Blog di Krugman

Quando le banche non sono il problema (27 ottobre 2014)

 

Oct 27 6:05 am

When Banks Aren’t The Problem

OK, an admission: Sometimes it seems to me as if economists and policymakers have spent much of the past six years slowly, stumblingly figuring out stuff they would already have known if they had read my 1998 Brookings Paper (pdf) on Japan’s liquidity trap. For example, there’s been huge confusion about whether Ricardian equivalence makes fiscal policy ineffective, vast amazement that increases in the monetary base haven’t led to big increases in the broader money supply or inflation; yet that was all clear 16 years ago, once you thought hard about the Japanese trap.

And now here we go with another: the role of troubled banks. Europe has done its stress tests, which aren’t too bad; but now we’re getting worried commentary that maybe, just maybe, a clean bill of banking health won’t stop the slide into deflation.

Folks, we’ve been there; in the 90s it was conventional wisdom that Japan’s zombie banks were the problem, and that once they were fixed all would be well. But I took a hard look at the logic and evidence for that proposition (pp. 174-177), and it just didn’t hold up.

I know, I know — blowing my own horn, and all that. But if I am not for myself, who will be for me? And in any case, it has been really frustrating to watch so many people reinvent fallacies that were thoroughly refuted long ago.

Oh, and if people had read my old stuff they might have managed to avoid embarrassing themselves so much in open letters to Bernanke and suchlike.

 

Quando le banche non sono il problema

Lo ammetto: qualche volta mi sembra che gli economisti e gli uomini politici abbiano speso gran parte di questi anni ad immaginarsi, lentamente e con non pochi inciampi, cose che avrebbero già conosciuto se avesse letto il mio saggio alla Brookings del 1998 (disponibile in pdf) sulla trappola di liquidità giapponese. Per esempio, c’è stata una grande confusione sul fatto che l’ “equivalenza ricardiana” [1] renda la politica della finanza pubblica inefficace, una vasta sorpresa che gli incrementi nella base monetaria non abbiano portato ad una grande crescita della più generale offerta di denaro o all’inflazione; tuttavia era già tutto chiaro 16 anni fa, una volta che si fosse riflettuto con impegno sulla trappola giapponese.

Ed ora ci ripetiamo con un’altra questione: il ruolo delle banche in difficoltà. L’Europa ha fatto i suoi stress test, che non sono così negativi; ma adesso abbiamo commenti preoccupati secondo i quali forse, solo forse, un certificato di buona salute sulle banche non fermerà lo scivolamento nella deflazione.

Signori, è una questione già nota; negli anni ’90 il punto di vista convenzionale diceva che le banche zombi del Giappone erano il problema, e che una volta che fossero state messe a posto sarebbe andato tutto per il meglio. Ma io esaminai con impegno tale concetto, alla luce della logica e dei fatti (pagg. 174-177 del saggio), e proprio non stava in piedi.

Non ce bisogno che me lo diciate – mi vanto sempre delle mie cose, e così via. Ma se non faccio un po’ di propaganda a me stesso, chi me la farà? E in ogni caso, è stato davvero frustrante osservare tanta gente reinventare sbagli che erano stati scrupolosamente confutati molto tempo fa.

Infine, se le persone avessero letto quel mio studio di un tempo avrebbero cercato di evitare di infilarsi in cose talmente imbarazzanti come le lettere aperte a Ben Bernanke, e cose simili.

 

 

[1] Per una spiegazione del termine, vedi “ricardian equivalence” sulle note della traduzione.

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