Nov 21 4:36 pm
In early December I’m supposed to talk at a Columbia conference on inequality and its consequences, and one issue I’ll have to address is the ongoing question of whether rising inequality makes countries more vulnerable to financial crises, makes it harder to recover from such crises, or in some other way degrades performance.
I’ve been wary of this line of argument, in part because it appeals so much to my general leanings: inequality worries me a lot, and it would be great if it was bad on the macro side too. So I bend over backwards not to buy into that proposition too easily.
And I continue to be skeptical, in part because there have been some pretty bad crises with lousy recoveries in countries that don’t have a lot of inequality. Consider, in particular, the post-1990 Swedish slump, brought on by runaway deregulated banks and a real estate bubble (sound familiar), taking place in a society with very low inequality. How did that compare with the US experience after 2007? Actually, they were very close:
I’ve included the LIS estimates of inequality as measured by the Gini coefficient for the relevant period; Sweden in the early 1990s had very low inequality, but nonetheless basically ran a dress rehearsal for the Great Recession and aftermath.
Just one piece of evidence. But I’m still having trouble with this one.
Ineguaglianza e crisi: lo scetticismo scandinavo
Agli inizi di dicembre è previsto che parli in una conferenza alla Columbia sull’ineguaglianza e le sue conseguenze, ed un tema del quale mi dovrò occupare è la perenne domanda se la crescente ineguaglianza renda i paesi più vulnerabili alle crisi finanziarie, se renda più difficile riprendersi da tali crisi, o se in qualche modo peggiori le loro prestazioni.
Sono stato diffidente rispetto a questo genere di argomenti, in parte perché fanno molto leva sui miei orientamenti generali: l’ineguaglianza mi preoccupa molto, e sarebbe fantastico se essa fosse negativa anche sotto l’aspetto macroeconomico. Cosicché faccio il possibile per non appagarmi di quell’idea troppo facilmente.
E continuo ad essere scettico, in parte perché ci sono state alcune crisi piuttosto negative con miserabili riprese in paesi che non avevano molta ineguaglianza. Si consideri, in particolare, le recessione svedese dopo gli anni ’90, provocata da banche senza regole fuori controllo e da una bolla immobiliare (suona familiare), che ebbe luogo in una società con una ineguaglianza molto bassa. Cosa accadde allora, al confronto con l’esperienza egli Stati Uniti dopo il 2007? In effetti, esse sono assai vicine:
Ho incluso le stime del PIS sull’ineguaglianza come misurate dal coefficiente Gini per periodi rilevanti; la Svezia nei primi anni ’90 aveva una ineguaglianza molto bassa, nondimeno sperimentò una prova generale per la Grande recessione e le sue conseguenze.
E’ solo il pezzo di un testimonianza. Ma continua a darmi problemi.
By mm
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