By Simon Wren-Lewis
This is a post about why the taboo against helicopter money or money financed fiscal stimulus is irrational once we have Quantitative Easing, but might nevertheless be in the interest of some groups.
Many macroeconomists have argued that we shouldn’t think about central banks in the same way as private banks. A central bank can never be insolvent, at least as long as people use the currency it issues. It can cover losses by creating more money. All that matters, from a macroeconomic point of view, is whether it has the ability to do its job, which is to control inflation.
I do not want to talk about controlling inflation here. Instead I want to talk about these losses, and in particular who gains when these losses are made. Macroeconomists tend to focus on the controlling inflation point, so let me avoid that by imagining a really simple world. There is a constant price level target, and base money velocity (nominal GDP/money) is constant in the long run, so base money must return to some constant value in the long run to meet the target. In the short run velocity is not constant and we can have recessions due to demand deficiency in the usual way.
Think about Quantitative Easing (QE). [4] The central bank creates money to buy government debt in the market at a time when that debt is expensive, because it only does QE when interest rates are low. [1] Suppose it just so happened that all this government debt that the central bank buys comes from pension funds. These funds sell their debt, take the money and keep it as money. After some time, the economy recovers, interest rates rise and the price of this government debt falls. The central bank no longer needs the debt, and it wants to reduce the money stock to get to the price level target, so it sells the debt back to the market, or more specifically to the same pension funds it bought it from. As the price of these assets has fallen, the central bank makes a loss. The pension funds gets back the debt they originally sold, but they have some money left. They have gained.
Good for them you might say – why should I care? Well the central bank is concerned that it has not got all its money back (it made a loss), and to control inflation it needs to take more money out of the system. It asks the government to recapitalise it, which the government does by raising taxes. What has in effect happened is that money has passed from the taxpayer to the pension fund.
My purpose in pointing this out is not to make some distributional point. Instead it is to note that QE in this case involves the central bank giving money away to pension funds. So why is this considered kosher, but the central bank giving the same amount of money (its loss on QE) directly to the public is considered deeply problematic? [2] Why would it be thought completely wrong for the central bank to voluntarily give the same amount of money to the government so that they could help stimulate the economy by some fiscal means (a money financed fiscal stimulus)? [3]
If you think that my assumption about price level targets and constant long run velocity was somehow critical here, imagine the case where to meet its inflation target the money newly created in the long run (the loss on QE) did not need to be taken out of the system. The pension funds gain but no one seems to lose. But if the expansion of money had been via a helicopter, then every citizen would gain instead. So why is acceptable to create new money and give it to pension funds (through losses on QE), but not create money to give to ordinary people or the government? The former is called monetary policy and is OK for a central bank to do, but the latter is called fiscal policy and this the central bank cannot do.
Why does this matter, apart from the distributional point? Because as a means of stimulating the economy in the short run the effectiveness of QE is highly uncertain compared to the effectiveness of direct transfers to citizens or public works. We seem to be stuck with an ineffective form of stimulus, because something more effective is taboo, or goes by a different name. To repeat it in a simple but more provocative way: a central bank giving money to people or governments is out of the question, but a central bank giving money to parts of the financial sector is just fine. That is a very convenient taboo for some.
[1] Suppose this is government debt issued many years ago, when interest rates were 5%. So debt with a nominal value of £100 pays 5% interest. If interest rates are now 2.5%, then this debt is more valuable than its nominal value – indeed someone would pay you something near £200 for it if it had a long maturity. However if interest rates go back to 5%, the value of the debt would fall back to £100.
[2] Assume Ricardian Equivalence does not hold, so giving money away now is expansionary even though that money has to eventually come back when the central bank is recapitalised.
[3] If the money financed fiscal stimulus was in the form of additional but temporary government spending, and when the central bank was recapitalised the Treasury paid for this by temporarily reducing government spending, we get what I call a ‘pure’ money financed spending stimulus. I know of no theory which says that would not be expansionary.
[4] If you want to be topical, you could think about creating money to buy foreign currency instead.
Quando le perdite della banche centrali sono importanti
Di Simon Wren- Lewis
Questo è un post sul motivo per il quale il tabù contro ‘i soldi dall’elicottero’ [1] – ovvero il sostegno pubblico tramite finanziamenti monetari – è irrazionale una volta che sia in funzione la ‘facilitazione quantitativa’, ma purtuttavia potrebbe essere nell’interesse di alcuni gruppi.
Molti macroeconomisti hanno sostenuto che non dovremmo pensare alle banche centrali nello stesso modo delle banche private. Una banca centrale non può mai essere insolvente, almeno finché la gente usa la valuta che essa emette. Da un punto di vista macroeconomico, tutto quello che conta è se essa ha la capacità di fare il suo lavoro, che consiste nel controllare l’inflazione.
In questo caso, io non voglio parlare del controllo dell’inflazione. Voglio piuttosto parlare di queste perdite (eventuali della banca centrale), e in particolare di chi ci guadagna quando si incorre in queste perdite. I macroeconomisti tendono a concentrarsi sull’aspetto del controllo dell’inflazione, dunque consentitemi di evitarlo, immaginando un mondo davvero semplice. C’è un obbiettivo di un livello di prezzi costante, e la velocità della base monetaria (il rapporto tra PIL nominale e moneta) è costante nel lungo periodo, cosicché la base monetaria deve tornare nel lungo periodo allo stesso valore costante per incontrare tale obbiettivo. Nel breve periodo la velocità non è costante e si possono avere recessioni dovute ad un difetto della domanda, nei modi consueti.
Si pensi alla “Facilitazione Quantitativa” (4). La banca centrale crea moneta per acquistare debito pubblico [2] sul mercato in un tempo nel quale quel debito è costoso, giacché essa opera la QE [3]soltanto quando i tassi di interesse sono bassi (1). Supponiamo che ciò sia appena accaduto che tutto il debito pubblico che la banca centrale acquista derivi da fondi pensionistici. Dopo un po’ di tempo l’economia si riprende, i tassi di interesse salgono e il prezzo di questo debito pubblico scende. La banca centrale non ha più bisogno di debito, e vuole ridurre la riserva monetaria per raggiungere l’obbiettivo del livello del prezzo, cosicché essa rivende il debito al mercato, o più in particolare agli stessi fondi pensione dai quali l’aveva comprato. Dato che il prezzo di questi asset è caduto, la banca centrale ha avuto una perdita. I fondi pensioni riottengono il debito che inizialmente avevano venduto, ma hanno un po’ di soldi in avanzo. Hanno fatto un guadagno.
Buon per loro, potreste dire – di cosa preoccuparsi? Ebbene, la banca centrale è preoccupata perché non ha riavuto tutto il suo denaro (ha fatto una perdita), e per controllare l’inflazione ha bisogno di prendere fuori dal sistema maggiore denaro. Essa chiede al Governo di essere ricapitalizzata, la qualcosa il Governo può fare aumentando le tasse. Quello che in effetti è accaduto è che il denaro è passato dai contribuenti ai fondi pensionistici.
Il mio scopo nel mettere in evidenza questo aspetto non è quello di avanzare un qualche argomento attinente alla distribuzione. Invece è notare che in questo caso la QE si risolve in una distribuzione di moneta ai fondi pensionistici. Dunque, perché considerare tutto questo legittimo, mentre la banca centrale che dà la stessa quantità di moneta (la sua perdita sulla QE) direttamente al pubblico è considerato problematico? (2) Perché sarebbe un pensiero completamente sbagliato per la banca centrale offrire la stessa quantità di denaro al Governo perché esso possa contribuire a stimolare l’economia con qualche modalità della finanza pubblica (un sostegno della finanza pubblica attraverso finanziamenti monetari)? (3)
Se pensaste che in questo caso il mio assunto sugli obbiettivi di livello dei prezzi e sulla velocità nel lungo periodo sia in qualche modo discutibile, immaginate il caso nel quale per soddisfare il proprio obbiettivo di inflazione, la moneta creata ex novo nel lungo periodo (la perdita sulla QE) non abbia bisogno di essere presa fuori dal sistema. I fondi pensionistici ci guadagnano ma nessuno sembra perderci. Ma se l’espansione monetaria fosse avvenuta attraverso l’elicottero, in quel caso ci avrebbero invece guadagnato tutti i cittadini. Dunque perché è accettabile creare nuova moneta e darla ai fondi pensionistici (attraverso le perdite sulla QE), ma non creare moneta per darla ai cittadini comuni o ai Governi? La prima è chiamata politica monetaria e per un banca centrale è corretta, ma la seconda è chiamata politica della finanza pubblica e in questo caso la banca centrale non può farla.
Perché questo è rilevante, a prescindere dall’aspetto distributivo? Perché come mezzo di stimolazione dell’economia nel breve periodo l’efficacia della QE è altamente incerta, al confronto con diretti trasferimenti ai cittadini o ai lavori pubblici. Sembriamo esserci incartati in una forma inefficace di stimolo, perché qualcosa di più efficace è un tabù, oppure perché passa con un nome diverso. Per ripeterlo in modo semplice ma più provocatorio: non si può discutere di una banca centrale che dà soldi alle persone o ai Governi, ma una banca centrale che li dà a componenti del sistema finanziario è del tutto corretta. Per qualcuno quel tabù è estremamente conveniente.
(1). Supponiamo che questo sia debito pubblico emesso molti anni prima, quando i tassi di interesse erano al 5%. Dunque un debito di un valore nominale di 100 sterline paga tassi di interesse al 5%. Se adesso i tassi di interesse sono del 2,5%, allora questo debito è più prezioso del suo valore nominale – in effetto qualcuno vi pagherebbe circa 200 sterline, se il debito avesse una scadenza nel lungo periodo. Tuttavia, se i tassi di interesse ritornano al 5%, il valore del debito ricadrebbe a 100 sterline.
(2). Assumo che l’ “equivalenza ricardiana” [4] in questo caso non operi, cosicché distribuire moneta è espansivo anche se la moneta dovesse alla fine essere restituita, quando la banca centrale viene ricapitalizzata.
(3). Se lo stimolo della finanza pubblica tramite finanziamento monetario fosse nei termini di una spesa pubblica aggiuntiva e temporanea, e al momento della ricapitalizzazione della banca centrale il Tesoro a quel fine pagasse tramite una riduzione temporanea della spesa pubblica, avremmo quello che io chiamo uno stimolo della spesa pubblica tramite un ‘puro’ finanziamento monetario. Non conosco alcuna teoria che dica che questo non avrebbe effetti espansivi.
(4). Se invece si volesse stare all’attualità, si potrebbe pensare a creare moneta per acquistare valuta estera.
[1] La distribuzione di soldi da un elicottero, allo scopo di sostenere un’economia in crisi per insufficienza della domanda, è una immagine paradossale che utilizzò Milton Friedman. Indica in sostanza che tale scopo economico potrebbe essere attuato persino in forma paradossale, ovvero che quello che conta è esclusivamente un ampliamento temporaneo della base monetaria (e, in realtà, neanche necessariamente temporaneo).
[2] Ovvero, obbligazioni sul debito pubblico.
[3] Sta per “quantitative easing” – vedi note sulla traduzione – ed usiamo la abbreviazione sempre in lingua inglese.
[4] Vedi “ricardian equivalence” alle note sulla traduzione.
By mm
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