FEB. 20, 2015
Scott Walker, the governor of Wisconsin, is said to be a rising contender for the Republican presidential nomination. So, on Wednesday, he did what, these days, any ambitious Republican must, and pledged allegiance to charlatans and cranks.
For those unfamiliar with the phrase, “charlatans and cranks” is associated with N. Gregory Mankiw, a professor at Harvard who served for a time as George W. Bush’s chief economic adviser. In the first edition of his best-selling economics textbook, Mr. Mankiw used those words to ridicule “supply-siders” who promised that tax cuts would have such magic effects on the economy that deficits would go down, not up.
But, on Wednesday, Mr. Walker, in what was clearly a rite of passage into serious candidacy, spoke at a dinner at Manhattan’s “21” Club hosted by the three most prominent supply-siders: Art Laffer (he of the curve); Larry Kudlow of CNBC; and Stephen Moore, chief economist of the Heritage Foundation. Politico pointed out that Rick Perry, the former governor of Texas, attended a similar event last month. Clearly, to be a Republican contender you have to court the powerful charlatan caucus.
So a doctrine that even Republican economists consider dangerous nonsense has become party orthodoxy. And what makes this political triumph especially remarkable is that it comes just as the doctrine’s high priests have been setting new standards for utter, epic predictive failure.
I’m not talking about the fact that supply-siders didn’t see the crisis coming, although they didn’t. Mr. Moore published a 2004 book titled “Bullish on Bush,” asserting that the Bush agenda was creating a permanently stronger economy. Mr. Kudlow sneered at the “bubbleheads” asserting that inflated home prices were due for a crash. Still, you could argue that few economists of any stripe fully foresaw the coming disaster.
You can’t say the same, however, about postcrisis developments, where the people Mr. Walker was courting have spent years warning about the wrong things. “Get ready for inflation and higher interest rates” was the title of a June 2009 op-ed article in The Wall Street Journal by Mr. Laffer; what followed were the lowest inflation in two generations and the lowest interest rates in history. Mr. Kudlow and Mr. Moore both predicted 1970s-style stagflation.
To be fair, Mr. Kudlow and Mr. Laffer eventually admitted that they had been wrong. Neither has, however, given any indication of reconsidering his views, let alone conceding the possibility that the much-hated Keynesians, who have gotten most things right even as the supply-siders were getting everything wrong, might be on to something. Mr. Kudlow describes the failure of runaway inflation to materialize — something he has been predicting since 2008 — as “miraculous.”
Something else worth noting: as befits his position at Heritage, Mr. Moore likes to publish articles filled with lots of numbers. But his numbers are consistently wrong; they’re for the wrong years, or just plain not what the original sources say. And somehow these errors always run in the direction he wants.
So what does it say about the current state of the G.O.P. that discussion of economic policy is now monopolized by people who have been wrong about everything, have learned nothing from the experience, and can’t even get their numbers straight?
The answer, I’d suggest, runs deeper than economic doctrine. Across the board, the modern American right seems to have abandoned the idea that there is an objective reality out there, even if it’s not what your prejudices say should be happening. What are you going to believe, right-wing doctrine or your own lying eyes? These days, the doctrine wins.
Look at another issue, health reform. Before the Affordable Care Act went into effect, conservatives predicted disaster: health costs would soar, the deficit would explode, more people would lose insurance than gain it. They were wrong on all counts. But, in their rhetoric, even in the alleged facts (none of them true) people like Mr. Moore put in their articles, they simply ignore this reality. Reading them, you’d think that the dismal failure they wrongly predicted had actually happened.
Then there’s foreign policy. This week Jeb Bush tried to demonstrate his chops in that area, unveiling his team of expert advisers — who are, sure enough, the very people who insisted that the Iraqis would welcome us as liberators.
And don’t get me started on climate change.
Along with this denial of reality comes an absence of personal accountability. If anything, alleged experts seem to get points by showing that they’re willing to keep saying the same things no matter how embarrassingly wrong they’ve been in the past.
But let’s go back to those economic charlatans and cranks: Clearly, failure has only made them stronger, and now they are political kingmakers. Be very, very afraid.
Il clima montante per il 2016, di Paul Krugman
New York Times 20 febbraio 2015
Si dice che Scott Walker, il Governatore del Wisconsin, sia un concorrente che si sta facendo strada per la nomination alla Presidenza dei repubblicani. Così, mercoledì, egli ha fatto quello che ogni repubblicano ambizioso deve fare, ed ha preso un impegno di lealtà verso stravaganti e ciarlatani.
Per coloro che non ne hanno dimestichezza, l’espressione “stravaganti e ciarlatani” proviene da N. Gregory Mankiw, un professore di Harvard che collaborò per un certo tempo con George W. Bush, a capo dei suoi consiglieri economici. Nella prima edizione del suo diffusissimo libro di testo di economia, il signor Mankiw usò queste parole per mettere in ridicolo i teorici “dal lato dell’offerta” che promettevano che gli sgravi fiscali avrebbero avuto effetti talmente magici sull’economia da ridurre, anziché far salire, i deficit.
Ma mercoledì, in quello che era chiaramente un rito di passaggio ad una candidatura seria, il signor Walker ha parlato al “Club 21” di Manhattan come ospite di tre tra i più eminenti teorici ‘dal lato dell’offerta’: Art Laffer (quello della curva [1]); Larry Kudlow della CNBC [2] e Stephen Moore, dirigente del settore economico della Fondazione Heritage [3]. Il blog “Politico” ha sottolineato che Rick Perry, il passato Governatore del Texas, aveva partecipato ad un evento simile il mese scorso. E’ chiaro che per essere un concorrente alla nomination repubblicana si deve corteggiare la potente lobby degli stravaganti e dei ciarlatani.
Dunque, un dottrina che persino economisti repubblicani considerano un pericoloso nonsenso è diventata l’ortodossia del partito. E quello che rende particolarmente considerevole questo trionfo politico è che esso arriva proprio mentre gli alti prelati della dottrina stanno definendo nuovi criteri per ulteriori, prevedibili epici fallimenti.
Non sto parlando del fatto che i teorici dal lato dell’offerta non si accorsero della crisi in arrivo, sebbene non se ne accorsero. Il signor Moore nel 2004 pubblicò un libro dal titolo “Ottimista su Bush”, secondo il quale il programma di Bush stava dando vita ad una economia permanentemente più forte. Il signor Kudlow scherniva le “teste vuote” che sostenevano che i prezzi inflazionati degli alloggi erano dovuti ad una crisi. Eppure, si potrebbe obiettare, pochi economisti di ogni genere previdero pienamente il disastro incombente.
Sennonché la stessa cosa si deve dire degli sviluppi successivi alla crisi, quando gli individui che Walker stava corteggiando si sono spesi per anni con ammonimenti insensati. “Prepariamoci all’inflazione ed a tassi di interesse più elevati”, fu il titolo di un commento del giugno del 2009 del signor Laffer sul Wall Street Journal; ciò che avvenne in seguito fu l’inflazione più bassa da due generazioni e i tassi di interesse più bassi della storia. Sia Kudlow che Moore previdero una stagflazione sul modello degli anni ’70.
Ad essere onesti, Kudlow e Moore hanno alla fine ammesso di aver avuto torto. Nessuno dei due tuttavia ha fornito alcun indizio di riconsiderazione dei propri punti di vista, e tantomeno ha ammesso la possibilità che gli odiatissimi keynesiani, che nella maggioranza dei casi hanno compreso le cose giustamente laddove i teorici dal lato dell’offerta non ne indovinavano una, possano aver visto chiaro su qualcosa. Il signor Kudlow descrive il fatto che l’inflazione galoppante non si sia materializzata – quello che egli aveva previsto sin dal 2008 – come “miracoloso”.
Un’altra cosa degna di nota: come si conviene per il suo ruolo all’Heritage, il signor Moore ama pubblicare i suoi articoli riempiendoli con una gran quantità di numeri. Ma i suoi numeri sono permanentemente sbagliati; riguardano anni sbagliati, oppure semplicemente non riguardano affatto quello che dicono le fonti originali. E in qualche modo questi errori vanno sempre nella direzione da lui voluta.
Dunque: cosa ci dice il fatto che la condizione attuale del Partito Repubblicano sia oggi monopolizzata da persone che hanno sbagliato su tutto, che non hanno imparato niente dall’esperienza e neanche capiscono correttamente i loro dati?
La risposta, direi, riguarda qualcosa di più profondo della dottrina economica. A tutti i livelli, l’americano odierno sembra aver abbandonato l’idea che c’è una realtà obbiettiva oltre noi stessi, anche se non corrisponde a quello che i nostri pregiudizi dicono dovrebbe accadere. In cosa avete intenzione di credere, nella dottrina della destra o in quello che vedono i vostri occhi ingannevoli? Di questi tempi, la dottrina la vince.
Si guardi all’altro tema della riforma sanitaria. Prima che entrasse in funzione la Legge sull’Assistenza Sostenibile, i conservatori prevedevano il disastro: i costi sanitari sarebbero schizzati alle stelle, il deficit sarebbe esploso, ci sarebbero state più persone che avrebbero perso l’assicurazione di quante l’avrebbero avuta per la prima volta. Hanno avuto torto in tutti i sensi. Ma, nella loro demagogia, persino nei fatti presunti (nessuno dei quali vero) che individui come il signor Moore infilano nei loro articoli, essi semplicemente ignorano questa realtà. Leggendoli, pensereste che lo squallido fallimento che avevano erroneamente previsto, sia effettivamente accaduto.
Poi c’è la politica estera. Questa settimana Jeb Bush [4] ha cercato di dimostrare le sue competenze in materia, rendendo nota la sua squadra di consiglieri esperti – che sono, come era prevedibile, esattamente gli individui che avevano garantito che gli irakeni ci avrebbero accolto come liberatori.
E non fatemi partire a parlare di cambiamento climatico.
Di pari passo a questa negazione della realtà, procede una assenza di responsabilità personale. Semmai, i pretesi esperti sembrano guadagnare punti mostrando di avere tutta l’intenzione di continuare a dire le stesse cose, senza curarsi minimamente degli sbagli imbarazzanti collezionati nel passato.
Ma torniamo a quegli stravaganti e ciarlatani in materia di economia: è evidente che i fallimenti li hanno semplicemente resi più forti, e adesso sono loro le persone influenti in politica. Dovreste proprio averne paura.
[1] La curva di Laffer è una curva che ha derivata seconda negativa nel momento in cui la sua derivata prima è nulla e che mette in relazione l’aliquota di imposta (asse delle ascisse) con le entrate fiscali (asse delle ordinate). Fu impiegata da Arthur Laffer, economista dell’University of Southern California (Usa) per convincere l’allora candidato repubblicano alle elezioni presidenziali del 1980, Ronald Reagan, a diminuire le imposte dirette. (Wikipedia)
[2] Una emittente statunitense che si occupa particolarmente di notizie finanziarie.
[3] La più importante fondazione politico culturale della destra americana.
[4] Jeb Bush, all’anagrafe John Ellis Bush (Midland, 11 febbraio 1953), è un politico statunitense. Repubblicano, ha occupato la carica di 43º governatore della Florida sino al 2007.
Jeb è un esponente della famiglia Bush, figlio del 41° presidente degli Stati Uniti George Herbert Walker Bush e fratello minore del 43° George W. Bush. (Wikipedia)
By mm
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