Blog di Krugman

Il balzo di Obama (28 dicembre 2014)

 

Dec 28 10:03 am

The Obama Bounce

Dean Baker is, of course, right: this is not a boom, and comparisons to the 1990s are insane. Still, growth has clearly picked up, and the public seems to be noticing. So what can we say about the Obama non-boom?

I’d argue that much of what we’re seeing reflects the tapering off of austerity. The US has never had a proclaimed austerity plan, UK style, but we’ve had a lot of the thing itself, especially from cutbacks in state and local spending. Spending hasn’t rebounded yet, but at least it has stopped shrinking:

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And it’s important to realize that, despite all the rhetoric about how Obamacare/antibusiness rhetoric/Kenyan Islamic atheism is destroying business, the private sector has actually been relatively strong under Obama. Here’s employment:

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Since Obama took office, we’ve gained 6.7 million private-sector jobs, compared with just 3.1 million at the same point under Bush. But under Bush we’d added 1.2 million public sector jobs, while under Obama we’ve cut 600,000. The point is that relatively good private sector performance has been masked by public-sector cutbacks; this is the opposite of what you usually hear, but that’s no surprise.

What about the prospects looking forward? As I’ve pointed out before, business investment has been relatively strong throughout. Residential investment, however, has been very low since 2006, suggesting that there’s a backlog of pent-up demand, which should come into play in an improving job market. So that’s one source of strength. Also, low oil prices are going to be mostly positive, although with some adverse regional effects; more on that in a later post.

Overall, then, the next year and probably the next two years are likely to be pretty good. This doesn’t mean that the overall track record of policy has been good — we’ve wasted trillions in foregone output, damaged the lives of millions if not tens of millions. But it will feel a lot better than the years before.

 

Il balzo di Obama

Naturalmente, Dean Baker ha ragione: questo non è un boom, ed i paragoni con gli anni ’90 sono privi di senso. Eppure la crescita si è chiaramente tirata su e l’opinione pubblica sembra lo stia notando [1]. Cosa possiamo dunque dire del non – boom di Obama?

Direi che molto di quello che stiamo osservando riflette l’affievolimento dell’austerità. Gli Stati Uniti non hanno mai proclamato un programma di austerità, nei modi del Regno Unito, ma abbiamo avuto una quantità di cose simili, in particolare tagli nella spesa degli Stati e delle amministrazioni locali. La spesa non ha ancora avuto una ripresa, ma almeno ha smesso di restringersi:

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Ed è importante comprendere che, nonostante tutta la propaganda su come la riforma sanitaria di Obama/la sua retorica ostile alle imprese/ il suo ateismo “islamico keniano” stiano distruggendo gli affari, il settore privato sia andato effettivamente bene con Obama. Ecco l’occupazione:

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Dal momento in cui Obama è entrato in carica abbiamo guadagnato 6,7 milioni di posti di lavoro nel settore privato, a confronto con soli 3,1 milioni allo stesso punto [2] sotto Bush. Ma sotto Bush avemmo 1,2 milioni di posti di lavoro in più nel pubblico impiego, mentre sotto Obama ne abbiamo tagliati 600 mila. Il punto è che la relativamente buona prestazione del settore privato è stata mascherata dai tagli nel settore pubblico: questo è l’opposto di quello che normalmente vi raccontano, ma non è una sorpresa.

Cosa dire delle prospettive, guardando in avanti? Come ho messo in evidenza prima, durante il periodo gli investimenti delle imprese sono stati relativamente forti. Gli investimenti nelle abitazioni, tuttavia, sono stati molto bassi a partire dal 2006, indicando un accumulo di domanda latente, che dovrebbe entrare in gioco in un miglioramento del mercato del lavoro. Dunque, quella è una fonte di forza. Inoltre, i bassi prezzi del petrolio sono destinati ad essere altamente positivi, sebbene con qualche effetto negativo regionale; su ciò dirò di più in un post successivo.

Nel complesso, dunque, il prossimo anno e probabilmente i prossimi due anni è probabile che saranno abbastanza buoni. Questo non significa che la prestazione complessiva della politica sia stata buona – abbiamo sprecato migliaia di miliardi della produzione che era prevedibile, provocato danni alle vite di milioni se non di decine di milioni di persone. Ma ci sentiremo un po’ meglio degli anni precedenti.

 

 

 

[1] La connessione è con una pagina che riporta un sondaggio della Pew Research secondo il quale il 26 per cento degli intervistati dichiara di aver avuto di recente ‘buone notizie in materia di posti di lavoro’, contro un 25 per cento che dichiara di averne ricevute di cattive, ed un 45 per cento che risponde di averne ricevute di entrambi i tipi. E’ la prima volta in cinque anni che gli ‘ascoltatori’ ottimisti’ superano il 20 per cento.

[2] Cioè, dopo lo stesso numero di anni dall’inizio di un periodo recessivo.

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