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Gli orrori immaginari della assistenza sanitaria, di Paul Krugman (New York Times 30 marzo 2015)

 

Imaginary Health Care Horrors

MARCH 30, 2015

Paul Krugman

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There’s a lot of fuzzy math in American politics, but Representative Pete Sessions of Texas, the chairman of the House Rules Committee, recently set a new standard when he declared the cost of Obamacare “unconscionable.” If you do “simple multiplication,” he insisted, you find that the coverage expansion is costing $5 million per recipient. But his calculation was a bit off — namely, by a factor of more than a thousand. The actual cost per newly insured American is about $4,000.

Now, everyone makes mistakes. But this wasn’t a forgivable error. Whatever your overall view of the Affordable Care Act, one indisputable fact is that it’s costing taxpayers much less than expected — about 20 percent less, according to the Congressional Budget Office. A senior member of Congress should know that, and he certainly has no business making speeches about an issue if he won’t bother to read budget office reports.

But that is, of course, how it’s been all along with Obamacare. Before the law went into effect, opponents predicted disaster on all levels. What has happened instead is that the law is working pretty well. So how have the prophets of disaster responded? By pretending that the bad things they said would happen have, in fact, happened.

Costs aren’t the only area where enemies of reform prefer to talk about imaginary disasters rather than real success stories. Remember, Obamacare was also supposed to be a huge job-killer. In 2011, the House even passed a bill called the Repealing the Job-Killing Health Care Law Act. Health reform, opponents declared, would cripple the economy and in particular cause businesses to force their employees into part-time work.

Well, Obamacare went into effect fully at the beginning of 2014 — and private-sector job growth actually accelerated, to a pace we haven’t seen since the Clinton years. Meanwhile, involuntary part-time employment — the number of workers who want full-time work but can’t get it — has dropped sharply. But the usual suspects talk as if their dire predictions came true. Obamacare, Jeb Bush declared a few weeks ago, is “the greatest job suppressor in the so-called recovery.”

Finally, there’s the never-ending hunt for snarks and boojums — for ordinary, hard-working Americans who have suffered hardship thanks to health reform. As we’ve just seen, Obamacare opponents by and large don’t do math (and they’re sorry when they try). But all they really need are a few sob stories, tales of sympathetic individuals who have been impoverished by some aspect of the law.

Remarkably, however, they haven’t been able to find those stories. Early last year, Americans for Prosperity, a Koch brothers-backed group, ran a series of ads featuring alleged Obamacare victims — but not one of those tales of woe stood up to scrutiny. More recently, Representative Cathy McMorris Rodgers of Washington State took to Facebook to ask for Obamacare horror stories. What she got instead was a torrent of testimonials from people whose lives have been improved, and in some cases saved, by health reform.

In reality, the only people hurt by health reform are Americans with very high incomes, who have seen their taxes go up, and a relatively small number of people who have seen their premiums rise because they’re young and healthy (so insurers previously saw them as good risks) and affluent (so they don’t qualify for subsidies). Neither group supplies suitable victims for attack ads.

In short, when it comes to the facts, the attack on health reform has come up empty-handed. But the public doesn’t know that. The good news about costs hasn’t made it through at all: According to a recent poll by Vox.com, only 5 percent of Americans know that Obamacare is costing less than predicted, while 42 percent think the government is spending more than expected.

And the favorable experiences of the roughly 16 million Americans who have gained insurance so far have had little effect on public perceptions. Partly that’s because the Affordable Care Act, by design, has had almost no effect on those who already had good health insurance: Before the act, a large majority of Americans were already covered by their employers, by Medicare or by Medicaid, and they have seen no change in their status.

At a deeper level, however, what we’re looking at here is the impact of post-truth politics. We live in an era in which politicians and the supposed experts who serve them never feel obliged to acknowledge uncomfortable facts, in which no argument is ever dropped, no matter how overwhelming the evidence that it’s wrong.

And the result is that imaginary disasters can overshadow real successes. Obamacare isn’t perfect, but it has dramatically improved the lives of millions. Someone should tell the voters.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli orrori immaginari della assistenza sanitaria, di Paul Krugman

New York Times 30 marzo 2015

Nella politica americana la matematica lascia molto a desiderare, ma il congressista Pete Sessions del Texas, Presidente della Commissione delle Procedure della Camera [1], ha di recente stabilito un nuovo modello, allorché ha dichiarato il costo della riforma sanitaria di Obama “incalcolabile”. Se si fa una “semplice moltiplicazione”, ha ribadito, si scopre che l’espansione della copertura assicurativa sta costando 5 milioni di dollari per assistito. Era però un calcolo un po’ sbagliato – per la precisione, di un fattore superiore a cento. Il costo effettivo per ogni nuovo americano assicurato è attorno ai 4.000 dollari.

Ora, gli errori li fanno tutti. Ma questo non era un errore trascurabile. Qualsiasi sia il vostro punto di vista complessivo sulla Legge per una Assistenza Sostenibile [2], un fatto indiscutibile è che essa sta costando ai contribuenti molto meno di quanto ci si aspettasse – circa il 20 per cento in meno, secondo l’Ufficio del Bilancio del Congresso. Un membro anziano dovrebbe saperlo, e di sicuro non dovrebbe far discorsi su un tema se non si è dato pena di leggere i resoconti dell’ufficio sul bilancio.

Ma questo, come si sa, ha riguardato tutta la riforma sanitaria di Obama. Prima che la legge entrasse in funzione, gli oppositori prevedevano disastri su tutti i fronti. Quello che è successo, invece, è stato che la legge ha funzionato abbastanza bene. In che modo quei profeti di disastro hanno reagito? Fingendo che le cose negative che affermavano sarebbero accadute, fossero accadute sul serio.

I costi non sono l’unica area nella quale i nemici della riforma preferiscono parlare di disastri immaginari, anziché delle reali storie di successo. Ricorderete che la legge sulla assistenza di Obama si supponeva fosse anche destinata a falcidiare i posti di lavoro. Nel 2011, la Camera approvò persino una proposta denominata “Abrogazione della Legge di Assistenza Sanitaria che Ammazza i posti di lavoro[3]. La riforma sanitaria, affermavano gli oppositori, avrebbe azzoppato l’economia e in particolare spinto le imprese ad obbligare i propri addetti a passare al lavoro a tempo parziale.

Ebbene, la riforma sanitaria entrò pienamente in funzione agli inizi del 2014 – e la crescita dei posti di lavoro nel settore privato per la verità ha accelerato, con un ritmo che non si era visto dagli anni di Clinton. Nel frattempo, l’occupazione a tempo parziale involontaria – il numero dei lavoratori che vorrebbero un impiego a tempo pieno ma non riescono ad averlo – è caduto bruscamente. Ma i soliti noti parlano come se le loro terribili previsioni si fossero avverate. La riforma della assistenza di Obama, ha dichiarato poche settimane fa Jeb Bush [4], è “il più grande fattore di soppressione di posti di lavoro nella cosiddetta ripresa”.

Infine, c’è la caccia che non finisce mai ad animali misteriosi e fantasmini [5] – ovvero a americani comuni che lavorano duramente e che avrebbero patito a causa della riforma sanitaria. Come abbiamo appena visto, gli oppositori della riforma in generale hanno problemi con il far di conti (e quando ci provano sono patetici). Ma tutto quello di cui hanno bisogno sono alcune storie lacrimose, racconti di individui che muovono alla compassione, che sono stati impoveriti da alcuni aspetti della legge.

E’ rilevante, tuttavia, che non siano riusciti a trovarne. Agli inizi dell’anno passato, il gruppo Americani per la Prosperità, che gode del sostegno del fratelli Koch [6], mise in circolazione una serie di inserzioni pubblicitarie che mostravano pretese vittime della riforma – ma nessuno di quegli angosciosi racconti stava in piedi, ad una analisi attenta. Più di recente, la congressista Cathy McMorris Rodgers dello Stato di Washington si rivolse a Facebook per chiedere racconti dell’orrore relativi alla riforma sanitaria. Quello che ottenne fu invece un fiume di testimonianze di persone la cui vita era stata migliorata, in qualche caso salvata, dalla riforma sanitaria.

In realtà, le uniche persone colpite dalla riforma sanitaria sono americani con redditi molto alti, che hanno visto crescere le loro tasse, ed un numero relativamente piccolo di persone che hanno visto le loro polizze salire perché sono giovani e in buona salute (e dunque, in precedenza, gli assicuratori li consideravano un buon affare) e benestanti (e dunque non hanno diritto ai sussidi pubblici). Nessuno dei due gruppi fornisce vittime idonee per l’offensiva pubblicitaria.

In breve, quando si viene alla sostanza, l’attacco alla riforma sanitaria si ritrova con un pugno di mosche. Ma l’opinione pubblica lo ignora. Le buone notizie sui costi non sono affatto arrivate a destinazione: secondo un recente sondaggio di Vox.com, soltanto il 5 per cento degli americani sa che la riforma di Obama costa meno del previsto, mentre il 42 per cento pensa che il Governo stia spendendo più di quello che si prevedeva.

E le esperienze positive dei circa 16 milioni di americani che sino a questo punto hanno ottenuto l’assicurazione, hanno un effetto modesto sulle percezioni dell’opinione pubblica. In parte questo dipende dal fatto che la Legge sulla Assistenza Sostenibile, per come è concepita, non ha quasi alcun effetto su coloro che già avevano una buona assicurazione sanitaria: prima della legge, una ampia maggioranza di americani avevano già la copertura assicurativa a carico dei loro datori di lavoro, oppure da parte di Medicare o Medicaid [7], ed essi non hanno conosciuto alcun cambiamento nella loro condizione.

Tuttavia, in senso più profondo, stiamo in questo caso assistendo all’impatto della politica di un’epoca nella quale la verità non conta più. Quello in cui viviamo oggi è un tempo nel quale gli uomini politici e i sedicenti esperti al loro servizio non si sentono obbligati a riconoscere i fatti scomodi, nel quale non si rinuncia mai a nessun argomento, a prescindere da quanto siano schiaccianti le prove della sua erroneità.

E il risultato è che i disastri immaginari possono far passare in secondo piano i successi reali. La riforma della assistenza sanitaria di Obama non è perfetta, ma ha migliorato in modo spettacolare l’esistenza di milioni di persone. Qualcuno dovrebbe raccontarlo agli elettori.

 

[1] E’ una delle commissioni più potenti della Camera americana. Non ha per oggetto una materia specifica, ma ha il compito di stabilire le ‘rules’ – che traduciamo con ‘procedure’ – alle quali ogni singola proposta di legge sarà assoggettata; ad esempio, essa può decidere dell’urgenza di un provvedimento, a prescindere dalla sua data di iscrizione all’ordine del giorno, nonché delle modalità del dibattito e della proposizione di emendamenti.

[2] Come è noto, è la denominazione ufficiale della legge di riforma della assistenza sanitaria.

[3] E’ la denominazione della proposta di abrogazione, nel testo ufficiale.

[4] Il fratello più giovane di George, Governatore della Florida e non impossibile candidato alle presidenziali.

[5] “La caccia allo snark” è il titolo di un racconto del 1874 dello scrittore inglese Lewis Carroll. Lo ‘snark’ è un animale misterioso – il termine allude pare ad un misto di squalo e serpente – e il ‘boojum’ è una entità altrettanto misteriosa (il racconto termina con la frase: “Perché lo snark, sapete, era un boojum!”) Nelle traduzioni italiane del racconto, “snark” è stato risolto in vari modi: snualo, squallo, squarco etc.

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[6] Una famiglia di mecenati della destra americana, nonché petrolieri.

[7] I due programmi federali della sanità che hanno effettivi caratteri pubblicistici. Il primo a vantaggio della popolazione anziana, il secondo dei poveri e delle persone con redditi più bassi.

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