DEC. 25, 2014
Maybe I’m just projecting, but Christmas seemed unusually subdued this year. The malls seemed less crowded than usual, the people glummer. There was even less Muzak in the air. And, in a way, that’s not surprising: All year Americans have been bombarded with dire news reports portraying a world out of control and a clueless government with no idea what to do.
Yet if you look back at what actually happened over the past year, you see something completely different. Amid all the derision, a number of major government policies worked just fine — and the biggest successes involved the most derided policies. You’ll never hear this on Fox News, but 2014 was a year in which the federal government, in particular, showed that it can do some important things very well if it wants to.
Start with Ebola, a subject that has vanished from the headlines so fast it’s hard to remember how pervasive the panic was just a few weeks ago. Judging from news media coverage, especially but not only on cable TV, America was on the verge of turning into a real-life version of “The Walking Dead.” And many politicians dismissed the efforts of public health officials to deal with the disease using conventional methods. Instead, they insisted, we needed to ban all travel to and from West Africa, imprison anyone who arrived from the wrong place, and close the border with Mexico. No, I have no idea why anyone thought that last item made sense.
As it turned out, however, the Centers for Disease Control and Prevention, despite some early missteps, knew what they were doing, which shouldn’t be surprising: The Centers have a lot of experience in, well, controlling disease, epidemics in particular. And while the Ebola virus continues to kill many people in parts of Africa, there was no outbreak here.
Consider next the state of the economy. There’s no question that recovery from the 2008 crisis has been painfully slow and should have been much faster. In particular, the economy has been held back by unprecedented cuts in public spending and employment.
But the story you hear all the time portrays economic policy as an unmitigated disaster, with President Obama’s alleged hostility to business holding back investment and job creation. So it comes as something of a shock when you look at the actual record and discover that growth and job creation have been substantially faster during the Obama recovery than they were during the Bush recovery last decade (even ignoring the crisis at the end), and that while housing is still depressed, business investment has been quite strong.
What’s more, recent data suggest that the economy is gathering strength — 5 percent growth in the last quarter! Oh, and not that it matters very much, but there are some people who like to claim that economic success should be judged by the performance of the stock market. And stock prices, which hit a low point in March 2009, accompanied by declarations from prominent Republican economists that Mr. Obama was killing the market economy, have tripled since then. Maybe economic management hasn’t been that bad, after all.
Finally, there’s the hidden-in-plain-sight triumph of Obamacare, which is just finishing up its first year of full implementation. It’s a tribute to the effectiveness of the propaganda campaign against health reform — which has played up every glitch, without ever mentioning that the problem has been solved, and invented failures that never happened — that I fairly often encounter people, some of them liberals, who ask me whether the administration will ever be able to get the program to work. Apparently nobody told them that it is working, and very well.
In fact, Year 1 surpassed expectations on every front. Remember claims that more people would lose insurance than gained it? Well, the number of Americans without insurance fell by around 10 million; members of the elite who have never been uninsured have no idea just how much positive difference that makes to people’s lives. Remember claims that reform would break the budget? In reality, premiums were far less than predicted, overall health spending is moderating, and specific cost-control measures are doing very well. And all indications suggest that year two will be marked by further success.
And there’s more. For example, at the end of 2014, the Obama administration’s foreign policy, which tries to contain threats like Vladimir Putin’s Russia or the Islamic State rather than rushing into military confrontation, is looking pretty good.
The common theme here is that, over the past year, a U.S. government subjected to constant bad-mouthing, constantly accused of being ineffectual or worse, has, in fact, managed to accomplish a lot. On multiple fronts, government wasn’t the problem; it was the solution. Nobody knows it, but 2014 was the year of “Yes, we can.”
Notizie consolanti, di Paul Krugman
New York Times 25 dicembre 2014
Forse è solo il mio stato d’animo, ma il Natale mi è sembrato insolitamente mogio quest’anno. I centri commerciali sembravano meno affollati del solito, la gente più cupa. C’era anche meno musica nell’aria. E, in un certo senso, non era sorprendente: tutto l’anno gli americani sono stati bombardati con notiziari terribili che ritraevano un mondo fuori controllo e un Governo incapace senza alcuna idea di quello che fare.
Tuttavia, se guardate a quello che è effettivamente accaduto nell’anno trascorso, le cose appaiono completamente diverse. In mezzo alla derisione generale, un certo numero di importanti politiche del Governo hanno funzionato egregiamente – e i più grandi successi hanno riguardato le politiche più derise. Non lo sentirete mai su Fox News, ma il 2014 è stato l’anno in cui il Governo Federale, in particolare, ha dimostrato che, se si vuole, si possono fare alcune cose importanti nel migliore dei modi.
Cominciamo con l’Ebola, un tema che è svanito dalle prime pagine dei giornali così rapidamente che è difficile ricordare quanto il panico fosse esteso solo poche settimane orsono. A giudicare dall’informazione dei media, in particolare ma non soltanto sulle TV via cavo, l’America era prossima a trasformarsi in una versione dal vero del “Morto che cammina”. E molti uomini politici liquidavano gli sforzi dei dirigenti della sanità pubblica per misurarsi con la malattia utilizzando metodi convenzionali. Avevamo bisogno piuttosto, dicevano di continuo, di mettere al bando tutti i viaggi da e per l’Africa occidentale, imprigionare chiunque arrivasse da un luogo sbagliato e chiudere le frontiere col Messico. Non chiedetemi perché tutti pensassero che quest’ultima soluzione avesse un senso.
Si è scoperto, tuttavia, che i Centri per il Controllo e la Prevenzione della malattia, nonostante qualche iniziale passo sbagliato, sapevano quello che stavano facendo, il che non avrebbe dovuto essere sorprendente: insomma, i Centri avevano un mucchio di esperienza nel controllare la malattia, le epidemie in particolare. E mentre il virus dell’Ebola continua ad uccidere molta gente dalle parti dell’Africa, qua non c’è stata alcuna recrudescenza.
Si consideri poi lo stato dell’economia. Non c’è dubbio che la ripresa dalla crisi del 2008 sia stata dolorosamente lenta e che avrebbe dovuto essere molto più veloce. In particolare, l’economia è stata trattenuta da tagli senza precedenti nella spesa e nell’impiego pubblico.
Ma il racconto che si sente in continuazione ritrae una politica economica alla stregua di un disastro ininterrotto, con la pretesa ostilità del Presidente Obama verso le imprese che tratterrebbe gli investimenti e la creazione di posti di lavoro. Dunque si ha quasi un colpo quando si osservano le prestazioni effettive e si scopre che la crescita e la creazione di posti di lavoro sono state sostanzialmente più veloci durante la ripresa con Obama che non durante la ripresa con Bush del decennio scorso (anche senza considerare che quest’ultima sfociò nella crisi), e che mentre il settore immobiliare è ancora depresso, gli investimenti delle imprese sono stati abbastanza forti.
Ancora più rilevante, i dati recenti indicano che l’economia sta raccogliendo le forze – una crescita del 5 per cento nell’ultimo trimestre! Inoltre, non che conti molto, ma ci sono alcuni a cui piace sostenere che il successo economico dovrebbe essere giudicato dall’andamento del mercato azionario. Ed i prezzi delle azioni, che toccarono il punto più basso nel marzo del 2009, accompagnati da dichiarazioni di repubblicani autorevoli secondo le quali Obama stava ammazzando l’economia di mercato, da allora sono triplicati. Forse la gestione economica non è stata così negativa, dopo tutto.
Infine, nascosto davanti agli occhi di tutti, il trionfo della riforma sanitaria di Obama, che sta appena concludendo il suo primo anno di piena attuazione. Lo dico come un riconoscimento all’efficacia della campagna di propaganda contro la riforma, che ha enfatizzato ogni contrattempo, senza neppure far menzione del fatto che il problema era stato risolto, ed ha inventato fallimenti che non sono mai accaduti: abbastanza spesso io incontro persone, alcune delle quali progressiste, che mi chiedono se l’amministrazione sarà mai capace di fare in modo che la riforma funzioni. Sembra che nessuno abbia sentito dire che sta funzionando egregiamente.
Di fatto, il primo anno ha superato le aspettative da ogni punto di vista. Ricordate gli argomenti secondo i quali sarebbero stati di più coloro che avrebbero perso la loro assicurazione, di quelli che ne avrebbero ottenuto una nuova? Ebbene, il numero degli americani sprovvisti di assicurazione è diminuito di dieci milioni; i componenti delle classi dirigenti che non sono mai stati non assicurati non si immaginano nemmeno quanto questo faccia una differenza positiva nella vita della gente. Ricordate gli argomenti secondo il quali la riforma avrebbe messo in crisi il bilancio? In realtà, le polizze sono state molto inferiori al previsto, la spesa sanitaria in generale si è attenuata, e le misure specifiche sul controllo dei costi stanno funzionando assai bene. E tutti i segnali indicano che il secondo anno sarà caratterizzato da un successo ulteriore.
E c’è di più. Ad esempio, alla fine del 2014, la politica estera della Amministrazione Obama, che cerca di contenere minacce come quella di Vladimir Putin in Russia o dello Stato Islamico, piuttosto che precipitarsi nello scontro militare, sembra abbastanza positiva.
Il tema comune di tutte queste cose è che, nell’anno trascorso, un Governo degli Stati Uniti soggetto ad una costante maldicenza, accusato in continuazione di essere inefficace se non peggio, di fatto, è riuscito ad ottenere molto. Su molteplici fronti, non era il Governo il problema; esso è stata la soluzione. Nessuno lo sa, ma il 2014 è stato l’anno dello “Yes, we can”.
By mm
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