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La trappola europea (dal blog di Krugman, 5 gennaio 2015)

 

Jan 5 1:45 pm

Europe’s Trap

There are many risks in the world economy right now — a possible Chinese hard landing (local governments depend heavily on land sales for revenue? Oh, boy), a financial crisis in Russia and other oil exporters, etc.. But one thing is not a risk, because it has already happened: the euro area has entered a Japan-style deflationary trap.

No, it’s not literally deflation at an EA-wide level, but that doesn’t matter — slightly positive and slightly negative inflation with interest rates already at the zero lower bound are essentially the same. Furthermore, southern Europe still needs substantial amounts of “internal devaluation” — that is, still needs to reduce costs and prices relative to Germany — so that a low overall euro area inflation rate means destructive deflation in much of the continent.

And if you look at the implied market forecast, it’s truly disastrous. Right now, German 5-year bonds offer a yield of zero — an implicit firm forecast that Europe will be in a liquidity trap for the foreseeable future, while 5-year index bonds are yielding about -0.35 percent. That’s telling you two things: investors see so little in the way of profitable investment opportunities that they’re willing to pay the German government to protect their wealth, and they expect something like 0.3 percent inflation over the next five years, which is catastrophically below target.

How is this supposed to end? I like and admire Mario Draghi, and believe that he’s doing his best. But it’s really hard to see how the ECB could gain enough traction here to solve the problem even if it didn’t face internal dissent from the hard-money types.

So don’t think of Europe as having a tough but workable economic strategy, endangered by Greek voters and such. Europe is at a dead end; if anything, Greece is doing the rest of Europe a favor by sounding a wake-up call.

 

La trappola europea

Ci sono in questo momento molti rischi nell’economia mondiale – un possibile brusco atterraggio della Cina (le amministrazioni locali dipendono pesantemente nelle entrate dalle vendite delle aree? Attenti, signori.), una crisi finanziaria in Russia e tra gli altri esportatori di petrolio, etc. Ma c’è una cosa che non è un rischio, perché è già successa: l’area euro è entrata in una trappola deflazionistica di tipo giapponese.

No, non si tratta letteralmente di una deflazione al livello complessivo dell’area euro. Ma ciò non è importante – una inflazione leggermente positiva e leggermente negativa con tassi di interesse già allo zero sono sostanzialmente la stessa cosa. Inoltre, l’Europa meridionale ha ancora bisogno di quantitativi sostanziali di ‘svalutazione interna’ – vale a dire, ha bisogno di ridurre i costi ed i prezzi relativi rispetto alla Germania – cosicché un basso tasso di inflazione generale nell’area euro significa una deflazione distruttiva in gran parte del continente.

E se guardate alle sottintese previsioni del mercato, sono davvero disastrose. In questo momento, i bond tedeschi a cinque anni offrono un rendimento pari a zero – una implicita risoluta previsione di una trappola di liquidità per l’Europa per il futuro prevedibile, mentre i bond a cinque anni indicizzati mostrano un rendimento attorno allo 0,35 per cento. Il che vi dice due cose: che gli investitori vedono talmente scarsa la possibilità di investimenti convenienti che sono disponibili a pagare lo Stato tedesco perché mantenga in protezione la loro ricchezza, e che si aspettano per i prossimi cinque anni qualcosa come una inflazione allo 0,3 per cento, catastroficamente al di sotto dell’obbiettivo.

Come si pensa vada a finire? Ho simpatia ed ammirazione per Mario Draghi, e penso che stia facendo del suo meglio. Ma in questo caso è davvero difficile capire come la BCE potrebbe guadagnare sufficiente forza motrice per risolvere il problema, anche se non fosse di fronte al dissenso interno dei sostenitori della moneta forte.

Dunque, non si pensi all’Europa come se avesse una dura ma efficiente strategia economica, messa a rischio dagli elettori greci e da cose del genere. L’Europa è ad un punto morto; semmai, la Grecia sta facendo al resto dell’Europa un favore, suonando il segnale d’allarme.

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