Blog di Krugman

Il doppio passo della stabilità (21 aprile 2015)

 

Apr 21 5:53 am

The Stability Two-Step

Yes, I’m wide awake at a ridiculous hour thanks to jet lag. Why do you ask?

A couple of weeks ago Ben Bernanke wrote a detailed takedown of … somebody, who has been arguing that money should be tighter even in a depressed economy, so as to safeguard financial stability. It was actually about John Taylor and maybe the BIS. Now Tony Yates goes after Taylor much more directly. This is all good stuff — but I wonder whether it’s making the issue more complex than it needs to be.

The thing that strikes me about the financial stability group is that they are all permahawks. Taylor and the BIS have often argued that money is too loose; have they ever, at least in the past two decades, argued that it is too tight? Not that anyone has noticed.

But if monetary policy is too expansionary on a sustained basis, surely we expect to see accelerating inflation. And there have in fact been repeated warnings from this group that inflation is about to take off. But what we see instead is this:

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You might expect some rethinking, given this absence of inflationary trouble to materialize. But the only rethinking that seems to happen is a search for new reasons to make the same complaints about loose money. Inflation is still perpetually looming — no argument is ever abandoned — but now loose money is also a danger to financial stability.

As Yates suggests, this is especially strange when it takes the form of attributing the financial crisis to deviations from the Taylor rule. That rule was devised to produce stable inflation; it would be a miracle, a benefaction from the gods, if that rule just happened to also be exactly what we need to avoid bubbles. But even aside from Taylor’s insistence that he, and only he, can offer the One True Rule, the two-step — the ever-changing rationale for never-changing policy — is reason in itself to discount the whole thing.

Let me also add that if it’s really that easy for monetary errors to endanger financial stability — if a deviation from perfection so small that it leaves no mark on the inflation rate is nonetheless enough to produce the second-worst financial crisis in history — this is an overwhelming argument for draconian bank regulation. Modest monetary mistakes will happen, so if you believe that these mistakes caused the global financial crisis you must surely believe that we need to do whatever it takes to make the system less fragile. Strange to say, however, I don’t seem to be hearing that from Taylor or anyone else in that camp.

It’s all very odd stuff. And you should worry a lot about the possibility that one of these days the Fed may be run by people who think this way.

 

Il doppio passo della stabilità

Sì, sono completamente sveglio a quest’ora ridicola grazie al fuso orario. Perché lo chiedete?

Un paio di settimane fa Ben Bernanke scrisse una dettagliata e completa critica su …. qualcuno, che ha scritto che la politica monetaria dovrebbe essere restrittiva anche in una economia depressa, in modo da salvaguardare la stabilità finanziaria. Per la verità si trattava di John Taylor e forse della BIR [1]. Adesso Tony Yates attacca Taylor molto più direttamente. Sono tutte cose molto buone – ma io mi chiedo se non si stia facendo diventare quel tema più complicato di quanto ce ne sia bisogno.

La cosa che mi stupisce a proposito del gruppo della stabilità finanziaria è che tutti loro restano i ‘falchi’ di sempre. Taylor e la BIR hanno spesso sostenuto che la politica monetaria è troppo facile; hanno mai detto, almeno nei due decenni passati, che essa era troppo restrittiva? No, come può constatare chiunque.

Ma se la politica monetaria è troppo espansiva su basi prolungate, di sicuro ci aspettiamo di vedere una accelerazione nell’inflazione. E ci sono stati di fatto ripetuti ammonimenti, da parte di questo gruppo, secondo i quali l’inflazione stava decollando. Ma quello che abbiamo osservato è invece stato questo:

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Vi sareste attesi un qualche ripensamento, considerato che le difficoltà inflazionistiche non si sono materializzate. Ma il solo ripensamento che sembra sia intervenuto è stata la ricerca di nuove ragioni per avanzare le medesime lamentele sulla politica monetaria facile. L’inflazione è ancora eternamente incombente – nessun argomento è mai abbandonato – ma ora la moneta facile è anche un pericolo per la stabilità finanziaria.

Come suggerisce Yates, questo è particolarmente strano quando prende la forma dell’attribuire la crisi finanziaria a deviazioni dalla regola di Taylor. Quella regola era stata concepita per produrre una inflazione stabile; sarebbe un miracolo, una benedizione divina, se davvero accadesse che quella regola sia anche esattamente quello di cui abbiamo bisogno per evitare le bolle. Ma anche a prescindere dalla insistenza di Taylor secondo la quale lui, e solo lui, può offrire l’Unica Vera Regola, il doppio passo – il cambiare sempre argomenti per non cambiare mai politica – è il motivo in sé per non prendere in considerazione l’intera faccenda.

Consentitemi di aggiungere che se è davvero così facile che gli sbagli monetari mettano in pericolo la stabilità finanziaria – se una deviazione dalla perfezione così piccola che non lascia alcun segno sull’inflazione è nondimeno sufficiente per produrre la seconda più grave crisi finanziaria della storia – questo sarebbe un argomento schiacciante per una regolamentazione draconiana delle banche. Ci saranno ancora modesti errori di politica monetaria, cosicché se si crede che questi errori abbiano provocato la crisi finanziaria globale si deve di sicuro anche credere che si debba fare qualunque cosa per rendere il sistema meno fragile. Strano a dirsi, tuttavia, ma non sembra di sentire niente del genere da parte di Taylor o di chiunque altro, in quel campo.

È tutta roba molto strana. E ci si dovrebbe preoccupare molto della possibilità che uno di questi giorni la Fed possa essere gestita da persone che ragionano in questo modo.

 

 

[1] Banca Internazionale dei Regolamenti, con sede in Basilea.

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