Blog di Krugman

Quando scompaiono i valori (11 marzo 2015)

 

Mar 11 4:38 pm

When Values Disappear

Back in the 60s and 70s — which I, sad to say, actually remember — there was much talk about the disintegration of the black family and of African-American values more generally, and how that was the root cause of America’s poverty problem. And the social dysfunction was clearly real. But was it cause or effect? William Julius Wilson, in When Work Disappears, famously argued that it was a symptom: good jobs in inner cities, where African-American men could take them, went away, and the cultural changes followed.

So, how could you test that hypothesis? Well, here’s an experiment: change the structure of the economy in such a way that a large class of white men — say, white men without a college degree — similarly lose access to good jobs. If Wilson was right, we’d expect to see a sharp decline in stable marriages, a rise in unwed births, growing drug use, and other forms of social disruption.

And that is, in fact, exactly what happened: William Julius Wilson was right. Which makes it remarkable to see people look at that very evidence and say that it shows that the real problem isn’t money, it’s values.

 

Quando scompaiono i valori

Nei passati anni ’60 e ’70 – che, fa tristezza dirlo, io effettivamente ricordo – c’era un gran parlare della disintegrazione delle famiglie di colore e più in generale dei valori degli afro-americani, e di come quella fosse la causa alla radice del problema della povertà in America. E la disfunzione sociale era chiaramente reale. Ma era una causa o un effetto? E’ noto che William Julius Wilson [1], nel libro “Quando scompare il lavoro”, sosteneva che si trattava di un sintomo: scomparvero i posti di lavoro buoni all’interno delle città, dove erano accessibili agli uomini afro-americani, e i mutamenti culturali furono una conseguenza.

Dunque, come si potrebbe verificare quella ipotesi? Ebbene, ecco un esperimento: si modifichi la struttura dell’economia in modo tale che una larga componente di uomini bianchi – diciamo, quelli tra di loro privi di laurea – perdano in modo simile la accessibilità ai posti di lavoro buoni. Se Wilson aveva ragione, ci dovremmo aspettare un brusco declino dei matrimoni stabili, una crescita delle nascite fuori dal matrimonio, una crescita nell’uso di sostanza stupefacenti ed altre forme di disordine sociale.

Ed è quanto, di fatto, è successo: William Julius Wilson aveva ragione. Con il che fa impressione vedere la gente che osserva quella autentica prova e dice che il problema non sono i soldi, ma i valori.

 

[1] William Julius Wilson è un sociologo statunitense nato nel 1935, che ha insegnato all’Università di Chicago, dal 1972 al 1996, e poi a quella di Harvard. I suoi studi sulla povertà, particolarmente sulle condizioni degli afroamericani, hanno contribuito in particolare a mettere in evidenza la complessa interazione di fenomeni politici e culturali – la cultura dei ghetti e l’intera storia dei diritti civili – e di fenomeni socioeconomici, quali quelli della evoluzione di molte metropoli americane, che hanno conosciuto grandi fenomeni di decentramento dell’occupazione. Tra l’altro mostrò come il fenomeno delle donne afroamericane sole e con figli spesso derivasse semplicemente dalla resistenza delle donne di colore a riconoscere i padri dei loro figli attraverso regolari matrimoni, sinché i padri non potevano mantenere una famiglia con redditi almeno paragonabili agli aiuti delle famiglie di origine.

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