Jan 6 9:37 am
Bloomberg
I’ve written often about the remarkable track record of U.S. debt-and-inflation doomsayers, who have warned again and again that we’re about to turn into Greece if not Zimbabwe, and are now completely unwilling to admit that they were wrong, or even that their model of how the world works needs some revision. But as interest rates plunge almost everywhere, let’s look back at the bad-mouthing of another economy, which looks equally wrong-headed if not more so.
It’s really amazing how much bad press France gets — and not just from goldbugs and the like. It was the Economist that declared, on its cover more than two years ago, that France was the time bomb at the heart of Europe. And of course the inflationistas were even more certain that France faced imminent doom; for example, John Mauldin proclaimed that France was in fact worse than Greece.
Now that time bomb — which has actually had better economic growth since 2007 than Britain — can borrow at an interest rate of only 0.8 percent.
It seems obvious to me that the bad-mouthing of France was and is essentially political. Of course France has big problems; who doesn’t? But the real sin of the French body politic is its refusal to buy into the notion that the welfare state must be sharply downsized if not dismantled; hence the continuing warnings that France is doomed, doomed I tell you.
And this in turn reflects the larger issue of what calls for austerity are really about. Can we imagine a clearer demonstration that they’re not really about appeasing bond vigilantes?
Su quella bomba ad orologeria francese
Bloomberg
Ho scritto spesso sui considerevoli precedenti dei predicatori di sventura sul debito e l’inflazione negli Stati Uniti, che hanno messo in guardia di continuo sul fatto che stavamo trasformandoci nella Grecia, se non nello Zimbabwe, e che ora non mostrano alcuna disponibilità ad ammettere di aver avuto torto, e neppure che i loro modelli sull’andamento del mondo abbiano bisogno di una revisione. Ma nel momento in cui i tassi di interesse crollano quasi dappertutto, torniamo ad osservare il gran sparlare su un’altra economia, che sembra egualmente, se non più ancora, in malafede.
E’ davvero stupefacente di quanta pessima stampa sia stata oggetto la Francia – e non solo da parte dei fissati sui sistemi aurei e gente simile. Fu The Economist che dichiarò, più di due anni orsono sulla sua copertina, che la Francia era la bomba ad orologeria nel cuore dell’Europa. E gli inflazionisti, naturalmente, erano ancora di più certi che la Francia fosse dinnanzi ad un imminente tracollo; ad esempio, John Mauldin proclamava che la Francia era di fatto peggio della Grecia.
Ora, quella bomba ad orologeria – che in verità, a partire dal 2007, ha avuto una crescita economica migliore dell’Inghilterra – può indebitarsi ad un tasso di interesse soltanto dello 0,8 per cento.
Mi pare evidente che la maldicenza sulla Francia era ed è soltanto essenzialmente politica. Naturalmente la Francia ha grandi problemi: chi non ne ha? Ma il vero peccato della nazione francese è il rifiuto di farsi abbindolare dall’idea che lo stato assistenziale deve essere bruscamente ridimensionato se non smantellato; da qua gli ammonimenti che proseguono sul fatto che la Francia è condannata, condannata senza scampo.
E questo a sua volta riflette in tema più generale di quale sia l’oggetto delle prese di posizione a favore dell’austerità. Possiamo immaginare una dimostrazione più chiara che esse non riguardano affatto il tranquillizzare i ‘guardiani dei bond’?
By mm
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