Nel Medio Evo, quando si chiamava la gente a raccolta per una nuova crociata, la gente rispondeva con il grido "Dio lo vuole!". Ma, a giudicare dagli esiti di varie crociate, non sembra che si sapesse cosa Dio effettivamente voleva. Lo stesso accade oggi con le grida "Il mercato lo vuole!". Di fatto i mercati di questi giorni, più ancora quelli che decidono dei tassi di interesse che quelli azionari, mostrano di temere la debolezza dell'economia e la deflazione, non si aspettano che l'inflazione cresca, vorrebbero una conveniente superiore spesa pubblica, soprattutto in infrastrutture. Questo dicono i mercati europei, ad esempio quelli dei bond francesi, che non sono intimoriti da alcun default in Francia, semmai sono intimoriti dalla stagnazione europea. Dunque, attenti a chi grida "Il mercato lo vuole!". E' solo un modo per costringerci a fare quello che vogliono loro.
[1] Depressione Minore sta a significare la crisi di questi anni, che è anche definita Grande Recessione. Quella degli anni ’30 è invece chiamata Grande ...
[1] La disoccupazione è sull’asse orizzontale, l’inflazione su quello verticale.
[1] Sul significato di “freshwater” e “saltwater” nella storia del dibattito economico americano, vedi le note sulla traduzione. [2] Ovvero, gli economisti neoclassici. [3] Il ...
[1] Jean Tirole è nato in Francia nel 1953 ed è laureato in ingegneria, i suoi studi sull’analisi sul funzionamento e la regolazione dei mercati ...
Ancora una volta l'economia del mondo sembra andare al peggio: l'epicentro è ancora l'Europa, ma la cosa riguarda anche le econome emergenti e segnali spiacevoli vengono pure dagli USA. In sostanza, entrammo nella crisi per un eccesso di debiti, soprattutto nel settore privato. Per anni si era ricorsi ai prestiti, e si erano concessi, con spensieratezza; poi la musica cambiò. La corsa di tutti contemporaneamente alla riduzione del rapporto di indebitamento portò alla recessione. Nella storia in genere si è risposto a questo genere di crisi alleviando una parte dei debiti. Quando ci è ostinati nel non farlo - come nell'Inghilterra dopo la Prima Guerra Mondiale - i problemi si sono aggravati, perchè il debito che si rimuove con i tagli e con l'austerità, cresce anche di più, in rapporto al PIL, per l'andamento negativo delle economie. Dunque, era scritto. Eppure siamo di nuovo a quella lezione e forse non basterà neppure una recessione in Germania per ottenere un ripensamento.
[1] “Ordoarithmetic” è anche il titolo di un recente post di Krugman, del primo ottobre. Se “ordo”, nel neologismo, è utilizzato nel senso di un ...
[1] Rudiger “Rudi” Dornbusch (Krefeld, 8 giugno 1942 – Washington, 25 luglio 2002) è stato un economista tedesco. Ha studiato all’Università di Ginevra ed ha ...
Continua la riduzione del deficit del Governo federale americano, che nell'anno fiscale passato si è fermato al 2,8 per cento del PIL. Ma non se ne parla, e gli americani - come risulta da un sondaggio - non lo sanno. Come per i risultati della riforma sanitaria di Obama, la cosa dipende in primo luogo dal fatto che i media 'spettacolarizzano' i guai e censurano le novità positive. Eppure, non sono passati molti anni che le Cassandre del deficit descrivevano una situazione terribile. Si era quasi arrivati al punto di dover subire la loro agenda di tagli alle pensioni e di smantellamento della assistenza sanitaria pubblica agli anziani, nelle forme nelle quali oggi funziona. Perchè chi strepitava tanto sui pericoli del deficit non saluta questa come una buona notizia? In realtà, costoro amano i deficit in crescita, perchè sono il pretesto per attaccare i diritti sociali.
[1] Il costo opportunità in economia è il costo derivante dal mancato sfruttamento di una opportunità concessa al soggetto economico. Quantitativamente, il costo opportunità è ...
[1] La tabella mostra gli equilibri del conto corrente dei tre paesi, dal 1999 al 2013. In economia il “conto corrente” è una delle due ...
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