Blog di Krugman

Cosa non è la stagnazione secolare (27 ottobre 2014)

 

Oct 27 5:49 am

What Secular Stagnation Isn’t

Et tu, Gavyn? In the course of an interesting piece suggesting that there has been a sustained slowdown in the trend rate of growth, Gavyn Davies declares that

Some version of secular stagnation does seem to be taking hold.

He later acknowledges that there are different meanings assigned to the term; but it’s really important not to feed the confusion. To the extent that secular stagnation is an important and perhaps shocking concept, it really has to be distinguished from the proposition that potential growth is slowing down. What I wrote:

For those new to or confused by the term, secular stagnation is the claim that underlying changes in the economy, such as slowing growth in the working-age population, have made episodes like the past five years in Europe and the US, and the last 20 years in Japan, likely to happen often. That is, we will often find ourselves facing persistent shortfalls of demand, which can’t be overcome even with near-zero interest rates.

Secular stagnation is not the same thing as the argument, associated in particular with Bob Gordon (who’s also in the book), that the growth of economic potential is slowing, although slowing potential might contribute to secular stagnation by reducing investment demand. It’s a demand-side, not a supply-side concept. And it has some seriously unconventional implications for policy.

This is a really important distinction, because secular stagnation and a supply-side growth slowdown have completely different policy implications. In fact, in some ways the morals are almost opposite.

If labor force growth and productivity growth are falling, the indicated response is (a) see if there are ways to increase efficiency and (b) if there aren’t, live within your reduced means. A growth slowdown from the supply side is, roughly speaking, a reason to look favorably on structural reform and austerity.

But if we have a persistent shortfall in demand, what we need is measures to boost spending — higher inflation, maybe sustained spending on public works (and less concern about debt because interest rates will be low for a long time).

So please, let’s not confuse these issues. This isn’t some academic quibble; we’re trying to understand what ails us, and saying that high blood pressure and low blood pressure are more or less the same thing is not at all helpful.

 

Cosa non è la stagnazione secolare

“Et tu”, Gavyn? Nel corso di un interessante articolo che indica come ci sia stato un prolungato rallentamento nel tasso tendenziale di crescita, Gavyn Davies afferma che:

 

“Una qualche versione della stagnazione secolare sembra proprio stia facendo presa.”

 

Egli successivamente riconosce che al termine vengono assegnati significati diversi; ma è realmente importante non alimentare la confusione. Nella misura in cui la stagnazione secolare è un concetto importante e forse impressionante, esso deve essere effettivamente distinto dalla affermazione secondo la quale la crescita potenziale sta diminuendo. Scrissi questo a proposito:

“Per coloro che sono nuovi o incerti dinanzi al termine, la stagnazione secolare è la tesi che cambiamenti profondi nell’economia, come una rallentamento nella crescita della popolazione in età lavorativa, hanno reso probabile che episodi come quello dei cinque anni passati in Europa e negli Stati Uniti, e degli ultimi 20 anni in Giappone, accadano di frequente. Ovvero, ci ritroveremo spesso a fronteggiare persistenti cadute della domanda, che non possono essere superate neppure con tassi di interesse vicini allo zero.

La stagnazione secolare non è la stessa cosa della tesi, associata in particolare a Bob Gordon (anch’esso tra gli autori del libro [1]), che la crescita del potenziale economico stia rallentando, sebbene il rallentamento del potenziale potrebbe contribuire alla stagnazione secolare riducendo la domanda di investimenti. E’ un concetto dal lato della domanda, non dal lato dell’offerta. Ed ha alcune implicazioni seriamente non convenzionali per la politica.”

 

Si tratta di una distinzione davvero importante, perché la stagnazione secolare ed il rallentamento della crescita dal lato dell’offerta hanno implicazioni politiche completamente diverse. Di fatto, in qualche modo le loro morali sono quasi opposte.

Se stanno calando la crescita della forza lavoro e della produttività, le risposte appropriate sono: a) vedere se ci sono modi per accrescere l’efficienza, e b) se non ci sono, vivere con mezzi ridotti. Un rallentamento della crescita dal lato dell’offerta è, per dirla semplicemente, una ragione per guardare con favore a riforme strutturali ed all’austerità.

Ma se si ha una persistente caduta nella domanda, ciò di cui c’è bisogno sono misure per incoraggiare la spesa – una inflazione più elevata, magari sostenuta dalla spesa in opere pubbliche (e minori preoccupazioni sul debito, perché i tassi di interesse saranno bassi per un lungo periodo).

Dunque, per favore, non confondiamo queste tematiche. Non si tratta di un cavillo professorale; stiamo cercando di capire cosa ci fa star male, e dire che l’alta pressione o la bassa pressione arteriosa sono più o meno la stessa cosa non è proprio utile.

 

 

[1] Il libro a cui si riferisce è un lavoro collettaneo pubblicato sul blog Vox, nel quale compare anche un breve saggio di Krugman qua tradotto (Quattro osservazioni sulla stagnazione secolare, di Paul Krugman – da “Stagnazione secolare: fatti, cause e rimedi”, VoxEU. Agosto 2014)

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