Oct 4 10:25 am
At the end of 2013 I wrote a post titled “Bitcoin is evil,” riffing off Charlie Stross’s “Why I want Bitcoin to die in a fire.” Charlie and I both keyed in on the obvious ideological agenda: Bitcoin fever was and is intimately tied up with libertarian anti-government fantasies.
So how’s it going? Bitcoin prices are down by two-thirds from their peak, and Izabella Kaminska, who has stayed with the subject, finds the sad story of a gullible rube who appears to have impoverished himself by believing in the hype. She comments:
Some extremely wealthy libertarians have a lot to answer for if these sorts of ppl lose all due to believing in them
But this is nothing new. Back in 2012 Rick Perlstein published an eye-opening piece titled The Long Con, in which he documented the close association that has always existed between right-wing organizing and direct-mail commercial scams — in fact, it’s pretty much impossible to tell where one ends and the other begins. Send us money to keep Obama from imposing Sharia law; invest in this sure-fire scheme to profit from the coming hyperinflation. Was Glenn Beck selling paranoid politics or Goldline? Yes.
Bitcoin may be sold as a technical marvel, and it does indeed solve an interesting information problem — although it’s not at all clear whether solving that problem has any economic value. But the psychology and sociology of the phenomenon are the same old same old.
Il lungo imbroglio nascosto
Alla fine del 2013 scrissi una nota dal titolo “Il Bitcoin è il male”, rimuginando sulle parole di Charlie Stross: “Perché voglio che il Bitcoin finisca in un falò”. Sia Charlie che io ci riferivamo ad una evidente matrice ideologica: la febbre del Bitcoin era ed è intimamente collegata con le fantasie libertariane [1] ed anti-governamentali.
Cosa sta succedendo, dunque? I prezzi del Bitcoin sono scesi di due terzi dal loro punto più alto, e Izabella Kaminska, che è rimasta sul tema, scopre la triste storia di un ingenuo sempliciotto che sembra essersi impoverito con il credere in quella pubblicità. Lei commenta:
“Alcuni libertariani estremamente ricchi avrebbero molto da dire, perché le sorti di questa povera gente che perde tutto deriva dall’aver creduto in loro.”
Ma in questo non c’è niente di nuovo. Nel passato 2012 Rick Perlstein aveva pubblicato un pezzo illuminante dal titolo ‘Il lungo imbroglio’, nel quale documentava la stretta connessione che c’è sempre stata tra organizzazioni della destra e truffe commerciali tramite avvisi pubblicitari per posta – di fatto, è quasi impossibile dire dove finiscano le une e comincino le altre. Dateci soldi per impedire che Obama imponga la legge della sharia; investite in questo progetto sicuro per avvantaggiarvi dalla iperinflazione in arrivo. Glenn Beck [2] vendeva una politica paranoide oppure faceva pubblicità alla Goldline [3]? Entrambi.
Il Bitcoin può essere rivenduto come una meraviglia della tecnologia, e in effetti esso risolve un interessante problema di informazione – sebbene non sia affatto chiaro se risolvere quel problema abbia un qualche valore economico. Ma la psicologia e la sociologia del fenomeno sono quelle che sono sempre state.
[1] Per il concetto di “libertariano” vedi le note sulla traduzione alla voce Ayn Rand.
[2] Un conduttore radio televisivo della destra americana, pare particolarmente spericolato.
[3] Una associazione internazionale che parrebbe specializzata in questi raggiri “caritatevoli”.
By mm
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