Blog di Krugman

La Grecia ha fatto bene (22 febbraio 2015)

 

Feb 22 9:30 am

Greece Did OK

Now that the dust has settled a bit, we can look calmly at the deal — if it really is a deal that survives through tomorrow, which some people doubt. And it’s increasingly clear that Greece came out in significantly better shape, at least for now.

The main action, always, involves the Greek primary surplus — how much more will they need to raise in revenue than they can spend on things other than interest? The question these past few days would be whether the Greeks would be forced into agreeing to aim for very high primary surpluses under the threat of being pushed into immediate crisis. And they weren’t.

One way to see this is through careful parsing of the language, as done here. That’s quite useful. But I’d argue that in an important sense we’re past that kind of word-chopping. Instead, we need to think about what happens substantively from here out.

Right now, Greece has avoided a credit cutoff, and worse yet an ECB move to pull the plug on its banks, and it has done so while getting the 2015 primary surplus target effectively waived.

The next step will come four months from now, when Greece makes its serious pitch for lower surpluses in future years. We don’t know how that will go. But nothing that just happened weakens the Greek position in that future round. Suppose that the Germans claim that some ambiguously worded clause should be interpreted to mean that Greece must achieve a 4.5 percent of GDP surplus, after all. Greece will say no, it doesn’t — and then what? A couple of years ago, when all the VSPs of Europe believed utterly in austerity, Greece might have faced retaliation thanks to wording issues; not now.

So Greece has won relaxed conditions for this year, and breathing room in the run-up to the bigger fight ahead. Could be worse.

 

La Grecia ha fatto bene

Ora che la polvere si è un po’ depositata, possiamo guardare con calma all’accordo – ammesso che sia realmente un accordo destinato a resistere oltre una giornata, cosa della quale alcuni dubitano. E, almeno per adesso, è sempre più chiaro che la Grecia ne è uscita in una condizione significativamente migliore.

L’intervento principale riguarda, sempre, l’avanzo primario greco – di quante maggiori entrate i greci hanno bisogno, rispetto a quello che possono spendere al netto degli interessi? La domanda di questi giorni era se la Grecia sarebbe stata costretta a concordare con l’obbiettivo di avanzi primari elevatissimi, con la minaccia di essere spinta ad una crisi immediata. E non è quello che è avvenuto.

Un modo di osservarlo è attraverso una scrupolosa analisi linguistica, come viene fatto in questa connessione [1]. Ciò è abbastanza utile. Ma direi che in un senso importante abbiamo superato quella sorta di ‘spezzatino’ linguistico. Abbiamo bisogno piuttosto di riflettere su quello che sostanzialmente accadrà da ora in poi.

Sul momento, la Grecia ha evitato un taglio del credito, e peggio ancora ha evitato una iniziativa della BCE per staccare la spina alle sue banche, e lo ha fatto ottenendo una rinuncia sostanziale all’obbiettivo di avanzo primario per il 2015.

Il prossimo passo verrà tra quattro mesi, quando la Grecia pubblicizzerà seriamente le sue posizioni per avanzi primari più bassi nei prossimi anni. Non sappiamo come andrà a finire. Ma niente di quello che è appena accaduto indebolisce la posizione greca nel prossimo round. Supponiamo che i tedeschi sostengano che qualche clausola ambiguamente espressa debba, alla fine, essere interpretata nel senso che la Grecia deve ottenere un avanzo primario pari al 4,5 per cento del PIL. La Grecia dirà di no, che non intende farlo – ed allora? Un paio di anni fa, quanto tutte le Persone Molto Serie d’Europa credevano completamente nell’austerità, la Grecia avrebbe potuto subire rappresaglie per una questione di parole; oggi no.

Dunque la Grecia ha conquistato condizioni più tranquille per quest’anno, ed una pausa di respiro nel periodo che precede la prossima più grande battaglia. Poteva andar peggio.

 

 

[1] Il riferimento è ad un articolo di meticolosa disanima dell’accordo a cura di Norman Häring, un esperto tedesco. Come è noto il 16 febbraio l’eurogruppo aveva intimato alla Grecia di formulare per scritto un propria diversa proposta di accordo provvisorio – rispetto ad un testo presentato l’11 febbraio da Varoufakis – ed il 20 febbraio l’eurogruppo ha concordato su una “dichiarazione” sul caso greco. La analisi è istruttiva, delle sottigliezze spesso bizantine che sono intervenute nel passaggio dei quattro giorni; e l’esperto tedesco solleva il dubbio che Schäuble abbia guadagnato qualcosa di sostanziale nel bloccare la proposta iniziale di Varoufakis.

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