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Atene delenda est (dal blog di Krugman, 16 febbraio 2015)

 

Feb 16 2:02 pm

Athenae Delenda Est

OK, this is amazing, and not in a good way. Greek talks with finance ministers have broken up over this draft statement, which the Greeks have described as “absurd.” It’s certainly remarkable. On my reading, here’s the key sentence:

The Greek authorities committed to ensure appropriate primary fiscal surpluses and financing in order to guarantee debt sustainability in line with the targets agreed in the November 2012 Eurogroup statement. Moreover, any new measures should be funded, and not endanger financial stability.

Translation (if you look back at that Eurogroup statement): no give whatsoever on the primary surplus of 4.5 percent of GDP.

There was absolutely no way Tsipras and company could sign on to such a statement, which makes you wonder what the Eurogroup ministers think they’re doing.

I guess it’s possible that they’re just fools — that they don’t understand that Greece 2015 is not Ireland 2010, and that this kind of bullying won’t work.

Alternatively, and I guess more likely, they’ve decided to push Greece over the edge. Rather than give any ground, they prefer to see Greece forced into default and probably out of the euro, with the presumed economic wreckage as an object lesson to anyone else thinking of asking for relief. That is, they’re setting out to impose the economic equivalent of the “Carthaginian peace” France sought to impose on Germany after World War I.

Either way, the lack of wisdom is astonishing and appalling.

 

Atene delenda est

Questa è davvero incredibile, e non in senso positivo. I colloqui dei greci con i Ministri delle Finanze si sono rotti su questa bozza di dichiarazione, che i greci hanno definito “assurda”. Di sicuro essa è rilevante. Secondo la mia lettura, questa è la frase cruciale:

“Le autorità greche hanno preso l’impegno ad assicurare appropriati avanzi primari nella finanza pubblica e finanziamenti che servano a garantire la sostenibilità del debito, in linea con gli obbiettivi concordati con la dichiarazione dell’eurogruppo del novembre del 2012. Inoltre, ogni nuova misura dovrebbe avere copertura finanziaria, e non mettere a rischio la stabilità finanziaria.”

Traduzione (se tornate a leggere quella dichiarazione dell’eurogruppo): non si cede per niente su un avanzo primario pari al 4,5 per cento del PIL.

Non c’era assolutamente nessuna possibilità che Tsipras e compagni potessero sottoscrivere una dichiarazione del genere, la qualcosa porta a chiedersi se i Ministri dell’eurogruppo riflettono su quello che stanno facendo.

Credo che sia possibile che siano semplicemente dei pazzi – che non capiscano che la Grecia del 2015 non è l’Irlanda del 2010, e che questo genere di intimidazioni non funzioneranno.

In alternativa, e penso più probabilmente, hanno deciso di spingere la Grecia al limite di rottura. Piuttosto che offrire un qualche terreno, preferiscono vedere la Grecia costretta al default e probabilmente fuori dall’euro, in modo che il prevedibile naufragio economico sia una lezione pratica verso chiunque altro pensasse di chiedere una attenuazione. Vale a dire, si prefiggono di imporre l’equivalente economico della “pace cartaginese” [1] che la Francia cercò di imporre alla Germania dopo la Prima Guerra mondiale.

In ogni modo, la mancanza di saggezza è stupefacente e spaventosa.

 

 

 

[1] In realtà la frase sulla distruzione era riferita a Cartagine, e dunque quel genere di soluzione propriamente non era una “pace cartaginese”, ma una “pace romana”. Probabilmente Krugman, che è appassionato di storia romana, intende dire che era il genere di ‘pace’ che avrebbero dovuto subire i cartaginesi. Fu Marco Porcio Catone, “Catone il censore”, che dopo il suo ritorno a Roma nel 157 a.C., a seguito dei negoziati falliti con Massinissa, Re di Cartagine, nei vari anni successivi era solito chiudere ogni suo discorso nel Senato romano con la frase “Carthago delenda est”.

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