Blog di Krugman

I rendimenti dei bond nell’area euro (27 novembre 2014)

 

Nov 27 3:37 pm

Euro Bond Yields

The turkey gobblers aren’t here yet, so let’s take a moment to note the record lows being hit in European bond markets:

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10-year bond yields

As many people have pointed out, those ultra-low German rates are about weakness, not strength — basically, the market is pricing in many years of a depressed euro area economy with very low inflation (the implied expected inflation rate from index bonds is around 0.7 percent over the next five years.)

But the number that really jumps out at me here is France, with borrowing costs at a historical record low under 1 percent. And that is very interesting indeed.

After all, not very long ago we were being assured that France was on the edge of fiscal meltdown, that it was ready to become another Italy or Spain. Here’s a sample.

It turns out, however, that even Italy and Spain weren’t the next Italy and Spain — most of the spike in their borrowing costs was about self-fulfilling panic, which went away once the ECB started doing its job. And France is now paying only a small spread against Germany. It’s true that the French economy is sluggish — but a lot of that is because of the austerity imposed to head off an imaginary fiscal crisis.

What you see, above all, is that Greece — which exerted immense influence as a supposed template for what was going to happen to everyone — was and is sui generis. (What’s the Greek for that?) Europe’s problem isn’t fiscal, and never was.

 

I rendimenti dei bond nell’area euro

I maschi dei tacchini non sono ancora sul tavolo [1], dunque consentitemi in un attimo di notare il punto più basso nelle serie storiche raggiunto sul mercati dei bond europei:

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Rendimenti dei bond decennali

 

Come molti hanno sottolineato, questi tassi tedeschi bassissimi indicano debolezza, non forza – fondamentalmente il mercato sta stimando molti anni di una economia depressa nell’area euro con una inflazione molto bassa (l’inflazione attesa implicita nei tassi dai bond indicizzati è attorno allo 0,7 per cento nei prossimi cinque anni).

Ma il dato che realmente mi salta agli occhi in questo caso è quello della Francia, con costi di indebitamento ai minimi storici sotto l’1 per cento. E in effetti quel dato è molto interessante.

Dopo tutto, non sono passati molti mesi da quando ci veniva assicurato che la Francia era sull’orlo di un collasso della finanza pubblica, che era pronta a diventare un’altra Italia o Spagna. In questa connessione un esempio [2].

Si scopre, tuttavia, che persino l’Italia e la Spagna non erano quei paesi che ci si aspettava – gran parte dell’aumento dei loro costi di indebitamento dipendeva da una panico che si autoalimenta, che è scomparso una volta che la BCE ha cominciato a fare il suo lavoro. E la Francia sta oggi pagando solo un modesto differenziale rispetto alla Germania. E’ vero che l’economia francese è fiacca, ma gran parte di questo dipende dall’austerità che è stata imposta per sventare una crisi immaginaria della finanza pubblica.

Quello che si osserva, soprattutto, è che la Grecia – che aveva esercitato una immensa influenza come immaginato modello di quello che stava per succedere a tutti – era ed è un caso sui generis (cosa ne hanno avuto in cambio i Greci?). Il problema dell’Europa non era di conti pubblici, e non lo era mai stato.

 

 

[1] La “Festa del Ringraziamento” si celebra negli Stati Uniti il quarto giovedì del mese di novembre, dunque il 27 del novembre scorso. Perchè i tacchini debbano essere ‘maschi’ (“gobbler”) non saprei dire.

[2] Il riferimento è ad un articolo di John Mauldin apparso il 25 agosto scorso su Business Insider.

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