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I Democratici contro la riforma, di Paul Krugman (New York Times 4 dicembre 2014)

 

Democrats Against Reform

DEC. 4, 2014

Paul Krugman

z 259

 

 

 

 

 

 

 

 

It’s easy to understand why Republicans wish health reform had never happened, and are now hoping that the Supreme Court will abandon its principles and undermine the law. But it’s more puzzling — and disturbing — when Democrats like Charles Schumer, senator from New York, declare that the Obama administration’s signature achievement was a mistake.

In a minute I’ll take on Mr. Schumer’s recent remarks. But first, an update on Obamacare — not the politics, but the actual policy, which continues to rack up remarkable (and largely unreported) successes.

Earlier this week, the independent Urban Institute released new estimates of the number of Americans without health insurance, and the positive results of Obamacare’s first year are striking. Remember all those claims that more people would lose coverage than would gain it? Well, the institute finds a sharp drop in the number of uninsured adults, with more than 10 million people gaining coverage since last year. This is in line with what multiple other estimates show. The primary goal of health reform, to give Americans access to the health care they need, is very much on track.

And while some of the policies offered under Obamacare don’t offer as much protection as we might like, a huge majority of the newly insured are pleased with their coverage, according to a recent Gallup poll.

What about costs? There were many predictions of soaring premiums. But health reform’s efforts to create meaningful competition among insurers are working better than almost anyone (myself included) expected. Premiums for 2014 came in well below expectations, and independent estimates show a very modest increase — 4 percent or less — for average premiums in 2015.

In short, if you think of Obamacare as a policy intended to improve American lives, it’s going really well. Yet it has not, of course, been a political winner for Democrats. Which brings us to Mr. Schumer.

The Schumer critique — he certainly isn’t the first to say these things, but he is the most prominent Democrat to say them — calls health reform a mistake because it only benefits a minority of Americans, and that’s not enough to win elections. What President Obama should have done, claims Mr. Schumer, was focus on improving the economy as a whole.

This is deeply wrongheaded in at least three ways.

First, while it’s true that most Americans have insurance through Medicare, Medicaid, and employment-based coverage, that doesn’t mean that only the current uninsured benefit from a program that guarantees affordable care. Maybe you have good coverage now, but what happens if you’re fired, or your employer goes bust, or it cancels its insurance program? What if you want to change jobs for whatever reason, but can’t find a new job that comes with insurance?

The point is that the pre-Obamacare system put many Americans at the constant risk of going without insurance, many more than the number of uninsured at any given time, and limited freedom of employment for millions more. So health reform helps a much larger share of the population than those currently uninsured — and those beneficiaries have relatives and friends. This is not a policy targeted on a small minority.

Second, whenever someone says that Mr. Obama should have focused on the economy, my question is, what do you mean by that? Should he have tried for a bigger stimulus? I’d say yes, but that fight took place in the very first months of his administration, before the push for health reform got underway. After that, and especially after 2010, scorched-earth Republican opposition killed just about every economic policy he proposed. Do you think this would have been different without health reform? Seriously?

Look, economic management is about substance, not theater. Having the president walk around muttering “I’m focused on the economy” wouldn’t have accomplished anything. And I’ve never seen any plausible explanation of how abandoning health reform would have made any difference at all to the political possibilities for economic policy.

Finally, we need to ask, what is the purpose of winning elections? The answer, I hope, is to do good — not simply to set yourself up to win the next election. In 2009-10, Democrats had their first chance in a generation to do what we should have done three generations ago, and ensure adequate health care for all of our citizens. It would have been incredibly cynical not to have seized that opportunity, and Democrats should be celebrating the fact that they did the right thing.

And one related observation: If more Democrats had been willing to defend the best thing they’ve done in decades, rather than run away from their own achievement and implicitly concede that the smears against health reform were right, the politics of the issue might look very different today.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I Democratici contro la riforma, di Paul Krugman

New York Times 4 dicembre 2014

E’ facile capire perché i repubblicani vorrebbero che la riforma sanitaria non ci fosse mai stata, e ora stiano sperando che la Corte Suprema abbandoni i suoi principi e metta a repentaglio la legge [1]. Ma è più misterioso – e allarmante – quando democratici come Charles Schumer, senatore eletto a New York, dichiarano che il risultato distintivo della Amministrazione Obama è stato un errore.

Tra un attimo verrò alle recenti osservazioni del signor Schumer. Ma anzitutto, un aggiornamento sulla riforma della assistenza di Obama – non sul dibattito tra i politici ma sulla riforma in quanto tale, che continua a mietere successi considerevoli (e largamente trascurati dall’informazione).

Agli inizi di questa settimana l’indipendente Urban Institute ha rilasciato nuove stime sul numero degli americani privi di assicurazione sanitaria, ed i risultati positivi del primo anno della riforma sono impressionanti. Vi ricordate tutte quelle affermazioni secondo le quali ci sarebbero state più persone che avrebbero perso l’assicurazione di quante l’avrebbero ottenuta per la prima volta? Ebbene, l’istituto scopre una brusca caduta nel numero degli adulti non assicurati, con più di dieci milioni di persone che l’hanno acquisita dall’anno passato. Questo è in linea con quello che mostrano molteplici altre stime. Siamo ormai sulla strada di raggiungere l’obbiettivo primario, dare agli americani accesso alla assistenza sanitaria di cui hanno bisogno.

E, secondo un recente sondaggio di Gallup, se alcune delle polizze offerte per effetto della riforma di Obama non offrono quella protezione che si potrebbe desiderare, un’ampia maggioranza dei nuovi assicurati è soddisfatta della loro copertura assicurativa.

Cosa dire dei costi? C’erano molte previsioni di premi che sarebbero saliti alle stelle. Ma gli sforzi della riforma di creare una significativa competizione stanno andando in modo migliore di quello che quasi tutti (compreso il sottoscritto) si aspettavano. Le polizze del 2014 sono finite assai più in basso delle aspettative, e stime indipendenti mostrano un incremento molto modesto – del 4 per cento o meno – per i premi medi del 2015.

In breve, se si pensa alla riforma di Obama come una politica intesa a migliorare le vita degli americani, sta andando bene per davvero. Tuttavia essa non è stata, evidentemente, per i democratici un fattore politico vincente. La qualcosa mi porta al signor Schumer.

La critica di Schumer – egli non è certamente il primo a dire queste cose, ma è il democratico più eminente a farlo – definisce la riforma sanitaria un errore perché porta benefici solo ad una minoranza di americani, e non è sufficiente a vincere le elezioni. Quello che il Presidente Obama dovrebbe aver fatto, dice il signor Schumer, era concentrarsi sul miglioramento dell’economia nel suo complesso.

Questo è profondamente sbagliato, almeno per tre ragioni.

La prima: mentre è vero che la maggioranza degli americani hanno l’assicurazione attraverso Medicare, Medicaid e la copertura assistenziale sui posti di lavoro [2], ciò non significa che soltanto i non assicurati traggano beneficio da un programma che garantisce una assistenza sostenibile. Si può avere al momento una buona copertura assicurativa, ma cosa accade se si è licenziati, se il vostro datore di lavoro fallisce, o se cancella i programmi assicurativi? Che cosa succede se cambiate il posto di lavoro per una ragione qualsiasi, ma non riuscite a trovarne uno nuovo che sia dotato di assicurazione?

Il punto è che il sistema precedente alla riforma della assistenza di Obama metteva molti americani al rischio costante di perdere l’assicurazione, molti di più del numero dei non assicurati in un determinato momento, e limitava ad altri milioni la libertà di cambiare lavoro. Dunque la riforma sanitaria aiuta una quota molto più ampia della popolazione rispetto a coloro che sono attualmente non assicurati – e quei beneficiari hanno parenti ed amici. Non è un programma rivolto ad una piccola minoranza.

In secondo luogo, a chiunque dica che Obama avrebbe dovuto concentrarsi sull’economia, la mia domanda è: cosa si intende con questo? Che egli avrebbe dovuto provare misure di sostegno più grandi? Sarei d’accordo, ma quello scontro si è svolto proprio nei primi mesi della sua amministrazione, prima che partisse l’iniziativa della riforma sanitaria. Dopo di che, specialmente dopo il 2010, l’opposizione repubblicana con il metodo della terra bruciata ha fatto fuori proprio ogni proposta di politica economica da lui avanzata. Pensate che sarebbe stato diverso, senza la riforma della sanità? Sul serio?

Attenzione, la gestione economica ha a che fare con la sostanza, non con le sceneggiate. Un Presidente che va in giro a borbottare che si è “concentrato sull’economia” potrebbe non risolvere un bel niente. Ed io non ho mai visto una spiegazione plausibile di come l’abbandono della riforma della sanità avrebbe mai comportato alcuna differenza, in ordine a scelte per l’economia politicamente praticabili.

Infine, si deve chiedere quale sia lo scopo di una vittoria elettorale. La risposta, voglio sperare, sia quella di fare cose buone – non semplicemente di mettersi nelle condizioni di vincere le prossime elezioni. Nel 2009-2010 i democratici ebbero la loro prima possibilità nel corso di una generazione di fare quello che avrebbero dovuto fare tre generazioni prima, assicurando una assistenza sanitaria adeguata a tutti i nostri concittadini. Sarebbe stato incredibilmente cinico non cogliere quella opportunità, ed i democratici dovrebbero festeggiare il fatto d’aver compiuto la scelta giusta.

Inoltre, una osservazione connessa: se un numero maggiore di democratici fossero stati disponibili a difendere la cosa migliore che hanno fatto in decenni, piuttosto che scappare dalla loro stessa realizzazione ed ammettere implicitamente che infangare la riforma della sanità aveva avuto fondamento, la condizione politica su quel tema oggi avrebbe potuto apparire molto diversa.

 

 

[1] Si veda, a proposito dei rischi che la riforma sanitaria corre presso la Corte Suprema, l’articolo del 4 novembre scorso dal titolo: “Porte per un refuso”, di Paul Krugman.

[2] Ovvero, attraverso le tre forme più diffuse di assistenza sanitaria: il programma pubblico per gli anziani (Medicare), il programma pubblico per i redditi più bassi (Medicaid), e le forme di assistenza privata a carico dei datori di lavoro. Anche la terza è una forma di copertura abbastanza diffusa, sebbene in calo ed evidentemente non adottata frequentemente dalle aziende minori.

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