DEC. 28, 2014
Suppose that for some reason you decided to start hitting yourself in the head, repeatedly, with a baseball bat. You’d feel pretty bad. Correspondingly, you’d probably feel a lot better if and when you finally stopped. What would that improvement in your condition tell you?
It certainly wouldn’t imply that hitting yourself in the head was a good idea. It would, however, be an indication that the pain you were experiencing wasn’t a reflection of anything fundamentally wrong with your health. Your head wasn’t hurting because you were sick; it was hurting because you kept hitting it with that baseball bat.
And now you understand the basics of what has been happening to several major economies, including the United States, over the past few years. In fact, you understand these basics better than many politicians and commentators.
Let’s start with a tale from overseas: austerity policy in Britain. As you may know, back in 2010 Britain’s newly installed Conservative government declared that a sharp reduction in budget deficits was needed to keep Britain from turning into Greece. Over the next two years growth in the British economy, which had been recovering fairly well from the financial crisis, more or less stalled. In 2013, however, growth picked up again — and the British government claimed vindication for its policies. Was this claim justified?
No, not at all. What actually happened was that the Tories stopped tightening the screws — they didn’t reverse the austerity that had already occurred, but they effectively put a hold on further cuts. So they stopped hitting Britain in the head with that baseball bat. And sure enough, the nation started feeling better.
To claim that this bounceback vindicated austerity is silly. As Simon Wren-Lewis of Oxford University likes to point out, if rapid growth after a gratuitous slump counts as success, the government should just close down half the economy for a year; the next year’s growth would be fantastic. Or as I’d put it, you shouldn’t conclude that hitting yourself in the head is smart because it feels so good when you stop. Unfortunately, the silliness of the claim hasn’t prevented its widespread acceptance by what Mr. Wren-Lewis calls “mediamacro.”
Meanwhile, back in America we haven’t had an official, declared policy of fiscal austerity — but we’ve nonetheless had plenty of austerity in practice, thanks to the federal sequester and sharp cuts by state and local governments. The good news is that we, too, seem to have stopped tightening the screws: Public spending isn’t surging, but at least it has stopped falling. And the economy is doing much better as a result. We are finally starting to see the kind of growth, in employment and G.D.P., that we should have been seeing all along — and the public’s mood is rapidly improving.
What’s the important lesson from this late Obama bounce? Mainly, I’d suggest, that everything you’ve heard about President Obama’s economic policies is wrong.
You know the spiel: that the U.S. economy is ailing because Obamacare is a job-killer and the president is a redistributionist, that Mr. Obama’s anti-business speeches (he hasn’t actually made any, but never mind) have hurt entrepreneurs’ feelings, inducing them to take their marbles and go home.
This story line never made much sense. The truth is that the private sector has done surprisingly well under Mr. Obama, adding 6.7 million jobs since he took office, compared with just 3.1 million at this point under President George W. Bush. Corporate profits have soared, as have stock prices. What held us back was unprecedented public-sector austerity: At this point in the Bush years, government employment was up by 1.2 million, but under Mr. Obama it’s down by 600,000. Sure enough, now that this de facto austerity is easing, the economy is perking up.
And what this bounce tells you is that the alleged faults of Obamanomics had nothing to do with the pain we were feeling. We weren’t hurting because we were sick; we were hurting because we kept hitting ourselves with that baseball bat, and we’re feeling a lot better now that we’ve stopped.
Will this improvement in our condition continue? Britain’s government has declared its intention to pick up the baseball bat again — to engage in further austerity, which does not bode well. But here the picture looks brighter. Households are in much better financial shape than they were a few years ago; there’s probably still a lot of pent-up demand, especially for housing. And falling oil prices will be good for most of the country, although some regions — especially Texas — may take a hit.
So I’m fairly optimistic about 2015, and probably beyond, as long as we avoid any more self-inflicted damage. Let’s just leave that baseball bat lying on the ground, O.K.?
La ripresa di Obama, di Paul Krugman
New York Times, 28 dicembre 2014
Supponiamo che per qualche ragione decidiate di darvi ripetutamente colpi in testa con una mazza da baseball. Sentirete un bel po’ di dolore. Di conseguenza, vi sentirete probabilmente molto meglio se e quando, alla fine, vi sarete fermati. Cosa vi dirà quel miglioramento della vostra condizione?
Certamente, non significherà che picchiarvi in testa sia stata una buona idea. Sarà, tuttavia, una indicazione che il dolore che stavate provando non era il riflesso di qualcosa che nella sostanza non andava nella vostra salute. La testa non vi doleva perché eravate malati; vi faceva male perché continuavate a picchiarci sopra con la mazza da baseball.
Così adesso comprendete le condizioni di base di quello che è accaduto a varie importanti economie, inclusi gli Stati Uniti, negli anni passati. Di fatto, le capite meglio di molti uomini politici e commentatori.
Cominciamo con un racconto da oltreoceano: la politica dell’austerità in Inghilterra. Come forse sapete, nel passato 2010 il Governo conservatore che si affermò nuovamente in Inghilterra dichiarò che una brusca riduzione nei deficit di bilancio era necessaria per impedire che l’Inghilterra finisse come la Grecia. Per i successivi due anni la crescita nell’economia inglese, che si stava riprendendo discretamente dalla crisi finanziaria, più o meno ristagnò. Nel 2013, tuttavia, la crescita si impennò nuovamente – e il Governo inglese sostenne che si trattava di un riconoscimento alle proprie politiche. Era una pretesa giustificata?
Niente affatto. Quello che in realtà era successo era che i Tory avevano smesso di stringere le viti – non invertirono l’austerità che era già stata messa in atto, ma di fatto sospesero tagli ulteriori. Come dire che smisero di dare botte in testa all’Inghilterra con una mazza da baseball. E, come previsto, la nazione cominciò a sentirsi meglio.
La pretesa che questo rimbalzo sia come un risarcimento dell’austerità è sciocca. Come di solito sottolinea Simon Wren-Lewis dell’Università di Oxford, se si considera alla stregua di un successo una rapida ripresa dopo un calo gratuito, il Governo dovrebbe semplicemente bloccare metà dell’economia per un anno; nell’anno successivo la crescita sarebbe fantastica. Oppure, come dico io, non dovreste arrivare alla conclusione che battervi sulla testa sia stata una cosa intelligente, perché vi sentite meglio quando vi fermate. Sfortunatamente, la stupidità di quella pretesa non ha evitato che essa fosse generalmente fatta propria da quella che Wren-Lewis chiama “la macroeconomia dei media”.
Nel frattempo, in America noi non abbiamo avuto una politica di austerità della finanza pubblica ufficiale e dichiarata – nondimeno abbiamo avuto una copiosa austerità nella pratica, grazie alla vicenda del “sequestro” [1] del Governo federale e dei gravi tagli da parte degli Stati e delle amministrazioni locali. La buona notizia è che anche noi, sembra abbiamo smesso di stringere le viti: la spesa pubblica non sta crescendo, ma almeno ha smesso di calare. E di conseguenza l’economia sta andando molto meglio. Finalmente cominciamo a vedere quel genere di crescita, nell’occupazione e nel PIL, che avremmo dovuto vedere da tempo – e l’umore dell’opinione pubblica sta rapidamente migliorando.
Quale lezione importante si può trarre da quest’ultimo balzo di Obama? Principalmente, direi, che tutto quello che si è sentito dire sulle politiche economiche di Obama era sbagliato.
Conoscete il ritornello: l’economia degli Stati Uniti soffre perché la riforma sanitaria di Obama distrugge posti di lavoro ed il Presidente è un ‘redistribuzionista’, perché i discorsi contro le imprese di Obama (in realtà non ne ha mai fatti, ma non conta) hanno ferito i sentimenti degli imprenditori, inducendoli a prendersi le loro palline e andare a giocare a casa loro.
Questo racconto non ha mai avuto molto senso. La verità è che il settore privato ha avuto un andamento sorprendentemente positivo sotto Obama, aumentando di 6 milioni e 700 mila posti di lavoro dal momento in cui entrò in carica, a confronto con soli 3 milioni e 100 mila posti di lavoro sotto il Presidente George W. Bush. I profitti di impresa sono schizzati alle stelle, come il valore delle azioni. Quello che ci ha tenuti indietro è stata una austerità senza precedenti nel settore pubblico: a questo punto, negli anni di Bush, il pubblico impiego era cresciuto di un milione e 200 mila persone, ma sotto Obama è sceso di 600 mila. Come previsto, ora che questa austerità di fatto si sta attenuando, l’economia si sta riprendendo.
E quello che questo balzo vi dice è che le pretese colpe dell’economia di Obama non avevano niente a che fare con la sofferenza che stavamo provando. Non stavamo soffrendo di una malattia; stavamo soffrendo perché continuavamo a picchiarci sulla testa con una mazza da baseball, ed ora ci sentiamo molto meglio perché abbiamo smesso di farlo.
Questo miglioramento delle nostre condizioni andrà avanti? Il Governo inglese ha dichiarato la sua intenzione di rimetter mano alla mazza da baseball – di impegnarsi in una ulteriore austerità, che non fa presagire niente di buono. Ma da noi il quadro appare più luminoso. I proprietari delle abitazioni sono in condizioni finanziarie molto migliori di quelle in cui erano pochi anni fa; c’è probabilmente ancora un bel po’ di domanda latente, in particolare nel settore immobiliare. E la caduta dei prezzi del petrolio sarà positiva per gran parte del paese, sebbene alcune regioni – specialmente il Texas – potranno subirne un danno.
Sono dunque discretamente ottimista per il 2015, e probabilmente anche oltre, nella misura in cui evitiamo di non infliggerci altro danno per conto nostro. Semplicemente, posiamo per terra la mazza da baseball, d’accordo?
[1] Ovvero, l’ostruzionismo antigovernativo implicito nella minaccia di non approvare il cosiddetto ‘tetto del debito’ da parte dei repubblicani, negli anni 2012-2013.
By mm
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