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Il denaro rende pazzi, di Paul Krugman (New York Times 13 febbraio 2015)

 

Money Makes Crazy

FEB. 13, 2015

Paul Krugman

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Monetary policy probably won’t be a major issue in the 2016 campaign, but it should be. It is, after all, extremely important, and the Republican base and many leading politicians have strong views about the Federal Reserve and its conduct. And the eventual presidential nominee will surely have to endorse the party line.

So it matters that the emerging G.O.P. consensus on money is crazy — full-on conspiracy-theory crazy.

Right now, the most obvious manifestation of money madness is Senator Rand Paul’s “Audit the Fed” campaign. Mr. Paul likes to warn that the Fed’s efforts to bolster the economy may lead to hyperinflation; he loves talking about the wheelbarrows of cash that people carted around in Weimar Germany. But he’s been saying that since 2009, and it keeps not happening. So now he has a new line: The Fed is an overleveraged bank, just as Lehman Brothers was, and could experience a disastrous collapse of confidence any day now.

This story is wrong on so many levels that reporters are having a hard time keeping up, but let’s simply note that the Fed’s “liabilities” consist of cash, and those who hold that cash have the option of converting it into, well, cash. No, the Fed can’t fall victim to a bank run. But is Mr. Paul being ostracized for his views? Not at all.

Moreover, while Mr. Paul may currently be the poster child for off-the-wall monetary views, he’s far from alone. A lot has been written about the 2010 open letter from leading Republicans to Ben Bernanke, then the Fed chairman, demanding that he cease efforts to support the economy, warning that such efforts would lead to inflation and “currency debasement.” Less has been written about the simultaneous turn of seemingly respectable figures to conspiracy theories.

There was, for example, the 2010 op-ed article by Representative Paul Ryan, who remains the G.O.P.’s de facto intellectual leader, and John Taylor, the party’s favorite monetary economist. Fed policy, they declared, “looks an awful lot like an attempt to bail out fiscal policy, and such attempts call the Fed’s independence into question.” That statement looks an awful lot like a claim that Mr. Bernanke and colleagues were betraying their trust in order to help out the Obama administration — a claim for which there is no evidence whatsoever.

Oh, and suppose you believe that the Fed’s actions did help avert what would otherwise have been a fiscal crisis. This is supposed to be a bad thing?

You may think that at least some of the current presidential aspirants are staying well clear of the fever swamps, but don’t be so sure. Jeb Bush appears to be getting his economic agenda, such as it is, from the George W. Bush Institute’s 4% Growth Project. And the head of that project, Amity Shlaes, is a prominent “inflation truther,” someone who claims that the government is greatly understating the true rate of inflation.

So monetary crazy is pervasive in today’s G.O.P. But why? Class interests no doubt play a role — the wealthy tend to be lenders rather than borrowers, and they benefit at least in relative terms from deflationary policies. But I also suspect that conservatives have a deep psychological problem with modern monetary systems.

You see, in the conservative worldview, markets aren’t just a useful way to organize the economy; they’re a moral structure: People get paid what they deserve, and what goods cost is what they are truly worth to society. You could say that to the free-market true believer, to know the price of everything is also to know the value of everything.

Modern money — consisting of pieces of paper or their digital equivalent that are issued by the Fed, not created by the heroic efforts of entrepreneurs — is an affront to that worldview. Mr. Ryan is on record declaring that his views on monetary policy come from a speech given by one of Ayn Rand’s fictional characters. And what the speaker declares is that money is “the base of a moral existence. Destroyers seize gold and leave to its owners a counterfeit pile of paper. … Paper is a check drawn by legal looters.”

Once you understand that this is how many conservatives really think, it all falls into place. Of course they predict disaster from monetary expansion, no matter the circumstances. Of course they are undaunted in their views no matter how wrong their predictions have been in the past. Of course they are quick to accuse the Fed of vile motives. From their point of view, monetary policy isn’t really a technical issue, a question of what works; it’s a matter of theology: Printing money is evil.

So as I said, monetary policy should be an issue in 2016. Because there’s a pretty good chance that someone who either gets his monetary economics from Ayn Rand, or at any rate feels the need to defer to such views, will get to appoint the next head of the Federal Reserve.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il denaro rende pazzi, di Paul Krugman

New York Times 13 febbraio 2015

La politica monetaria probabilmente non sarà un tema importante nella campagna elettorale del 2016, eppure dovrebbe esserlo. Dopo tutto è estremamente importante, e la base repubblicana e molti dirigenti politici hanno punti di vista audaci sulla Federal Reserve e sulla sua conduzione. E la candidatura presidenziale finale dovrà sicuramente avallare la linea del partito.

Così ha il suo peso che il consenso che si delinea sulla moneta nel Partito Repubblicano sia pazzesco – una teoria della cospirazione assolutamente folle.

In questo momento, la più evidente manifestazione della follia monetaria è la campagna del Senatore Rand Paul dal titolo “Fare una ispezione alla Fed”. Il signor Paul trova gusto nel mettere in guardia che gli sforzi della Fed per sostenere l’economia possono portare all’iperinflazione; ama parlare delle carrette di denaro contante che la gente trasportava nella Germania di Weimar. Sennonché lo sta dicendo dal 2009, e continua a non succedere. Dunque adesso ha una nuova linea: la Fed è una banca sovraindebitata. Proprio come era la Lehman Brothers, e potrebbe un giorno o l’altro trovarsi dinanzi ad un disastroso collasso di fiducia.

Il racconto è insensato da così tanti punti di vista che i commentatori fanno fatica a stargli dietro, ma ci sia consentito semplicemente di notare che le “passività” della Fed sono fatte di contante, e coloro che detengono contante possono scegliere di convertirlo, appunto, in contante. No, la Fed non può cadere vittima di un assalto agli sportelli. Ma il signor Paul viene censurato per queste opinioni? Niente affatto.

Inoltre, nel mentre il signor Paul in questo momento pare essere il porta voce di punti di vista monetari demenziali, egli è tutt’altro che isolato. In molti hanno scritto a proposito della lettera aperta che eminenti repubblicani indirizzarono a Ben Bernanke, allora Presidente della Fed, con la quale si metteva in guardia che tali sforzi avrebbero condotto all’inflazione ed alla “svalutazione della moneta”. Molti meno hanno scritto sul simultaneo passaggio di figure apparentemente rispettabili alle teorie della cospirazione.

Ci fu, per esempio, l’articolo nella pagina dei commenti del congressista Paul Ryan, che ancora oggi è di fatto la guida intellettuale del Partito Repubblicano, e di John Taylor, l’economista monetario preferito dal Partito. La politica della Fed, dichiararono, “assomiglia molto ad un tentativo di salvataggio della politica della finanza pubblica [1], e tentativi del genere chiamano in causa l’indipendenza della Fed”. Quella presa di posizione assomigliava molto alla pretesa secondo la quale Bernanke e colleghi stavano tradendo la fiducia in loro riposta allo scopo di dare una mano all’Amministrazione Obama – pretesa per la quale non c’erano prove di nessun genere.

Supponiamo, inoltre, che voi crediate che le iniziative della Fed abbiano contribuito ad evitare quella che altrimenti sarebbe stata un crisi finanziaria. La si può ritenere una cosa negativa?

Potete pensare che almeno alcuni degli attuali aspiranti alla Presidenza se ne stiano lontani dalla palude febbricitante, ma non ne siate così sicuri. Sembra che Jeb Bush si stia procurando il proprio programma economico, così com’è, dal “Progetto Crescita al 4%” del George W. Bush Institute. E a capo di quel progetto c’è Amity Shlaes [2], una eminente componente del gruppo dei teorici della “cospirazione dell’inflazione”, individui che sostengono che il Governo stia grandemente alterando al ribasso il tasso effettivo di inflazione.

Dunque, la follia monetaria ha effetti pervasivi nel Partito Repubblicano odierno. Ma perché? Gli interessi di classe giocano un ruolo indubbio – i ricchi di norma sono prestatori più che debitori, e almeno in termini relativi beneficiano di politiche deflazionistiche. Ma io sospetto che i conservatori abbiano anche un profondo problema psicologico con i sistemi monetari moderni.

Vedete, nella concezione del mondo dei conservatori i mercati non sono soltanto un modo utile di organizzazione l’economia; sono una struttura morale: la gente viene pagata per quello che merita, e quello che i beni costano corrisponde a quanto essi per davvero valgono per la società. Si potrebbe dire che per un vero seguace del libero mercato, conoscere il prezzo di qualcosa equivale anche a conoscere il valore di quella cosa.

Il denaro moderno – che consiste in pezzi di carta o nel loro equivalente digitale che sono emessi dalla Fed, anziché creati dagli sforzi eroici degli imprenditori – è un affronto a quella visione del mondo. Il signor Ryan continua a dichiarare ufficialmente che le sue opinioni sulla politica monetaria derivano da un discorso pronunciato da uno dei protagonisti romanzeschi di Ayn Rand [3]. E chi pronunciava quel discorso affermava che il denaro è “la base di una esistenza morale. I distruttori si impadroniscono dell’oro e lasciano ai suoi proprietari un mucchio contraffatto di pezzi di carta …. Quei fogli sono un assegno emesso legalmente da sciacalli”.

Una volta che comprendete che questo è il modo in cui molti conservatori realmente ragionano, ogni cosa va al suo posto. E’ naturale che essi prevedano disastri dall’espansione monetaria, a prescindere dalle circostanze. E’ naturale che siano imperterriti nelle loro opinioni, a prescindere da quante volte esse si siano provate sbagliate nel passato. E’ naturale che non esitino ad accusare la Fed di motivazioni meschine. Dal loro punto di vista, la politica monetaria non è in realtà un tema tecnico, una questione relativa a come le cose funzionano; è un tema teologico: stampare moneta è diabolico.

Come ho detto, la politica monetaria dovrebbe essere una tema nel 2016. Perché ci sono discrete possibilità che qualcuno che deriva la sua economia monetaria da Ayn Rand, o che comunque sente il bisogno di rinviare a tali punti di vista, ottenga di essere prossimamente messo a capo della Fed.

 

 

[1] Per chi ne fosse curioso, la ragione per la quale traduco “fiscal” con “della finanza pubblica” non deriva da un fissazione anti anglofona, ma da semplice logica lessicale, come è spiegato alla voce “fiscal” nelle note sulla traduzione.

[2] Scrittrice e giornalista conservatrice.

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[3] Vedi a proposito della scrittrice russo americana del secolo scorso (famosa icona repubblicana ed autrice del romanzo “Atlas Shrugged” – nel quale il protagonista pronuncia quel discorso finale sul ruolo insostituibile dell’oro) la nota sulla traduzione.

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