dicembre 2014 Archive

Niente è stabile in modo paragonabile all’abbandono dell’oro (23 dicembre 2014)

[1] Ovviamente è una traduzione ‘libera’, ma il senso del post – vedi le conclusioni – mi pare quello.

Cosa significa quel 5 per cento (23 dicembre 2014)

[1] Da tempo Krugman ironizza sulla pretesa degli ambienti conservatori americani, secondo la quale la lentezza della ripresa degli USA dipendeva tutta da alcune espressioni ...

Le conquiste sono per i perdenti, di Paul Krugman New York Times 21 dicembre 2014

Normann Angell, giornalista britannico di più di un secolo fa, pubblicò un libro dal titolo "La Grande Illusione", per spiegare che ormai le guerre erano diventate un nonsenso economico anche per coloro che le vincevano. Ma è una lezione dura da imparare. Perchè Putin si è avventurato nella vicenda ucraina? E perchè, al di là dell'apparenza, ha provocato tanta impressione ed invidia tra i neo conservatori americani? C'è un nesso con la decisione ed i danni enormi dell'invasione dell'Iraq; la differenza è che l'America i suoi errori può ancora pagarli, la Russia ha un'economia fondata sul petrolio e in una fase di prezzi calanti paga un costo molto alto.

Maggiori meta modelli nella macroeconomia, 20 dicembre 2014

[1] Il diagramma, che riprende una valutazione espressa in un post precedente, mostra in blu l’andamento della base monetaria aggregata in Svizzera, in verde l’andamento ...

L’effetto Oz, 20 dicembre 2014

[1] “The Dr. Oz Show” è un programma televisivo statunitense dedicato alla medicina, in onda dal 2009. È presentato da Mehmet Öz, chirurgo cardiotoracico e ...

La semplice analitica dell’impotenza monetaria (per esperti) (dal blog di Krugman, 19 dicembre 2014)

[1] M, chiaramente, è la moneta, ovvero l’offerta di moneta.

La Svizzera e I falchi dell’inflazione (19 dicembre 2014)

Scoppia la bolla di Putin, di Paul Krugman New York Times 18 dicembre 2014

Vladimir Putin, con le sue arie da uomo forte che predilige la fanfaronate, piace a molti conservatori americani; l'ex Sindaco di New York Giuliani, al momento dell'invio di truppe in Ucraina, disse che aveva la stoffa di un leader. Oggi il rublo, dopo mesi di scivolamenti, è crollato, ben oltre la causa principale che ha provocato tale crisi, vale a dire la caduta dei prezzi del petrolio. Perchè è accaduto, nonostante che la Russia non soffrisse di un vasto deficit commerciale, ed anzi vantasse un surplus, per gli elevati prezzi del petrolio? Fondamentalmente, per vasti debiti in moneta estera degli oligarchi di quel regime,i cui acquisti prediletti si possono osservare passeggiando nei quartieri lussuosi di Londra e di New York. Un paese condotto in modi più responsabili lo avrebbe evitato. Un esempio, dunque, di come gli atteggiamenti 'macho', in economia, facciano danni.

I limiti delle politiche puramente monetarie (dal blog di Krugman, 16 dicembre 2014)

[1] L’articolo è apparso sul blog inglese “The Telegraph” il 15 dicembre 2014.

La vendetta di Wall Street, di Paul Krugman New York Times 14 dicembre 2014

Di recente il Congresso degli Stati Uniti - che dopo le elezioni di medio termine ha una maggioranza di repubblicani in entrambi i rami - ha approvato una legge di finanziamenti al Governo che fa fare un evidente passo indietro alla riforma del sistema finanziario denominata, dal nome dei due relatori, Dodd-Frank. Non si tratta di uno smantellamento della riforma, ma dell'inizio di una guerra che ha quello per obbiettivo finale. In sostanza si torna indietro rispetto agli impedimenti ad operare su titoli rischiosi alle banche che hanno i depositi assicurati dalle garanzie del Governo. Ed è facile capire chi è posizionato chiaramente per combattere tale guerra annunciata: basta seguire dove vanno i finanziamenti elettorali di Wall Street, che mai come oggi privilegiano il Partito Repubblicano.

Infuriati (come in Grecia), di Paul Krugman (New York Times, 11 dicembre 2014)

La crisi delle finanze pubbliche in Grecia avvenne cinque anni orsono. Da allora una dura politica di austerità ha provocato gravi sofferenze al popolo greco, ma non ha cambiato il rapporto tra debito e PIL. Ed ora la pazienza dei Greci sembra terminata; se si andasse alle elezioni vincerebbe Syriza. Ma il fenomano di Syriza non è affatto unico; si pensi alla Francia, all'Italia, al Regno Unito, dove forze politiche radicali - spesso di destra - sembrano vicine ad affermarsi. Il caso Syriza, in quel contesto, appare singolarmente benigno. Il punto è che questo accade quando le forse tradizionali della politica - che sono tradizionali per effetto della loro supposta competenza a governare - mostrano nei fatti di non sapere cosa stanno facendo e di non saper neppure trarre insegnamenti dai loro errori.

Jean-Claude Yellen (dal blog di Krugman, 10 dicembre 2014)

[1] Come è evidente, l’ironia del titolo consiste nel combinare il nome del passato Presidente della BCE Trichet – Jean-Claude – con il cognome di ...

Profili di inflazione sostanziale (9 dicembre 2014)

[1] Normalmente si traduce “headline inflation” con “inflazione complessiva” – ovvero con il calcolo sulla inflazione che include tutti i prezzi, compresi quelli maggiormente volatili ...

La Russia del 2015 è il Venezuela del 1983? (8 dicembre 2014)

La ripresa, finalmente? di Paul Krugman (New York Times 7 dicembre 2014)

L'ultimo rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti è, per la prima volta, indiscutibilmente positivo. I danni della crisi sono stati vasti, e i loro effetti dureranno a lungo. Le misure di sostegno di Obama nel 2009 furono troppo modeste e di troppo breve durata. Con il 2010, poi, cominciò l'opposizione da 'terra-bruciata' dei repubblicani, che portò a tagli molto gravi negli investimenti e nel pubblico impiego. Questo è stato all'origine di una ripresa stentata, oltre al fatto che le recessioni dei nostri tempi, che fanno seguito allo scoppio di grandi bolle speculative, sono molto più lente del passato, quando si trattava soltanto di allentare la politica monetaria. Ma l'interesse su questi ultimi dati è anche un'altro: essi mostrano che la pretesa dei conservatori, secondo la quale la stentata ripresa era provocata dalle critiche di Obama a Wall Street, non stava in piedi. Quest'ultima ripresa è più forte e più rapida di quella dei tempi di Bush, che di certo non espresse alcuna antipatia per Wall Street.

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