Blog di Krugman

Il panico, velocità e lentezza (7 gennaio 2015)

 

Jan 7 10:20 am

Panic, Fast and Slow

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Some people are suddenly panicking over the announcement that the euro area is officially in deflation. But sudden panic is the wrong reaction; you should have been gradually panicking over an extended period. Today’s news isn’t actually any worse than what we’ve been seeing for a while.

The key is not to look at the headline number; you should keep your eyes on the core.

Core inflation — like the Keynesian multiplier — is one of those much-ridiculed concepts (hey, you’re measuring inflation without the inflation!) that has in fact performed extremely well in recent years. Back in 2010-11, when rising gas prices were sending headline numbers up, I and many others received a lot of hostile comments for claiming that there wasn’t any real inflation bulge; but core inflation has indeed been a much more reliable guide than headline inflation, which fluctuates wildly. As the accompanying chart shows, this has been as true for Europe as it is for America.

And core inflation is basically unchanged in the latest report. It has been on a long slide, and is far below the ECB’s target (which is itself too low). But no more bad news today, anyway. The same logic that made me ignore the inflation bulge when oil was going up says to ignore the dip from plunging oil. I won’t say not to panic — you should be panicking about Europe. But keep it steady, OK?

 

Il panico, velocità e lentezza

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Alcune persone sono all’improvviso entrate in panico all’annuncio che l’area euro è ufficialmente in deflazione. Ma il panico improvviso è la reazione sbagliata; si dovrebbe aver avuto graduali sensazioni di panico per un periodo prolungato. Le notizie odierne non sono in nessun modo peggiori di quelle che osserviamo da un po’.

La chiave non sta nell’osservare il dato della inflazione apparente (complessiva) [1]; dovevate mettere gli occhi su quella sostanziale.

L’inflazione sostanziale – come il moltiplicatore keynesiano – è uno di quei concetti sui quali si è ironizzato molto (ma guarda, state misurando l’inflazione senza l’inflazione!) che di fatto ha funzionato benissimo negli anni recenti. Nel passato 2020-2011, quando i prezzi della benzina stavano spedendo in alto i dati dell’inflazione apparente, io e molti altri ricevemmo molti commenti critici perché sostenevamo che non c’era alcun particolare rialzo dell’inflazione reale; ma l’inflazione sostanziale è stata una guida molto più affidabile di quella apparente, che fluttua esageratamente. Come mostra il diagramma di accompagnamento, questo è stato vero sia per l’Europa che per l’America.

E l’inflazione sostanziale è sostanzialmente immutata nell’ultimo resoconto. Essa ha subito un lungo scivolamento, ed è molto al di sotto dell’obbiettivo della BCE (che a sua volta è troppo basso). Ma, in ogni caso, non c’è oggi alcuna ulteriore cattiva notizia. La stessa logica che mi faceva ignorare la gobba dell’inflazione quando il petrolio saliva, mi dice di ignorare la flessione che deriva dal crollo del petrolio. Non dirò di non entrare in panico – dovreste essere in panico per l’Europa. Ma stateci regolarmente, va bene?

 

 

[1] Complessiva, nel senso che comprende anche gli andamenti dei prezzi più volatili, come quelle energetici e di altre materie prime. Vedi meglio alle note sulla traduzione, alle voci “headline and core inflation”.

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