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La valuta parallela greca: il modo giusto di istituirla di Biagio Bossone e Marco Cattaneo (da Economonitor, 21 aprile 2015)

Greek Parallel Currency: How to Do it Properly

Authors: Biagio Bossone & Marco Cattaneo  ·  April 21st, 2015

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According to several recent media reports, both the Greek government and the ECB are taking into consideration the possibility (for Greece) to issue a parallel domestic currency to pay for government expenditures, including civil servant salaries, pensions, etc. This could happen in the coming weeks as Greece faces a severe shortage of euros.

It is important to stress that the introduction of a Greek parallel currency could take place in at least two ways, with deeply different implications. The first avenue would be for Greece to issue IOUs, i.e., promises to pay to the bearer euros upon a future time expiration. Basically, these IOUs would be euro denominated debt obligations issued and used to replace euros to pay salaries, pensions, etc.

The second avenue would be to issue Tax Credit Certificates (TCC) and assign them to workers and enterprises at no charge.[a] TCC would entitle the bearer to a tax reduction of an equivalent amount maturing in, say, two years after issuance. Such entitlements could be liquidated in exchange for euros and used for spending purposes. Liquidation of TCC would take place against purchases of TCC by those who would provide euros in exchange for the right to the future tax cuts.

TCC assignments would supplement disposable incomes and thus stimulate demand. As an example, by issuing TCC, the Greek government could increase net monthly salaries by paying, say, 1.000 euros plus 100 TCC instead of just 1.000 euros, reduce actual gross labor costs by assigning, say, 200 TCC to each domestic employer who pays salaries (gross of taxes and social costs) of 2.000 euros; and fund humanitarian actions, job guarantee programs, and the like.

The first avenue is likely to trigger the effect envisaged by Costas Lapavitsas, Jacques Sapir, Frances Coppola and many others. In Lapavitsas’ words: “This is not a sustainable arrangement. It’s only a stopgap measure. And, at the end of the line, it’s a stopgap towards the exit, basically. It needs to be understood as such. So yes, I’m in favor of it… But be under no illusion that this could be a permanent, stable solution”.

The reason why the IOU avenue is not a permanent solution is twofold: (i) the Greek government would be issuing additional euro-denominated debt obligations without any hint as to how it will be able to reimburse them, and (ii) replacing euro payments for salaries and pensions with IOU disbursements would clearly indicate to the general public that Greece cannot stay in the Eurozone.

The TCC avenue, on the other hand, is based on a very different idea: Greece aims at attaining a proper balance between euro government payments and euro government receipts. In addition, it introduces a supporting tool that can expand demand and trigger a strong economic recovery. As long as the total amount of circulating TCC is not too large as a percentage of GDP and of gross government fiscal revenue, TCC will be valuable and well accepted by the general public, and will trade at not too high a discount vis-à-vis the euro.

The TCC avenue would clearly be a superior solution, and would allow Greece to stay in the Eurozone, while stimulating demand by increasing citizens’ purchasing power, reducing domestic labor costs, and significantly increasing GDP. This would also generate, in due course, higher gross tax receipts (which would offset the shortfall in euro fiscal revenue due to TCC issuance).

If, as it appears to be the case, Greece has problems in repaying short-term debt installments to the ECB, the IMF and Eurozone partners, it should unilaterally announce: (i) the implementation of the TCC program (ii) a commitment to generate a euro primary surplus (euro receipts less euro payments, TCC disbursements not included) of, say, 1% of GDP in 2015 and 3% of GDP from 2016 onward, and (iii) a proposal for a new repayment schedule, which would presumably include spreading the 2015 debt repayments through 2016-2018.

The ECB and the EU could react negatively to such an announcement, taking actions such as the suspension of the Emergency Liquidity Assistance to the Greek banking sector, which would precipitate the Grexit. On the other hand, this would precisely cause the outcome that everybody wants to avoid. It would be unwise and, arguably, unlikely to happen.

[a] A detailed proposal on the TCC is reported in Bossone and Cattaneo (2015) and Bossone et al (2014).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La valuta parallela greca: il modo giusto di istituirla

di Biagio Bossone e Marco Cattaneo

Secondo vari recenti resoconti giornalistici, sia il Governo greco che la BCE stanno prendendo in considerazione la possibilità (per la Grecia) di istituire una valuta nazionale parallela per pagare le spese pubbliche, inclusi i salari del pubblico impiego, le pensioni, etc. Questo potrebbe accadere nelle prossime settimane, quando la Grecia si troverà di fronte ad una grave scarsità di euro.

È importante mettere in risalto che una valuta parallela greca potrebbe essere messa in atto almeno in due modi, con implicazioni profondamente diverse. La prima strada per la Grecia sarebbe l’emissione di titoli di credito (IOU, ovvero ‘pagherò[1]), promesse di pagamento al portatore di euro condizionati da una futura scadenza temporale. Fondamentalmente, questi titoli di credito sarebbero obbligazioni sul debito denominate in euro emesse ed utilizzate per rimpiazzare euro nel pagamento di salari, pensioni, etc.

La seconda strada sarebbe emettere Certificati di Crediti Fiscali (TCC) ed assegnarli a lavoratori ed imprese senza oneri [a] . I TCC darebbero diritto al portatore ad una riduzione delle tasse di una somma equivalente che andrebbe a maturazione, ad esempio, due anni dopo l’emissione. Tali titoli potrebbero essere liquidati in cambio di euro [2] ed utilizzati a scopo di spesa. La liquidazione dei TCC avrebbe luogo a fronte degli acquisti di TCC da parte di coloro che fornirebbero euro in cambio dei diritti ai futuri tagli sulle tasse.

Le assegnazioni in TCC integrerebbero i redditi disponibili e di conseguenza stimolerebbero la domanda. Ad esempio, emettendo TCC il Governo greco incrementerebbe gli stipendi netti mensili pagando, diciamo, 1000 euro più 100 TCC anziché soltanto 1000 euro; ridurrebbe i costi lordi effettivi del lavoro assegnando, diciamo, 200 TCC ad ogni datore di lavoro nazionale che paghi stipendi (comprensivi delle tasse e dei costi sociali) di 2000 euro; e finanzierebbe iniziative umanitarie, programmi per lavori socialmente utili, e cose simili.

La prima strada è probabile che inneschi l’effetto prefigurato da Costas Lapavitsas, Jacques Sapir, Frances Coppola e molti altri. Con le parole di Lapavitsas: “Non si tratta di un soluzione sostenibile. È solo una misura temporanea. E alla fine della storia, è una misura tampone fondamentalmente nella direzione di un’uscita (dall’euro). Essa deve essere intesa in questo senso. Dunque, sì, io sono favorevole … Purché non ci si illuda che possa essere una soluzione permanente e stabile.”

La ragione per la quale la soluzione dei titoli di credito non è permanente è duplice: (i) il Governo greco emetterebbe obbligazioni aggiuntive sul debito espresso in euro senza mostrare in alcun modo di essere nelle condizioni di rimborsarle, e (ii) sostituire pagamenti in euro per gli stipendi e per le pensioni con esborso di ‘pagherò’ indicherebbe chiaramente all’opinione pubblica che la Grecia non può restare nell’Eurozona.

La strada dei TCC, d’altra parte, è basata su una idea molto diversa: la Grecia punterebbe a conseguire un equilibrio corretto tra pagamenti pubblici in euro ed entrate pubbliche in euro. In aggiunta, essa introdurrebbe uno strumento di sostegno che può espandere la domanda ed innescare una ripresa economica forte. Sinché la quantità totale di TCC in circolazione non è, come percentuale del PIL e delle entrate fiscali statali lorde, troppo ampia, i TCC saranno apprezzati e bene accetti dalla generale opinione pubblica, e saranno scambiati con uno sconto non troppo elevato nel confronto con gli euro.

La strada dei TCC sarebbe chiaramente una soluzione superiore, e consentirebbe alla Grecia di restare nell’Eurozona, nel mentre si stimola la domanda per incrementare il potere di acquisto dei cittadini, per ridurre i costi nazionali del lavoro e incrementare il PIL in modo significativo. Questo, a tempo debito, genererebbe anche entrate fiscali lorde più elevate (che bilancerebbero la riduzione di entrate fiscali in euro dovuta alla emissione di TCC).

Se, come sembra, la Grecia ha problemi nel pagare le rate del debito a breve termine verso la BCE, il FMI ed i partner dell’Eurozona, essa dovrebbe annunciare in modo unilaterale: (i) la messa in atto del programma dei TCC; (ii) un impegno a produrre un avanzo primario in euro (entrate in euro meno i pagamenti in euro, esclusi i rimborsi di TCC) per, diciamo, l’1% del PIL del 2015 ed un 3% del PIL dal 2016 in avanti; (iii) infine una proposta per un nuovo programma di rimborsi, che in ipotesi includerebbe una spalmatura dei pagamenti sul debito del 2015 nel corso degli anni 2016-2018.

La BCE e l’Unione Europea potrebbero reagire negativamente ad un annuncio del genere, assumendo iniziative come la sospensione della Emergency Liquidity Assistance al settore bancario greco, che accelererebbe l’uscita dall’euro. D’altra parte, questo provocherebbe esattamente il risultato che tutti vogliono evitare. Non sarebbe saggio e verosimilmente non è probabile che accada.

 

 

[a] Una proposta dettagliata sui TCC la si può trovare in Bossone e Cattaneo (2015) ed in Bossone (2014).

 

[1] IOU non è un acronimo burocratico, è solo la sigla di “I owe you” (“sono in debito con te”), ovvero un documento informale di riconoscimento di un debito, che in modo analogo noi chiamiamo ‘pagherò’.

[2] A proposito, se a qualcuno venisse in mente come mai il termine “euro” vale anche per il plurale, può girare la domanda a Treccani ed ottenere un lunga risposta di Irene Scalici, nonché la storia relativa, che ha visto come protagonisti nientedimeno che l’Accademia della Crusca, un Direttore Generale della Commissione Europea, storici e in aggiunta Carlo Azeglio Ciampi.

 

 

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