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Le tendenze del Regno Unito sulla dimensione dello Stato, di Simon Wren-Lewis (da Mainly Macro, 16 settembre 2014)

 

Tuesday, 16 September 2014

UK attitudes on the size of the state

By Simon Wren-Lewis

 

This is a follow up to my post on shrinking the state, but actually it is about something I found when thinking about the Scottish independence referendum, so let me start there. If Scotland votes for independence, it will be because enough Labour voters voted Yes despite Labour’s support for the Union. It seems quite clear from the Scottish Nationalists’ pitch in these closing weeks that the appeal to these voters is that by voting for independence you can ensure you never again have a Conservative government.

Yet there is a puzzle here. England and Scotland are not so different in terms of political attitudes. This is true across a wide range of issues: Scots are only a little more to the left than the English. Furthermore, as John Curtice and Rachel Ormston show here, this difference has not noticeably increased over the last ten years. Let’s focus on the specific issue of the size of the state. Here is the proportion of people who thought taxes should rise to increase spending on health, education and social benefits in each country.

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The proportion is generally higher in Scotland, but not by much, and it has been falling in both countries over the last ten years.

When I saw this data, I wondered about what was missing from the chart. Respondents were given two alternative responses: the level of taxation should be less, or it should stay about the same. Here is the same question for the UK as a whole (source: British Social Attitudes survey).

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The interesting result is how few people want lower taxes – always below 10%. The changes involve shifts between more spending and taxes to no change, rather than to lower spending and taxes.

In terms of movements over time, it is interesting to compare this with data on the levels of UK government spending and taxes, over a longer period than I gave in my previous post.

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If you think about the turn of the millennium as being the end of the Thatcher era, then the Thatcher years saw a reduction in the size of the state, whether measured in terms of taxes or spending. From the previous chart, it looks like this was against popular opinion at the time, because we saw a sustained rise in the proportion of people wanting a larger state in the 1980s. This proportion started falling over the same period that Labour were increasing the level of public spending, which again makes sense. So there is little evidence of a change in public attitudes here: the state was too small in the 1980s and 1990s, and it began to move towards a level the majority desired during the last Labour government. There is absolutely no public mandate for any renewed shrinking of the state.

Which prompted this thought. As public attitudes either side of the border are not so very different, and given these particular attitudes about the size of the state, perhaps the relevant question is not why the Conservatives and UKIP are so weak in Scotland, but why are they so strong in England? As John Ruddy notes here, in the mid 1950s the Conservatives won over 50% of the Scottish vote. What happened since then was not a collapse at the expense of Labour, but at the expense of the SNP and Liberals.

 

Perhaps a better way to start thinking about what has been happening is as follows. The big change over time has not involved public attitudes, but the political position on economic issues of the Conservative Party. Just like the Republicans in the US, it has moved substantially to the right, beginning with Thatcher, and continuing under Cameron. Just as with the Tea Party in the US, there is a sizeable minority that wants to go further. However this rightward shift does not reflect majority opinion, and so when enough alternatives exist – as in Scotland – votes have drifted away from the Conservatives to more moderate centre right parties. In a two party system like the US, or with a voting system that favours the two main incumbent parties like the UK, that cannot happen.

 

Le tendenze del Regno Unito sulla dimensioni dello Stato

Di Simon Wren-Lewis

 

Questo è un seguito al mio post sulla restrizione dello Stato, ma in effetti riguarda qualcosa che ho scoperto nel mentre pensavo al referendum sull’indipendenza scozzese, dunque consentitemi di partire da lì. Se la Scozia voterà per l’indipendenza, sarà per il fatto che un numero sufficiente di elettori del Labour votano per il SI, nonostante il sostegno del Labour all’Unione. Ai nazionalisti scozzesi che si schierano in queste settimane di chiusura, sembra abbastanza chiaro che l’appello a questi elettori è quello che votando per l’indipendenza ci si può assicurare di non aver mai più un Governo conservatore.

Eppure in questo c’è un enigma. L’Inghilterra e la Scozia non sono così diverse, in termini di orientamenti politici. Questo è vero per una ampia gamma di temi: gli scozzesi sono solo un po’ più a sinistra degli inglesi. Inoltre, come Rachel Ormston e John Curtice mostrano in questo studio, questa differenza non è apprezzabilmente aumentata negli ultimi dieci anni. Si guardi al tema specifico della dimensione dello Stato. Ecco il rapporto tra le persone che, in ciascun paese, pensano che le tasse dovrebbero crescere per aumentare la spesa pubblica nella sanità, nell’istruzione e nei sussidi sociali.

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La proporzione è leggermente più alta in Scozia, ma non di molto, ed è diminuita in entrambi i paesi nel corso degli ultimi dieci anni.

Quando ho visto questi dati, mi sono chiesto che cosa quel diagramma non esprimesse. Ai partecipanti al sondaggio venivano date due risposte alternative: il livello della tassazione avrebbe dovuto essere minore, oppure avrebbe dovuto restare lo stesso. Ecco qua la stessa domanda per il Regno Unito nel suo complesso (fonte: studio sugli orientamenti sociali britannici).

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Il risultato interessante è quante poche persone vogliano tasse più basse – sempre al di sotto del 10 per cento. I cambiamenti riguardano spostamenti tra maggiore spesa e tasse immutate, piuttosto che tra minore spesa e tasse.

In termini di spostamenti nel tempo, è interessante confrontare questi dati con i livelli di spesa e di tassazione del Governo del Regno Unito, nel più lungo periodo che ho offerto nel mio post precedente.

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Se si pensa al passaggio del millennio come alla fine dell’era della Thatcher, allora gli anni della Thatcher videro una riduzione nelle dimensioni dello Stato, misurata in termini sia di tasse che di spesa pubblica. Dal diagramma precedente, sembra che questo fosse contro l’opinione pubblica di quel periodo, perché negli anni ’80 si poteva osservare una crescita sostenuta nella proporzione di persone che volevano un Stato più forte. Questa proporzione cominciò a scendere nello stesso periodo nel quale il Labour stava accrescendo il livello della spesa pubblica, ed anche questo ha un significato. Dunque, in questo c’è una piccola testimonianza di un mutamento negli orientamenti dell’opinione pubblica: lo Stato era troppo piccolo negli anni ’80 e ’90, e cominciò a spostarsi verso il livello desiderato dalla maggioranza delle persone durante l’ultimo Governo del Labour. Non c’è in questo alcun mandato per una nuova restrizione delle funzioni pubbliche.

Il che mi ha indotto a questo pensiero. Dato che gli orientamenti pubblici o l’aspetto del limite non sono molto diversi, e date queste particolari inclinazioni sulla dimensione dello Stato, forse la domanda rilevante non è perché i conservatori e l’UKIP siano così deboli in Scozia, ma perché siano così forti in Inghilterra? Come nota John Ruddy in questo articolo, alla metà degli anni ’50 i conservatori prevalevano nel voto scozzese. Quello che accadde da allora non fu un collasso alle spese del Labour, ma alle spese del Partito Nazionale Scozzese e dei Liberali.

Forse, un modo migliore per cominciare a riflettere su quello che è avvenuto è il seguente. Il grande cambiamento nel corso degli anni non ha riguardato gli orientamenti pubblici, ma la posizione politica sui temi economici del Partito Conservatore. Proprio come i repubblicani negli Stati Uniti, essa si è spostata sostanzialmente a destra, a cominciare dalla Thatcher e continuando con Cameron. Proprio come il Tea Party negli Stati Uniti, c’è una considerevole minoranza che vuole andare oltre. Tuttavia questo spostamento a destra non riflette l’opinione della maggioranza, e dunque quando esistono alternative sufficienti – come in Scozia – gli elettori si sono allontanati dai conservatori a partiti più moderati di centrodestra. In un sistema a due Partiti come quello degli Stati Uniti, o con un sistema elettorale che favorisce i due principali partiti in carica, come nel Regno Unito, questo non può aver luogo.

 

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