso nel 1999.
By mm
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