Blog di Krugman

Ben Bernanke e gli eterni falchi (8 aprile 2015)

 

Apr 8 8:11 am

BB and the Permahawks

Ben Bernanke comes down firmly against the idea that concerns about financial instability should lead central banks to raise interest rates even in a depressed economy. Good — and I was especially pleased to see him citing the Swedish example and the Ignoring of Lars Svensson as a case study.

One odd thing, however, is that I’m not at all sure that most people — even economists — would be able to figure out who, exactly, Bernanke is arguing with. And that is, I think, an important omission. We can and should have a pure economics debate about appropriate interest rate policy; but if we’re trying to understand the political economy — and we should, because this is about getting good decisions as well as good analysis — it is definitely relevant to note that the people making the financial stability argument for higher rates are permahawks, who keep coming up with new justifications for an unchanging policy demand.

Take, as possibly the most prominent advocate of the financials stability argument, the Bank for International Settlements. Originally (2011), the BIS demanded rate hikes to head off the alleged threat of inflation:

Central banks need to start raising interest rates to control inflation and may have to act faster than in the past, the Bank for International Settlements said.

“Tighter global monetary policy is needed in order to contain inflation pressures and ward off financial stability risks,” the BIS said in its annual report published yesterday in Basel, Switzerland. “Central banks may have to be prepared to raise policy rates at a faster pace than in previous tightening episodes.”

“The world economy is growing at a historically respectable rate of around 4 percent,” Caruana said. “The resurgence of demand has put concerns about deflation behind us. Accordingly, the need for continued extraordinary monetary accommodation has faded.”

Hmm:

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Since the inflation warning proved wrong, and deflation risks turned out to be far from over, you might expect some reconsideration of the policy demand. Instead, however, you get new reasons for the same policy:

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Note that suggestion that easy money reduces the incentive for “reform”, which in Europe as in America tends to take the form of cuts in social spending. This is quite close to the position of conservatives in the US, who seem annoyed that the Fed’s policies have prevented the crisis they were sure was imminent as a result of liberal big spending.

Anyway, I think Ben Bernanke did us a bit of a disservice by not linking to whoever it is he’s arguing with. It would help to know that John Taylor and the BIS are on the other side, because this would let readers place their position here in context with their other positions.

 

Ben Bernanke e gli eterni falchi

Ben Bernanke interviene con fermezza contro l’idea che le preoccupazioni per l’instabilità finanziaria dovrebbero portare ad elevare i tassi di interesse anche con una economia depressa. E’ una cosa positiva – e sono particolarmente compiaciuto di veder citare l’esempio svedese e il disconoscimento della posizione di Lars Svensson come oggetti da studiare.

Una cosa strana, tuttavia, è che io non sono affatto sicuro che la maggior parte delle persone – persino degli economisti – sarebbero nelle condizioni di immaginarsi con chi, esattamente, Bernanke stesse disputando. Potremmo e dovremmo avere un dibattito puramente economico sulla politica appropriata dei tassi di interesse; ma se stiamo cercando di farci un’idea sulla politica economica – e dovremmo farlo, dato che la questione riguarda il prendere buone decisioni, oltreché l’avere buone analisi – è di sicuro rilevante osservare che le persone che avanzano l’argomento della stabilità finanziaria per tassi di interesse più elevati sono gli ‘eterni falchi’ [1], che continuano a venirsene fuori con giustificazioni sempre nuove per una richiesta politica immutabile.

Si prenda, come il probabilmente più eminente sostenitore dell’argomento della stabilità finanziaria, la Banca dei Regolamenti Internazionali. Agli inizi (2011) la BRI chiedeva rialzi nei tassi per scongiurare la pretesa minaccia di inflazione:

“Le banche centrali hanno bisogno di cominciare al alzare i tassi di interesse per controllare l’inflazione e poter essere nelle condizioni di agire più rapidamente che nel passato, ha affermato la Banca dei Regolamenti Internazionali.

‘Una politica monetaria globale più restrittiva è necessaria allo scopo di contenere le spinte inflazionistiche e di tener lontani i rischi per la stabilità finanziaria’, ha affermato la BRI nel suo rapporto annuale pubblicato ieri a Basilea, Svizzera. ‘Le banche centrali possono dover essere nelle condizioni di elevare i tassi di riferimento ad un ritmo più veloce di precedenti episodi restrittivi’.

…..

“L’economia mondiale sta crescendo ad un tasso storicamente rispettabile di circa il 4 per cento” ha affermato Caruana. “La risalita della domanda ha posto le preoccupazioni sulla deflazione alle nostre spalle. Di conseguenza, il bisogno di una prolungata agevolazione monetaria è venuto meno.”

Avrei qualche dubbio:

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Dal momento che gli ammonimenti sull’inflazione si sono mostrati infondati, e che i rischi della deflazione sono risultati tutt’altro che finiti, vi sareste aspettati una qualche riconsiderazione su quella richiesta politica. Abbiamo invece ricevuto nuovi argomenti a favore della stessa politica:

z 624Caruana della BIR mette in guardia che un   contesto di bassi tassi consenta una dilazione  nelle riformeIl dirigente della BIR ammonisce che i regolatori potrebbero ‘star combattendo l’ultima guerra’, e invita i banchieri centrali a spingere per un ‘ritorno a finanze pubbliche sostenibili’.

 

 

z 624Caruana della BIR mette in guardia dai rischi di bassi tassi di interesse    

Jaime Caruana afferma che i bassi tassi di interesse hanno creato una situazione da ‘svantaggio della prima mossa’ che impedisce che i tassi salgano e alimenta l’instabilità finanziaria.

Si noti l’idea secondo la quale la moneta facile riduce l’incentivo per “le riforme”, che in Europa come in America tendono a prendere le forme dei tagli alla spesa sociale. Questa è abbastanza vicina alla posizione dei conservatori negli Stati Uniti, che sembrano irritati perché le politiche della Fed hanno impedito la crisi che erano sicuri fosse imminente, in conseguenza della grande spesa pubblica dei progressisti.

In ogni caso, io penso che Ben Bernanke, in un certo senso, non ci abbia aiutato, non chiarendo con chi stava polemizzando, chiunque egli fosse. Sarebbe stato utile sapere che John Taylor e la BRI sono dell’altro schieramento, perché avrebbe consentito di collocare la loro posizione nel contesto delle loro altre posizioni.

 

[1] “Perma” è un prefisso che può indicare, nei contesti più diversi, una condizione di permanenza (come nel caso di “permafrost”, che indica i terreni permanentemente ghiacciati, ad esempio nel Nord Europa).

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