Blog di Krugman

La civiltà delle lagne (18 ottobre 2014)

 

Oct 18 9:08 am

The Civility Whine

At this point in the great inflation-deflation debate, a lot of what the inflationistas have to say takes the form of whining about the rudeness of their critics — of course, me in particular. I would say that this is a de facto confession that they’ve run out of substantive defenses for their position — although I guess I would say that, wouldn’t I?

But there’s something else you should know: the inflation derpers aren’t just ignorant about monetary policy, they also don’t understand the rules of argument. In particular, the constant complaint about “ad hominem” attacks shows that they don’t know what that means.

I think the Wikipedia definition is pretty good: an ad hominem is

a form of criticism directed at something about the person one is criticizing, rather than something (potentially, at least) independent of that person.

So if, for example, somebody discussing my views on monetary policy refers to me as “Enron consultant Paul Krugman”, that’s ad hominem. But if I say that inflationistas have been

bobbing and weaving, refusing to acknowledge having said what they said, being completely unwilling to admit mistakes.

that’s really not ad hominem; I’m attacking how these people argue, not their personal attributes.

What about the lexicon we’ve developed over the course of the past few years — zombies, cockroaches, confidence fairies, derp? These are all terms directed at arguments, not people; no, I didn’t call Olli Rehn a cockroach, just his historically ignorant assertion that Keynes wouldn’t have called for fiscal stimulus in the face of high debt.

The point is that at no point, as far as I know, have I relied on personal attacks as a substitute for substantive argument. I never accuse someone of practicing derp without showing that he is, indeed, practicing derp.

Still, why use such colorful language? To get peoples’ attention, of course, and to highlight the sheer scale of the folly. And it’s working, isn’t it?

Now, the people who make zombie arguments and engage in derp feel deeply insulted by all of this. But if you’re going to engage in public debate, with very real policy concerns that affect the lives of millions at stake, you are not entitled to have your arguments treated with respect unless they deserve respect.

One more thing: I also don’t think that the derp brigade understands what it means to argue from authority. When I say that you shouldn’t opine on monetary policy unless you’re willing to invest some time on understanding the monetary debate, I am saying exactly that. I’m not saying that you need a Ph.D. or a chair at a fancy university; I’m saying that you need to do your homework.

In a better world, none of this would be relevant. Policy disputes would be based on defensible, well-informed positions, on which reasonable people could disagree, and people who were proved wrong would acknowledge that fact and revise their views. Also, everyone would get a pony.

 

La civiltà delle lagne

A questo punto nel grande dibattito su inflazione-deflazione, molto di quello che i fissati dell’inflazione hanno preso a dire ha preso la forma di una lagna sulla asprezza dei loro critici – naturalmente, del sottoscritto in particolare. Direi che di fatto si tratta della confessione di essere rimasti senza difese sostanziali della loro posizione – anche se suppongo sarei io a dirlo, non è così?

Ma c’è qualcos’altro che si deve sapere; gli sciocchi [1] dell’inflazione non solo sono ignoranti di politica monetaria, neppure capiscono le regole della argomentazione. In particolare, la lamentela costante sugli attacchi “ad hominem” dimostra che non sanno neppure cosa significhi.

Penso che la definizione di Wikipedia sia abbastanza buona: un “ad hominem” è:

“una forma di critica indirizzata verso qualcosa che riguarda la persona che viene criticata, anziché (almeno virtualmente) verso qualcosa che è indipendente da quella persona.”

Così, se ad esempio qualcuno che discute le mie opinioni si riferisce a me come “Paul Krugman, consulente della Enron [2]”, quello è un “ad hominem”. Ma se io dico che gli inflazionisti sono stati

“a cincischiare, rifiutando di riconoscere di aver detto quello che avevano detto, essendo del tutto indisposti ad ammettere errori”

Questo, per la verità, non è “ad hominem”; io sto attaccando come questa gente argomenta, non le loro caratteristiche personali.

Che dire del lessico che abbiamo sviluppato nel corso degli ultimi anni – zombi, scarafaggi, fate della fiducia, stupidotti? Sono tutti termini che si riferiscono agli argomenti, non alle persone. Io non ho definito Olli Rehn uno scarafaggio, mi sono solo riferito al suo giudizio storicamente infondato, secondo il quale Keynes, a fronte di un debito elevato, non si sarebbe pronunciato a favore di misure di sostegno pubblico.

Il punto è che da nessuna parte, per quanto ne so, mi sono basato su attacchi personali in sostituzione di argomenti sostanziali. Non ho mai accusato nessuno di praticare la stupidità senza mostrare che, in effetti, ne stava facendo uso.

Inoltre, perché usare un tale linguaggio colorito? Per provocare l’attenzione delle persone, naturalmente, e mettere in luce la pura e semplice dimensione della follia. E funziona, non è vero?

Ora, le persone che avanzano argomenti zombi e si impegnano in stupidaggini si sentono profondamente insultate da tutto ciò. Ma se avete intenzione di impegnarvi in un dibattito pubblico, con concretissimi interessi politici che interessano le esistenze di milioni di persone che sono in ballo, non avete diritto a veder trattati con rispetto i vostri argomenti se essi non lo meritano.

Una cosa ancora: io penso che la brigata degli stupidotti non comprenda neppure cosa significhi argomentare su basi di autorevolezza. Quando dico che non si dovrebbero fare congetture sulla politica monetaria se non si è disponibili ad investire un po’ di tempo nella comprensione del dibattito monetario, non sto dicendo altro che quello. Non sto dicendo che c’è bisogno di un dottorato o di una cattedra in una università di prestigio; sto dicendo che c’è bisogno di fare i compiti a casa.

In un mondo migliore, niente di questo sarebbe rilevante. Le dispute politiche sarebbero basate su posizioni giustificabili ed aggiornate, sulle quali le persone ragionevoli potrebbero non concordare, e chi fosse trovato in errore riconoscerebbe il fatti e modificherebbe i suoi punto di vista. E ognuno avrebbe in regalo un trenino![3]

 

 

[1] “Derper” – il sostantivo di “derp” –  è spiegato nella nota sul post precedente.

[2] Nel passato Krugman svolse una attività di consulenza per la società Enron, che fu oggetto di varie critiche. La multinazionale americana, infatti, fallì nel 2011 e l’improvviso crollo del valore delle sue azioni danneggiò gravemente i suoi dipendenti, che ne possedevano. Non danneggiò invece i dirigenti, che le vendettero tutte per tempo.

[3] Nel senso che un mondo del genere appare utopistico. Quanto al regalo, un pony evidentemente non è un trenino, ma i cavallini da noi non sono frequenti come regali ai bambini.

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