January 28, 2015 9:49 am
Markets are panicking. It’s important to understand that this is not a verdict on the new Greek government, or at any rate only the new Greek government; it’s a judgment that the risk of no agreement, and a disorderly breakdown of the whole process, is high.
I think it’s important to be as clear as we can about the stakes and the real interests here, lest players stumble into a disaster they could and should have avoided. So, some points about where things stand:
1. We are not talking about whether Greece will pay its debt. As I tried to explain the other day, the headline Greek debt number is more or less meaningless. The question is how much Greece will transfer to its creditors by running primary surpluses — and yes, at this point that’s the question, there’s no possibility that the creditors will transfer more resources to Greece.
2. If Greece were to adhere totally to the previous terms, over the next five years it would make resource transfers of about 20 percent of one year’s GDP. From the point of view of the creditors, that’s a trivial sum. From the point of the Greeks, however, it’s crucial; the difference between a primary surplus of 4.5 percent of GDP and, say, 1.5 percent of GDP for the Greek economy and the welfare of its citizens is huge. The only reason for the creditors to play hardball would be to make Greece an example, to discourage other debtors from trying to negotiate relief.
3. If the creditors do play hardball, their leverage does not come from the ability to refuse new loans to the Greek government. With Greece running a primary surplus, all new loans — and then some — are going to pay principal and interest on old loans, with less than nothing going to the Greeks. There was modest de facto aid to Greece in 2010-2012, but no aid is currently flowing, nor will it.
4. Instead, the power of the creditors over Greece comes via the ability to crash the Greek banking system, which is heavily dependent on the ability to borrow at need from the ECB. Cut off that support, and Greece suffers banking collapse. So yes, the creditors have a large club they can use on a recalcitrant Greece. But do they really want to do that? Within a European Union supposedly dedicated to democratic ideals? Actually, you have to wonder whether the ECB, which surely understands the stakes, would even be willing to go along. If the situation continues to look like unraveling, I would expect Draghi to say something to reassure the markets that a Greek bank cutoff is not on the table.
5. Ideals aside, the consequences of playing hardball with Greece over its banks could very easily be immense. Up until now, the euro has proved very durable, largely thanks to the point Barry Eichengreen emphasized: any country that even hinted at the possibility of leaving would face the mother of all bank runs. But as I worried some time ago, this argument becomes moot if the banking system has already collapsed. Grexit — the often speculated about, never so far materializing Greek exit from the euro — becomes a very real possibility if European creditors try to exert leverage by taking away the safety net for Greek banks.
6. And if Greece really does leave the euro — if it turns out that the single currency is not irreversible — do you really think there would be no contagion? Wanna bet on it?
7. In particular, think about what happens if Greece leaves the euro and then manages to find its footing — which it probably would after a chaotic year or two. The EU could prevent that by deliberately undermining the post-euro Greek economy. But that would be a betrayal of European principles.
8. At the moment, Germany is talking as if it intends to follow the Michael Corleone strategy. But do we really think that Syriza will or even can retreat with its tail between its legs immediately after winning a dramatic election victory? Again, wanna bet on it?
Daniel Davies tells us that “European policy makers aren’t stupid.” But they do say stupid things, still talking about expansionary austerity, still treating debt as a purely moral issue. Can and will they be realistic, accept that they can’t extract blood from a stone — at any rate not at the rate of 4.5 percent of GDP — in time to avert a spiral into disaster?
Ragionando sulla nuova crisi greca
I mercati stanno entrando nel panico. E’ importante capire che questo non è un verdetto sul nuovo Governo greco, o in ogni caso soltanto sul nuovo Governo greco; è un giudizio su quanto sia alto il rischio che non ci sia alcun accordo, e che l’intero processo si interrompa disordinatamente.
Credo che, in questo caso e per quanto possiamo, sia importante la chiarezza sulla posta in gioco e sugli interessi reali, affinché gli attori non vadano a sbattere in un disastro che potevano e dovevano evitare. Dunque, alcuni punti su come le cose si presentano:
1 Non stiamo discutendo se la Grecia pagherà il suo debito. Come ho cercato di spiegare l’altro giorno, il dato complessivo del debito greco è più o meno senza significato. La domanda è quanto sarà grande il trasferimento che la Grecia metterà in atto a favore dei propri creditori attraverso la gestione degli avanzi primari – ed è vero, a questo punto quello è il problema, non c’è possibilità che i creditori trasferiscano maggiori risorse sulla Grecia.
2 Se la Grecia aderisse completamente alle condizioni precedenti, nei prossimi cinque anni essa dovrebbe trasferire risorse pari al 20 per cento del PIL all’anno. Dal punto di vista dei creditori, si tratta di una somma banale. Dal punto di vista dei greci, tuttavia, è fondamentale; per l’economia greca e per il benessere dei suoi cittadini, la differenza tra un avanzo primario del 4,5 per cento del PIL e, diciamo, dell’1,5 per cento del PIL è vasta. L’unica ragione per i creditori di scegliere un gioco pesante sarebbe quella di fare della Grecia un esempio, per scoraggiare altri debitori dal cercare di negoziare una attenuazione.
3 Se i creditori fanno un gioco pesante, il loro potere non deriverà dalla possibilità di rifiutare nuovi prestiti al Governo greco. Con la Grecia che gestisce un avanzo primario, tutti i nuovi prestiti – ed ancora di più – sono destinati a pagare capitale ed interessi sui vecchi prestiti, con meno che niente che andrà ai Greci. C’è stato un modesto aiuto alla Grecia nel 2010-1012, ma attualmente non c’è alcun aiuto in corso, né ci sarà.
4 Piuttosto, il potere dei creditori sulla Grecia deriva dalla possibilità di mettere in crisi il sistema bancario greco, che è pesantemente dipendente dalla possibilità di indebitarsi per quanto necessita presso la BCE. Si interrompa quel sostegno, e la Grecia patirà un collasso del sistema bancario. Dunque è vero, i creditori hanno un gran bastone che possono usare sulla Grecia recalcitrante. Ma è davvero quello che vogliono? All’interno di un’Unione Europea che si suppone dedita a ideali democratici? In effetti, ci si deve chiedere se la BCE, che comprende la posta in gioco, sarebbe mai persino disponibile ad acconsentire. Se la situazione continuasse ad apparire ingarbugliata, mi aspetterei che Draghi dicesse qualcosa per assicurare i mercati che un limite verso la banca greca non è tra le opzioni possibili.
5 A parte gli ideali, le conseguenze di un gioco duro con la Grecia sulle sue banche potrebbero con facilità essere immense. Sino a questo punto, l’euro ha dimostrato una grande tenuta, in gran parte grazie al fattore su cui Barry Eichengreen mise l’accento [1]: ogni paese che solo accennasse alla possibilità di lasciare l’euro si troverebbe dinanzi alla madre di tutti gli assalti agli sportelli bancari. Ma, come mi preoccupavo un po’ di tempo fa, questo argomento diventa opinabile se il sistema bancario è già collassato. La cosiddetta ‘Grexit’ – la spesso vagheggiata ma sinora mai materializzatasi uscita della Grecia dall’euro – diventerebbe una possibilità assai reale se i creditori europei cercassero di esercitare influenza togliendo di mezzo le reti di sicurezza per le banche greche.
6 E se la Grecia per davvero lasciasse l’euro – se si scoprisse che la moneta unica non è irreversibile – pensate per davvero che non ci sarebbe alcun contagio? Sareste disposti a scommetterci?
7 In particolare, si pensi a cosa accadrebbe se la Grecia lasciasse l’euro e poi cercasse di ottenere un proprio equilibrio – la qualcosa probabilmente accadrebbe dopo un anno o due di caos. L’Unione Europea potrebbe impedirlo, deliberatamente mettendo a repentaglio l’economia greca successiva all’euro. Ma quello sarebbe un tradimento dei principi europei.
8 Al momento, la Germania sta parlando come se intendesse seguire la ‘strategia di Michele Corleone’ [2]. Ma si pensa davvero che Syriza potrà o vorrà tornare indietro con la coda tra le gambe, immediatamente all’indomani di una vittoria spettacolare nelle elezioni? Ancora, ci scommettereste?
Daniel Davies ci dice che “gli attori politici in Europa non sono stupidi”. Sennonché continuano per davvero a dire cose stupide, parlando ancora di austerità espansiva, ancora trattando il debito come un tema meramente morale. Potranno e vorranno essere realistici, prendere atto che non possono tirar fuori sangue da un sasso – in ogni caso non ad un tasso del 4,5 per cento del PIL – in tempo per evitare di finire a capofitto in un disastro?
[1] Un articolo apparso su VoxEU nel maggio del 2010.
[2] Il riferimento è alla famose espressione di Michele Corleone nel film “Il padrino”: “La mia offerta è …. niente!”
By mm
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