febbraio 2015 Archive

Riformare la riforma greca di Dani Rodrik (da Project Syndicate, 13 febbraio 2015)

Il denaro rende pazzi, di Paul Krugman (New York Times 13 febbraio 2015)

Non è facile che il tema della politica monetaria finisca al centro di una campagna presidenziale, ma non sarebbe male. Perchè alla fine il candidato alle elezioni avallerà le opinioni del Partito, e probabilmente nominerà il nuovo Presidente della Fed sulla base di tali orientamenti. E gli orientamenti della base repubblicana e di molti dirigenti eminenti di quel Partito - da Rand Paul a Paul Ryan - hanno questo di caratteristico: che considerano i temi monetari non come questioni di tecnica economica, ma come questioni di teologia. La carta moneta è una sorta di permanente possibile sopruso, in un mondo che dovrebbe essere regolato dall'oro. Da qua, tra l'altro, l'idea che l'America abbia una inflazione effettiva assai più elevata, e che i dati veri siano truccati da una cospirazione del Governo. Il rischio è quello di trovarsi con un nuovo Presidente della Fed la cui cultura in materia monetaria si basi sui romanzi di Ayn Rand.

Preveggenza col senno di poi (13 febbraio 2015)

[1] Da alcuni mesi Krugman spesso colloca un diagramma all’inizio di un post, anziché in un punto preciso della sua argomentazione, il che significa che ...

Venti contrari dalla Cina sull’economia globale, di Adair Turner (da Project Syndicate, 12 febbraio 2015)

C’è qualcosa che riguarda il denaro (intrinsecamente per esperti) (10 febbraio 2015)

[1] Attuale Senatore repubblicano del Kentucky, figlio di Ron Paul, deputato repubblicano del Texas nel 1976.                 [2] ...

Intimo ed illusorio (10 febbraio 2015)

[1] Uno degli argomenti che Krugman ha sempre usato nella polemica con Ryan; le sue proposte contenevano di solito obbiettivi dei quali non si spiegavano ...

Grecia: la cravatta che non crea vincoli (9 febbraio 2015)

[1] Il legame. Ma in questo caso forse si tratta proprio della cravatta (di Varoufakis). O meglio, della non-cravatta di Varoufakis. [2] La tesi sotto ...

Nessuno capisce il debito, di Paul Krugman (New York Times 9 febbraio 2015)

Un recente rapporto del McKinsey Global Institute mostra che il rapporto tra debito e PIL è peggiorato dappertutto nel mondo, a partire dalla crisi del 2008. E questo nonostante che la riduzione del debito e l'austerità nella finanza pubblica sia stata predicata dappertutto. E' dipeso dal fatto che l'austerità non è stata sufficiente? No, in alcuni casi è stata addirittura feroce. Il punto è che in economia il mio debito è il tuo reddito, ed il mio reddito è il tuo debito. E se tutti corrono a ridurre il debito contemporaneamente, privati e Stati, il risultato non può che essere recessivo. La signora Merkel ha chiesto ripetutamente "frugalità", ovvero che si applicasse all'Europa la virtù delle 'casalinghe sveve'. Ma era un pessima similitudine, e se la Grecia uscirà dall'euro e l'intero progetto della valuta unica andrà in crisi, sulla tomba dell'euro si potrà scrivere "Deceduto per una cattiva analogia."

La “Divina coincidenza” in un universo parallelo (e un post connesso del 31 dicembre 2014) di Simon Wren-Lewis (da Mainly Macro, 8 febbraio 2015)

[1] Vedi la nota al post di Wren-Lewis su questo stesso tema del giorno precedente. [2] Penso sia la traduzione più appropriata. E’ una espressione ...

La ripresa differenziale e il dollaro (per esperti) (7 febbraio 2015)

[1] Il modello della “eccedenza” o l’ipotesi del tasso di cambio eccedente è una spiegazione per la elevata volatilità dei tassi di cambio che fu ...

Debito: un esperimento di pensiero (6 febbraio 2015)

[1] Espressione ironica che di solito indica un riferimento da parte di minoranze – dai pellerossa agli afroamericani – alla popolazione “abbiente, bianca ed anglosassone”.

Asimmetrie e incertezze, di Simon Wren-Lewis (da Mainly Macro, 6 febbraio 2015)

[1] Nel testo inglese. [2] Monetary Policy Committee è il comitato della Banca di Inghilterra che decide dei tassi di interesse, riunendosi tradizionalmente per due ...

Una sfida incosciente, di Paul Krugman (New York Times 6 febbraio 2015)

La BCE, mercoledì scorso, ha annunciato che non accetterà più come garanzie per i prestiti le obbligazioni (scadenti) sul debito greco. In realtà, al tempo stesso ha lasciata aperta la strada principale dei finanziamenti di emergenza. Ma sembra che in tal modo, abbia voluto dare un segnale sia ai greci che ai tedeschi. Tra i quali non sembra in atto una normale trattiva diplomatica; piuttosto uno scontro ultimativo. L'irresponsabilità è tutta tedesca, giacché basta fare due conti per comprendere che i greci non potranno ripagare tutto il debito, alle condizioni previste. Ma i dirigenti tedeschi, sforunatamente, hanno educato il proprio elettorato alle spiegazioni moralistiche, non a fare i conti. E, come in tutte le crisi recenti, ora sembrano in difficoltà ad imboccare la strada di un maggiore realismo. Cosa farà a quel punto la Banca Centrale Europea? Il momento della verità si avvicina.

Il dollaro e la ripresa (per esperti) (6 febbraio 2015)

[1] Nella connessione si trova un post interessante di Matthew Yglesias, sul recente fenomeno dei tassi di interesse negativi su bond di alcuni paesi europei ...

Il debito è denaro che dobbiamo a noi stessi (6 febbraio 2015)

[1] Obbligazioni dello Stato britannico, che furono emesse per la prima volta nel 1751, ed erano di durata ‘perpetua’, riscattabili su decisione del Governo. [2] ...

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