Mar 20 12:10 pm
Still at SXSW, which accounts for lack of blog posts — I mean, seize the day and all that. Not much action this morning, except a discussion with Snoop Dogg, which I’m not going to; but whenever I think about Mr. Dogg, I think about Alan Simpson. Which brings me to the subject of this post.
BowlesSimpsonism — obsession with the deficit as the key economic problem, despite incredibly low borrowing costs by historical standards (and the inability of the Eek! Greece! crowd to come up with any plausible story about how a Greek-style crisis can happen to a country with debts in its own currency) — has been fading fast from the U.S. political scene. I wouldn’t go so far as to say that we have a rational macroeconomic discourse, with charlatans and cranks completely dominating half the political spectrum, but our Very Serious People have moved on, and may even feel a bit chastened.
As Simon Wren-Lewis has been documenting, however, British discourse seems stuck where ours was in 2011. Britain’s VSPs, very much including the news media, take it as axiomatic that the deficit is the dominant issue; terrible growth over the past 5 years (only slightly redeemed by an acceleration at the end of the period) and low productivity don’t seem to rate at all.
Yet objectively the deficit should have faded even more as an issue in Britain than it has in the US. Here are IMF estimates of the two countries’ structural (i.e., full employment) budget balances:
International Monetary Fund
You can see a couple of things here. One is that the acceleration of British growth, far from vindicating austerity, came just when there was a pause in austerity, a slowdown in the pace of tightening. As I’ve said in the past, if you have been repeatedly hitting yourself in the head with a baseball bat, you’ll feel much better when you stop; this doesn’t mean that hitting yourself in the head was a good idea.
The other thing you can see is that Britain has even less reason than the US to worry about deficits right now. So why the difference in VSP beliefs?
I’m actually not sure. One possibility is that the very harshness of US partisanship makes the ulterior motives of austerians harder to ignore. Another is that greater involvement of US academics in public debate has given the broadly Keynesian consensus of the profession — and yes, it is a consensus — greater traction.
Anyway, the sad result is that Britain is going into an election with bad, foolish economics not simply getting a hearing, but being presented by the news media as obvious, unchallengeable truth.
Perchè il dibattito economico inglese è così scadente?
Ancora al SXSW [1], il che spiega il difetto di post sul blog – voglio dire, non mi perdo le occasioni, e tutto il resto. Stamani non c’è molto da fare, a parte una dibattito con Snoop Dogg, al quale non ho intenzione di andare; ma ogni volta che penso al signor Dogg, penso ad Alan Simpson [2]. La qualcosa mi porta al tema di questo post.
Il “Bowles Simpsonismo” – l’ossessione per i deficit come problema economico cruciale, nonostante i costi dell’indebitamento, nelle serie storiche incredibilmente bassi (e l’impossibilità per la gente terrorizzata dalla Grecia di venirsene fuori con una spiegazione plausibile su come una crisi di tipo greco possa avvenire in un paese indebitato con la propria valuta) – è svanita rapidamente nello scenario politico statunitense. Non arriverei a sostenere che abbiamo un dibattito macroeconomico razionale, con gli stravaganti ed i ciarlatani che dominano completamente la metà dello spettro della politica, ma le nostre Persone Molto Serie sono passate oltre, e forse provano anche qualche pentimento.
Tuttavia, come Simon Wren-Lewis sta documentando, il dibattito inglese sembra bloccato al punto in cui era il nostro nel 2011. Le persone Molto Serie del Regno Unito, in gran parte inclusi i media dell’informazione, considerano assiomatico che il deficit sia il tema dominante; una crescita terribile nel corso degli ultimi 5 anni (solo leggermente riscattata da una accelerazione alla fine del periodo) e una bassa produttività non sembra meritino alcuna considerazione.
Tuttavia, il deficit, come problema, dovrebbe essere scomparso in Inghilterra ancora di più che negli Stati Uniti. Questa è la stima del FMI dei due equilibri strutturali di bilancio (ovvero, in condizioni di piena occupazione) [3]:
Fondo Monetario Internazionale
Potete notare qua un paio di cose. Una è che l’accelerazione della crescita inglese, lungi dall’essere un risarcimento per l’austerità, è intervenuta quando c’è stata una pausa nell’austerità, un rallentamento nel ritmo della restrizione. Come ho detto in passato, se vi siete picchiati ripetutamente in testa con una mazza da baseball, allorché vi fermate vi sentite molto meglio; il che non significa che picchiarvi in testa sia stata una buona idea.
L’altra cosa che si può notare è che l’Inghilterra ha anche meno ragione degli Stati Uniti per preoccuparsi in questo momento dei deficit. Perché, dunque, la differenza nei convincimenti delle Persone Molto Serie?
Per la verità, non ne sono certo. Una possibilità è che la asprezza della faziosità negli Stati Uniti renda più difficile trascurare i secondi fini dei patiti della austerità [4]. Un’altra è che il maggiore coinvolgimento nel dibattito pubblico degli accademici statunitensi ha fornito una maggiore spinta alla quasi unanimità della disciplina verso il keynesismo – è così, si tratta proprio di unanimità [5].
In ogni modo, il triste risultato è che l’Inghilterra sta andando verso elezioni con opinioni negative e sciocche sull’economia che non solo ottengono udienza, ma vengono anche presentate dai media alla stregua di una verità ovvia e inconfutabile.
[1] Se ho capito si tratta di un Festival annuale, musica e cinema, e sta per “South by Southwest”. Si svolge ad Austin, Texas, e talora ha in programma anche iniziative sui temi dell’istruzione, dell’ambiente e delle innovazioni produttive. Si consideri che Krugman è appassionato di musica.
[2] Il primo è un musicista, attore e produttore discografico. Il secondo è un uomo politico repubblicano americano, famoso soprattutto per aver copresieduto (assieme a Bowles, democratico) una commissione sul deficit nei primi anni della Presidenza Obama. Il nesso tra i due, Snoop Dogg e Simpson, non saprei dire quale sia.
[4] “Austerian” è da tempo un altro neologismo di Krugman. Sono i filoausteri, da non confondersi con gli “austrians”, che sono gli economisti di scuola austriaca (vedi note sulla traduzione).
[5] La connessione è interessante. Si tratta di un sondaggio tra gli economisti svolto dallo IGM Forum di Chicago. Ad esempio, alla domanda se le misure di sostegno all’economia varate da Obama nel 2009 abbiano migliorato – alla fine del 2010 – il livello di disoccupazione che si sarebbe avuto senza di esse, la risposta degli intervistati è stata la seguente: il 53% si è detto molto d’accordo, il 44% d’accordo e solo il 3% in disaccordo.
By mm
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