Mar 18 3:13 pm
As I mentioned yesterday, Romer and Romer have a new paper questioning the claim that recoveries are always slow after financial crises — and certainly slow recovery isn’t inevitable.
But I do think it’s important to realize that this dispute doesn’t invalidate a related point, namely, that the kind of recovery you can expect from a recession depends on the sources of that recession. Way back — before Lehman fell! — I argued that there was a distinction between modern and postmodern recessions. Pre-Great Moderation, recessions were brought on by the Fed, which raised rates to reduce inflation, then loosened the reins, producing a V-shaped recovery. Post-Great Moderation, with inflation low and stable, booms were allowed to run their course, so that recessions came from private-sector overreach — and the Fed had a much harder time engineering recovery. This was especially true after 2007, when we hit the zero sort-of lower bound.
You can see the difference clearly in a simple chart of interest rates and core inflation:
The recessions of 69-70, 73-5, and 81-82 were responses to inflation and the high rates the Fed imposed to fight it; the economy bounced back when the Fed was done. The recessions of 90-91, 2001, and 2007-9 were completely different.
And every time you hear someone claim that Obama failed because he didn’t have a Reaganesque business cycle, consider the comparison of monetary policy:
The Reagan recession involved a housing slump caused by the Fed, with a lot of pent-up demand that surged once the Fed had cut rates by 1000, that’s right, 1000 basis points. The Great Recession involved a housing slump that followed the mother of all bubbles, with a resulting overhang of both houses and debt — and interest rates could only fall a limited distance before hitting zero.
This doesn’t mean that a sustained slump was inevitable; we could have had a strong, sustained fiscal response. But that was prevented by the same people who now blame Obama for the delayed recovery.
Recessioni moderne e post moderne
Come ho riferito ieri, Romer e Romer hanno un nuovo studio che mette in dubbio la tesi secondo la quale le riprese sono sempre lente dopo le crisi finanziarie – e certamente la ripresa lenta non è inevitabile.
Ma io penso che sia davvero importante comprendere che questa disputa non invalida un aspetto connesso, vale a dire che il genere di ripresa che ci si può aspettare da una recessione dipende dalle origini di quella recessione. Nel passato – prima della caduta di Lehman! – sostenni che c’era un distinzione tra le recessioni moderne e postmoderne. Prima della Grande Moderazione [1], le recessioni venivano provocate dalla Fed, che elevava i tassi per ridurre l’inflazione, dopodiché allentava la presa, provocando una ripresa a forma di V. Dopo la Grande Moderazione, con l’inflazione bassa e stabile, alle espansioni venne consentito di avere il loro andamento, cosicché le recessioni derivarono da eccessi nel settore privato – e la Fed ebbe difficoltà molto maggiori a rendere possibile la ripresa. Questo fu particolarmente vero dopo il 2007, quando toccammo il limite più o meno inferiore allo zero (nei tassi di interesse).
Si può osservare la differenza in un semplice diagramma sui tassi di interesse e sulla inflazione sostanziale:
Le recessioni del 69-70, del 73-75 e dell’81-82 furono risposte all’inflazione e agli alti tassi che la Fed impose per combatterla; una volta che la Fed terminò il suo lavoro, l’economia rimbalzò. Le recessioni del 90-91, del 2001 e del 2007-2009 furono completamente diverse.
E tutte le volte che sentite qualcuno che sostiene che Obama ha fallito in quanto non ha avuto un ciclo economico paragonabile a quello reaganiano, considerate il confronto delle politiche monetarie:
La recessione di Reagan riguardò una crisi immobiliare provocata dalla Fed, con una gran quantità di domanda repressa che risalì una volta che la Fed ebbe tagliato 1000 , proprio così, 1000 punti base [2]. La Grande Recessione riguardò una crisi immobiliare che fece seguito alla madre di tutte le bolle, con una conseguente eccedenza sia di alloggi che di debito – ed i tassi di interesse poterono scendere di un tratto limitato, prima di raggiungere lo zero.
Questo non significa che una crisi perdurante fosse inevitabile; avremmo potuto avere una forte e prolungata risposta in termini di spesa pubblica. Ma questo fu impedito dalle stesse persone che oggi danno la responsabilità ad Obama per il ritardo nella ripresa.
[1] Ovvero l’epoca di relativa stabilità dei cicli economici che succedette ai primi anni ’80, e che durò grosso modo dal 1985 al 2005, come si può leggere in questo diagramma relativo alla crescita del PIL reale negli Stati Uniti (da Wikipedia):
[2] Un ‘punto base’ è una comune unità di misura per i tassi di interesse (e per altre percentuali finanziarie). Un punto base è eguale ad un centesimo di un 1%, ovvero ad uno 0,01% ed è usato per indicare il mutamento percentuale di uno strumento finanziario. La relazione tra mutamenti in percentuale e punti base può essere sintetizzata dallo schema seguente:
Di conseguenza, i 1000 punti base del taglio della Fed a cui si riferisce il post equivalgono ad una riduzione del 10% dei tassi di interesse.
By mm
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