Blog di Krugman

Una nota sui prezzi del petrolio e sull’economia (4 dicembre 2014)

 

Dec 4 12:28 pm

A Note on Oil Prices and the Economy

I may be doing some media where people will ask me about what the oil plunge means for the US economy, so I thought I’d spend a bit of time figuring out what if anything I might say that’s interesting. And it does seem to me that there’s a bit more to the story than a casual pass might suggest.

The big news prior to the plunge was, of course, fracking and all that, which has abruptly reversed the long slide in domestic production:

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You might think that this surge in production, by reducing imports, has left the US relatively insulated from oil shocks. But we do need to remember that on the eve of the latest plunge real oil prices were very high by historical standards, so that oil imports as a share of GDP remained quite high — in fact, early OPEC high:

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So the economic impact might be bigger than you think. But shale has in some important ways arguably changed the nature of that impact.

Because we once again have a significant sized domestic oil industry, falling prices now create losers as well as winners within the US. The gains from falling prices exceed the losses, and if the marginal propensity to spend is similar that should tell the tale for aggregate demand. In fact, in the old days when domestic oil largely meant Texas billionaires and all that, it was reasonable to argue that the internal redistribution further increased demand when oil fell.

But fracking (which I really wish WordPress would stop correcting to “tracking”) means that some of the producers are very different; and among other things, they’re engaged in a lot of investment spending. So you could make the case that falling oil is less expansionary than it used to be, and even, possibly, that it’s contractionary.

This is just a, um, crude first pass. But there may be more here than the pure terms of trade effect.

 

Una nota sui prezzi del petrolio e sull’economia

Sto forse per realizzare alcuni eventi mediatici nei quali la gente mi chiederà cosa significhi per gli Stati Uniti il crollo del prezzo del petrolio, così ho pensato di spendere un po’ del mio tempo ad immaginarmi che cosa potrei dire di interessante, ammesso di dire qualcosa. E mi sembra davvero che ci sia in quella storia un po’ di più di quanto un evento casuale potrebbe indicare.

La grande notizia precedente al crollo è stata, naturalmente, il ‘fracking’ e tutto il resto, che ha bruscamente invertito l’andamento nel lungo periodo della produzione interna:

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Potreste pensare che questa crescita nella produzione, riducendo le importazioni, abbia lasciato gli Stati Uniti relativamente al riparo dagli shock del petrolio. Ma dobbiamo ricordare che nell’epoca dell’ultima diminuzione i prezzi reali del petrolio erano molto elevati secondo le serie storiche, cosicché le importazioni del petrolio come quota del PIL rimasero abbastanza alte – di fatto, alte nel primo periodo dell’OPEC:

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Dunque, l’impatto economico potrebbe essere maggiore di quello che si pensi. Ma le scisti hanno in alcuni modi importanti probabilmente cambiato la natura di quell’impatto.

Giacché abbiamo nuovamente un’industria del petrolio nazionale di dimensioni significative, i prezzi in caduta creano adesso sia perdenti che vincitori all’interno degli Stati Uniti. I guadagni dai prezzi in calo superano le perdite, e se la propensione marginale a spendere è simile, ciò dovrebbe raccontarci cosa accade alla domanda aggregata. Di fatto, ai tempi andati quando il petrolio domestico significava in gran parte i miliardari del Texas, era ragionevole supporre che la redistribuzione interna incrementasse ulteriormente la domanda quando il petrolio era in caduta.

Ma il ‘fracking’ (che mi piacerebbe tanto che WordPress la smettesse di correggermi con ‘tracking’) comporta che alcuni dei produttori siano molto diversi; e tra le altre cose, essi sono impegnati in cospicue spese di investimenti. Dunque, potrebbe darsi il caso che la caduta del petrolio abbia effetti meno espansivi di un tempo, ed anche, forse, che abbia effetti di contrazione.

Questo è solo il primo approccio, un po’ grossolano. Ma in questo caso ci può essere di più che il mero effetto in termini di scambio.

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