Blog di Krugman

Ancora sulla politica della spesa pubblica al livello inferiore dello zero (27 dicembre 2014)

 

Dec 27 9:12 am

Fiscal Policy at the Zero Lower Bound, Again

Hmm. For a moment there I thought David Beckworth and I had reached a common understanding of the role and limitations of monetary policy at the zero lower bound. Leave aside Fed purchases of unconventional assets; we agree, I think, that conventional open-market operations are ineffectual in a liquidity trap unless the increase in the monetary base is perceived as permanent. As I explained, that’s why I pushed for a fiscal response in 2009; I didn’t believe that the Fed was ready to make a credible announcement of a regime change, so I didn’t believe monetary policy could get much traction.

But now Beckworth argues that the same logic means that fiscal policy would be ineffective too absent regime change. I think this is wrong, and would urge him to reconsider.

Beckworth:

But why do we think that fiscal policy would work any better given the Fed’s dedication to its low inflation target? For example, if the U.S. Treasury Department sent $5000 checks to every household and if they began to spend it as many helicopter drop advocates claim they would, then we would begin to see inflation go up. And at that point the Fed would tighten policy and snuff out the recovery. The response from the ECB to a similar helicopter drop in the Eurozone would be even more forceful.

OK, let’s think about this. What Beckworth seems to be saying is that the Fed and the ECB are at their inflation target, and would therefore tighten policy if the economy were to expand and inflation to rise. But they aren’t at their inflation targets! The Fed has been below target for a number of quarters; the ECB is way below target. And don’t say that the failure to raise inflation rates shows that they must be happy with where they are. The whole point of our previous discussion has been that monetary policy is ineffective under zero-interest conditions unless you are willing to change regimes, that is, accept higher inflation over a fairly long period. If you aren’t willing to do that, the central bank loses traction today and is unable to correct low inflation.

It seems to me that we’re seeing some backsliding here into the notion that the central bank can always hit whatever nominal GDP target it wants. No, it can’t, unless it is willing to make a long-term regime change.

Wait, there’s more. Even if the Fed or the ECB did for some reason tighten in the face of fiscal expansion, it would be a temporary tightening — and I thought we’d just agreed that temporary monetary changes don’t matter at the ZLB.

So I think the logic is all wrong here. Monetary policy at the ZLB requires a perceived regime change to be effective, fiscal policy doesn’t — in fact, fiscal policy works better if people believe that it’s temporary, and will end when the economy recovers.

I’m willing to concede that the politics of fiscal policy have proved worse than I could have imagined. But that’s a very different issue.

 

Ancora sulla politica della spesa pubblica [1] al livello inferiore dello zero

Uhm. Ad un certo punto, per un momento avevo pensato che David Beckworth ed io avessimo raggiunto una intesa sul ruolo e sui limiti della politica monetaria al livello inferiore dello zero (dei tassi di interesse). Lasciamo da parte gli acquisti da parte della Fed di asset non convenzionali; siamo d’accordo, credo, che le operazioni convenzionali a mercato aperto sono inefficaci in una trappola di liquidità, a meno che l’incremento nella base monetaria sia percepito come permanente. Come ho spiegato, quella era la ragione per la quale spingevo per una risposta in termini di spesa pubblica nel 2009; non credevo che la Fed fosse capace di avanzare un annuncio credibile di cambiamento del programma di fondo, di conseguenza non credevo che la politica monetaria potesse ottenere molta trazione.

Ma ora Beckworth sostiene che la stessa logica comporta che anche una politica che utilizzi lo strumento della finanza pubblica sarebbe inefficace in assenza di un cambiamento del programma di fondo. Penso che questo sia sbagliato e vorrei spingerlo ad una riconsiderazione.

Scrive Beckworth:

“Ma perché dobbiamo pensare che la politica della spesa pubblica funzionerebbe un po’ meglio, considerato l’impegno della Fed sul suo obbiettivo di bassa inflazione? Per esempio, se il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti avesse spedito assegni da 5000 dollari a tutti i proprietari di case ed essi avessero cominciato a spenderli come molti sostenitori della distribuzione dei soldi dagli elicotteri [2] sostengono che farebbero, allora avremmo cominciato a vedere l’inflazione salire. E a quel punto la Fed avrebbe provocato una restrizione e spento la ripresa. La risposta della BCE ad una tale ‘distribuzione dagli elicotteri’ sarebbe stata anche più energica.”

Va bene, riflettiamoci. Quello che Beckworth sembra stia dicendo è che la Fed e la BCE sono al loro livello di inflazione desiderato, e di conseguenza restringerebbero la loro politica se l’economia stesse per espandersi e l’inflazione stesse per salire. Ma esse non sono ai loro livelli obbiettivo! La Fed è stata sotto l’obbiettivo per un certo numero di trimestri; la BCE è assai al di sotto dell’obbiettivo. E non si dica che l’incapacità ad elevare i tassi di inflazione mostra che devono accontentarsi di quello che hanno. Il punto di fondo della nostra precedente discussione è stato che la politica monetaria è inefficace al di sotto di un interesse zero a meno che non si sia disponibili a modificare il programma di fondo, vale a dire ad accettare una inflazione più elevata per un periodo discretamente lungo. Se non si è disponibili a ciò, la banca centrale perde trazione nell’immediato ed è incapace di correggere la bassa inflazione.

In questo modo, a me sembra che stiamo assistendo ad una sorta di scivolamento all’indietro al concetto secondo il quale la banca centrale può sempre raggiungere l’obbiettivo di PIL nominale che desidera. No, non può, a meno che non sia intenzionata ad operare un mutamento di lungo periodo nel suo programma fondamentale.

Un momento, c’è di più. Anche se la Fed per qualche ragione operasse una restrizione a fronte di una espansione della finanza pubblica, sarebbe un restrizione temporanea – ed io pensavo che avessimo precisamente convenuto che cambiamenti monetari temporanei sono inefficaci, al livello inferiore dello zero.

Dunque, penso che in questo caso la logica sia del tutto sbagliata. La politica monetaria in condizioni di livello inferiore dello zero richiede che il cambiamento del programma di fondo sia percepito come efficace, la politica della spesa pubblica non lo richiede – di fatto, la politica affidata alla finanza pubblica funziona meglio se le persone credono che sia temporanea, e che finirà quando l’economia si riprende.

Sono disponibile ad ammettere che la politica dell’uso della finanza pubblica si sia mostrata peggiore di quello che potevo immaginare. Ma questa è tutt’altra questione.

 

 

[1] Sulla ragione per la quale traduco il termine “fiscal con “relativo alla finanza pubblica”, oppure, quando il significato più diretto è quello, “della spesa pubblica” si veda alle note sulla traduzione.

[2] L’immagine paradossale, ma non del tutto, venne per primo usata dall’economista Milton Friedman, ed era una semplificazione dell’idea monetarista secondo la quale un incremento della base finanziaria, addirittura ottenuto con la distribuzione gratuita di valore monetario, avrebbe l’effetto di contrastare la deflazione.

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