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La strega della (s)fiducia di Francesco Saraceno (dal blog ‘Pensieri sparsi di un economista europeo depresso’, 25 marzo 2015)

 

March 25, 2015

The Confidence Witch

Francesco Saraceno

z 589

 

 

 

 

 

Remember the old times? Here is a quote from ECB President Jean-Claude Trichet, September 2nd, 2010:

[Fiscal Consolidation] is a prerequisite for maintaining confidence in the credibility of governments’ fiscal targets. Positive effects on confidence can compensate for the reduction in demand stemming from fiscal consolidation, when fiscal adjustment strategies are perceived as credible, ambitious and focused on the expenditure side. The conditions for such positive effects are particularly favourable in the current environment of macroeconomic uncertainty.

And just in case it was not clear, on September 3rd, 2010:

We encourage all countries to be absolutely determined to go back to a sustainable mode for their fiscal policies,” Trichet said, speaking after the ECB rate decision on Thursday. “Our message is the same for all, and we trust that it is absolutely decisive not only for each country individually, but for prosperity of all.”

“Not because it is an elementary recommendation to care for your sons and daughter and not overburden them, but because it is good for confidence, consumption and investment today”.

Well, think again. Here is the abstract of ECB Working Paper no 1770, March 2015:

We explore how fiscal consolidations affect private sector confidence, a possible channel for the fiscal transmission that has received particular attention recently as a result of governments embarking on austerity trajectories in the aftermath of the crisis. Panel regressions based on the action-based datasets of De Vries et al. (2011) and Alesina et al. (2014) show that consolidations, and in particular their unanticipated components affect confidence negatively. The effects are stronger for revenue-based measures and when institutional arrangements, such as fiscal rules, are weak. To obtain a more accurate picture of how consolidations affect confidence, we co nstruct a monthly dataset of consolidation announcements based on the aforementioned datasets, so that we can study the confidence effects in real time using an event study. Consumer confidence falls around announcements of consolidation measures, an effect driven by revenue-based measures. Moreover, the effects are most relevant for European countries with weak institutional arrangements, as measured by the tightness of fiscal rules or budgetary transparency. The effects on producer confidence are generally similar, but weaker than for consumer confidence.

The confidence fairy seems to have turned into a confidence witch. One more victim of the crisis. But this one will not be missed.

It is not shameful to change opinion. Rather the contrary, it is a sign of intellectual courage. Two years ago, the IMF famously surprised commentators worldwide with a rather substantial U-turn on the impact of austerity. Revised calculations on the size of multipliers led them to acknowledge that they had underestimated the impact of austerity on economic activity.

Even at that time it started with a technical paper. But significantly, that paper was coauthored by Olivier Blanchard, IMF Chief Economist. It then served as the basis for a progress report on Greece, in June 2013, that de facto disavowed the first bailout program arguing that austerity had proven to be self-defeating.

Let us just hope that in the ECB new building communication between the research department and the top guys is more effective than in the old one…

Ps
I am glad to give credit for the title to Merijn Knibbe, from Real-World Economics Review Blog, who used the term in a comment to my last post.

 

 

 

 

 

 

La strega della (s)fiducia

di Francesco Saraceno

Vi ricordate il passato? Ecco una citazione dal Presidente della BCE Jean-Claude Trichet, il 2 settembre del 2010:

“(Il consolidamento della finanza pubblica) è un prerequisito per mantenere la fiducia nella credibilità degli obbiettivi dei conti pubblici dei Governi. Effetti positivi sulla fiducia possono compensare la riduzione della domanda derivante dal consolidamento della finanza pubblica, quando le strategie di correzione sono percepite credibili, ambiziose e concentrate sul lato delle spese. Le condizioni per tali effetti positivi sono particolarmente favorevoli nell’attuale contesto di incertezza economica.”

E, proprio nel caso non fosse stato chiaro, il 3 settembre 2010:

“Noi incoraggiamo tutti i Governi ad essere assolutamente determinati nel tornare ad una condizione sostenibile delle loro politiche della finanza pubblica” – disse Trichet parlando all’indomani della decisione della BCE sui tassi di giovedì. “Il nostro messaggio è lo stesso per tutti, e crediamo che esso sia assolutamente fondamentale non solo per ciascun paese individualmente, ma per la prosperità di tutti.”

“Non si tratta solo del fatto che prendersi cura dei vostri figli e delle vostre figlie e non caricarli di un debito eccessivo è una raccomandazione elementare, si tratta del fatto che è una cosa positiva per la fiducia, per i consumi e gli investimenti di oggi.”

Ebbene, torniamo a rifletterci. Ecco una sintesi del ‘foglio di lavoro n. 1770’ della BCE del marzo 2015:

“Consideriamo quanto i consolidamenti fiscali influenzino la fiducia del settore privato, un canale possibile della influenza dei conti pubblici che ha ricevuto di recente una attenzione particolare dei Governi impegnati sulle direttrici dell’austerità all’indomani della crisi. Regressioni del quadro basate sui complessi statistici fondati sui provvedimenti a cura di De Vries ed altri (2011) e di Alesina ed altri (2014), mostrano che i consolidamenti, e in particolare le loro componenti impreviste, influenzano negativamente la fiducia. Gli effetti sono più forti per le misure basate sulle entrate e allorché gli assetti istituzionali, quali ad esempio le regole della finanza pubblica, sono deboli. Per ottenere un quadro più preciso su come i consolidamenti influenzino la fiducia, elaboriamo complessi statistici mensili di annunci di consolidamento basati sui dati suddetti, in modo tale che si possano studiare gli effetti sulla fiducia in tempo reale, utilizzando uno studio su eventi effettivi. La fiducia dei consumatori cala in prossimità di annunci di misure di consolidamento, un effetto provocato da misure fondate sulle entrate. Inoltre, gli effetti sono più rilevanti per i paesi europei con deboli assetti istituzionali, valutati sulla base della rigidità delle regole finanziarie o della trasparenza di bilancio. Gli effetti sulla fiducia dei produttori sono in generale simili, ma più deboli che nel caso della fiducia dei consumatori.” [1]

La fata della fiducia sembra essersi trasformata in una strega della fiducia. Un’altra vittima della crisi. Ma di questa non si sentirà la mancanza.

Non è disonorevole cambiare opinione. Semmai il contrario, è un segno di coraggio intellettuale. Due anni orsono, il FMI notoriamente stupì i commentatori di tutto il mondo con una virata quasi completa di centottanta gradi sull’impatto dell’austerità. Stime rivisitate sulla dimensione dei moltiplicatori portarono al riconoscimento che l’impatto dell’austerità sulla attività economica era stato sottostimato da quell’istituto.

Anche a quel tempo si partì da un foglio di lavoro tecnico. Ma, in modo significativo, quello studio era stato effettuato col contributo di Olivier Blanchard, capoeconomista del FMI. Esso poi servì come base per un resoconto sugli sviluppi in Grecia, nel giugno 2013, che di fatto sconfessò il primo programma di salvataggio, sostenendo che l’austerità si era dimostrata controproducente.

Speriamo proprio che nel nuovo palazzo della BCE [2] la comunicazione tra il dipartimento di ricerca e gli individui dei piani superiori sia più efficace che nel vecchio …

 

PS: Sono contento di essere in debito per il titolo a Merijn Knibbe, che ha usato quell’espressione in un commento ad un mio post precedente.

 

 

 

[1] L’intera traduzione di questo ‘foglio di lavoro’ della BCE è evidentemente faticosa. La colpa è mia – del traduttore – anche se il linguaggio dei tecnici della banca centrale pare concepito apposta per scoraggiare la comprensione.

Per quanto riguarda il riferimento alla analisi di ‘regressione’ può essere utile, da Wikipedia, questa definizione: “L’analisi della regressione è una tecnica usata per analizzare una serie di dati che consistono in una variabile dipendente e una o più variabili indipendenti. La variabile dipendente nella equazione di regressione è modellata come una funzione delle variabili indipendenti più un termine d’errore.”

[2] Come si sa, inaugurato in questi giorni.

 

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