[1] La tabella indica il cosiddetto ‘coefficiente di Gini’ nei due paesi. Il coefficiente di Gini, introdotto dallo statistico italiano Corrado Gini, è una misura ...
Per molto tempo i conservatori americani hanno criticato la Fed per la sua politica mirante ad aiutare la ripresa economica. L'argomento era che in quel modo si indeboliva il dollaro. In realtà negli anni passati il dollaro si rafforzò rispetto alle altre valute, in media del 20 per cento; del 27% rispetto all'euro. Oggi accade il contrario e non dipende da guerre valutarie; dipende soltanto dal fatto che - in regime di tassi di cambio flessibili e di alta mobilità dei capitali - naturalmente i guai dell'Europa tendono a contaminare l'America, e la ripresa americana tende a subire un travaso in Europa. Da tutto questo l'Europa trarrà vantaggio, gli USA invece ci rimetteranno. C'è da sperare che questa politica di Draghi e della BCE abbia efficacia, e che la trappola deflattiva in Europa si interrompa. E c'è anche da sperare che alla Fed si comprenda che la crisi non è alle nostre spalle, e che non è il momento di rialzare i tassi di interesse.
[1] Sulla copertina della rivista Time del 1999 – ricordata im premessa di questo post – comparivano l’allora Presidente della Fed Alan Greenspan (in primo ...
[1] Al Comitato Federale sul Mercato Aperto, ovvero all’organismo della Fed responsabile delle decisioni fondamentali della politica monetaria. [2] Il “term premium” è la quantità ...
[1] Il barile è una unità di misura di un volume. Un barile di petrolio equivale a 159 litri. [2] In economia il “deflatore del ...
[1] William Julius Wilson è un sociologo statunitense nato nel 1935, che ha insegnato all’Università di Chicago, dal 1972 al 1996, e poi a quella ...
[1] Ovvero, per i quali sono necessari determinati livelli di reddito che devono essere verificati. [2] Medicaid è il programma di assistenza sanitaria per i ...
[1] Il diagramma è relativo all’evoluzione del tasso di cambio tra dollaro ed euro.
[1] In gergo finanziario, significa raffreddare la festa, ovvero ad avviare una politica monetaria restrittiva per evitare una crescita fuori controllo dell’inflazione.
L'economia americana di questi tempi appare nel modo seguente: i posti di lavoro crescono ed il tasso di disoccupazione scende, ma l'inflazione non sale. Se il mercato del lavoro non avesse più margini, i salari dovrebbero salire e l'inflazione con essi. Ma non accade, cioè non siamo al punto in cui il tasso di disoccupazione pare aver raggiunto il limite al di sotto del quale l'inflazione accelera. Questa è almeno l'interpretazione che danno validi economisti, oltre a Krugman, in particolare, anche Lawrence Summers. Una interpretazione non certa, osserva Krugman. Ma se la Fed sbaglia per difetto di tempestività nel rialzare i tassi di interesse, i guai non saranno grandi. Se si sbaglia per eccesso di fretta e si rialzano subito, il rischio è di finire in una trappola della deflazione, come in Giappone e, a quanto sembra, anche in Europa.
[1] Il grafico mostra l’andamenti del tasso dei finanziamento federali, ovvero del tasso di riferimento della Fed. [2] “Pent-up” significa “circoscrivere, confinare” e significa anche ...
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