Feb 19 11:58 am
Germany says no to Greek request.To be fair, I think news reports describing the Greek letter as a complete u-turn and capitulation are wrong. I see this:
and it looks to me as if Greece is quite carefully not committing to the original fiscal targets; it will attain “appropriate primary fiscal surpluses”, which almost surely means less than 4.5 percent of GDP. So if the German complaint is that Greece is not agreeing to lock in total surrender to the preexisting austerity plan, this appears to be right. Instead, Greece appears to be seeking to buy some time to put together an economic strategy (remember, this is a new government without a deep bench of technocrats), and to negotiate terms later. Germany, on the other hand, is trying to force Syriza into complete abandonment of its election promises right now, today.
Do the Germans really think that’s a likely outcome? I suspect not. This looks to me like an attempt to force Greece out of the euro, right now. German policy is objectively pro-Grexit.
It’s also, given the likely fallout, objectively pro-Golden Dawn.
The role of the ECB is critical here, and Peter Doyle says what I’ve been meaning to say, but better:
[I]n the event that Euro-Greek negotiations fail, the ECB should unequivocally continue to provide full ELA to Greece. Furthermore, it should make that position clear now, while negotiations on the program continue. This would determine that Euro policymakers must not only resolve Greece without the ECB stick corralling them but must also find themselves another Euro enforcement mechanism.
Crunch time.
Metteteci una parolaccia tedesca
La Germania dice no alle richieste greche. A dir la verità, penso che i resoconti giornalistici che descrivono la lettera greca come un completo rovesciamento ed una capitolazione siano sbagliati. Io leggo questo:
“Lo scopo della proproga di sei mesi della durata dell’Accordo é:
a) Concordare i termini finanziari ed amministrativi reciprocamente accettabili l’attuazione dei quali, in collaborazione con le istituzioni [1], stabilizzerà la posizione della finanza pubblica della Grecia, conseguirà avanzi di amministrazione primari della finanza pubblica idonei, garantirà la sostenibilità del debito e contribuirà all’ottenimento degli obbiettivi finanziari per il 2015 che tengano conto della attuale situazione economica.”
e mi sembra che la Grecia sia abbastanza scrupolosa nel non impegnarsi sugli originari obbiettivi di finanza pubblica; essa conseguirà “avanzi primari della finanza pubblica appropriati”, il che quasi certamente significa inferiori al 4,5 per cento del PIL. Cosicché se la lamentela tedesca è che la Grecia non sta concordando di rinchiudersi in una totale resa al programma di austerità preesistente, questo sembra giusto. Piuttosto, sembra che la Grecia stia cercando di guadagnare un po’ di tempo per mettere assieme una strategia economica (si ricordi, questo è un nuovo governo senza molti tecnocrati in panchina) e negoziarne i termini successivamente. La Germania, d’altra parte, sta cercando di costringere Syriza ad un abbandono completo delle sue promesse elettorali sin da subito, oggi stesso.
Pensano davvero i tedeschi che questo sia un risultato probabile? Sospetto di no. Mi sembra piuttosto un tentativo di costringere la Grecia fuori dall’euro, sin da subito. La politica è obiettivamente a favore dell’uscita della Grecia.
Essa è, date le probabile conseguenze negative, obbiettivamente a favore di Alba Dorata.
In questo caso il ruolo della BCE è critico, e Peter Doyle [2] afferma, meglio di me, quello che io avevo intenzione di dire:
“(Nel)l’ipotesi che i negoziati euro-greci falliscano, la BCE dovrebbe inequivocabilmente fornire una piena ELA (Emergency Liquidity Assistance) alla Grecia. Inoltre, dovrebbe rendere chiara quella posizione sin da subito, mentre i negoziati sul programma sono in corso. In questo modo si stabilirebbe che gli uomini politici europei non solo devono giungere ad una decisione sulla Grecia senza che il bastone della BCE li tenga riuniti, ma anche trovare da soli un altro meccanismo di applicazione dell’euro.”
Tempi critici.
[1] Pare che il termine “istituzioni” sia la soluzione che è stata trovata per superare la parola “troika”.
[2] L’articolo nella connessione è apparso su FTAlphaville, blog del Financial Times, e Peter Doyle è un economista che in passato ha fatto parte dello staff del FMI.
By mm
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