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Note sulla Grecia (dal blog di Krugman, 19 aprile 2015)

 

Apr 19 5:05 am

Notes on Greece

OK, that was intense. I’ll write more about my visit, but right now (from Frankfurt, where I’m laying over for a couple of hours) I want to make a data point. about just how much adjustment Greece has done.

First, on the fiscal side, Greece has made an incredible adjustment — close to 20 percent of potential GDP, or the U.S. equivalent of about $3 trillion per year (not our usual 10-year calculation) in spending cuts and tax hikes:

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IMF

Second, Greece has accepted roughly a 25 percent cut in nominal private-sector labor costs, or more than 30 percent relative to the euro average, far more than anyone else:

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Eurostat

You can make a pretty good case that the costs of this adjustment were so large that Greece would have been better off exiting the euro in 2010. You can make an even better case that Greece would have been much better off if it had never joined in the first place. But at this point these are sunk costs. If Greece can negotiate a halfway reasonable compromise, one that more or less pauses further austerity, it’s hard to see that the risks of exit would be worth it.

And the creditors would be equally well served by such a compromise.

So is it going to happen? Well, it’s the right thing to do — which tells you nothing.

 

Note sulla Grecia

É così, è stato un periodo intenso. Scriverò di più sulla mia visita, ma in questo momento (da Francoforte, dove sto facendo una sosta per un paio d’ore) voglio fare un punto sulle statistiche, a proposito di quanto sia stata rilevante la correzione messa in atto dalla Grecia.

Anzitutto, dal lato delle finanze pubbliche, la Grecia ha operato una correzione incredibile – vicina al 20 per cento del PIL potenziale, ovvero l’equivalente di circa 3.000 miliardi di dollari all’anno (non il calcolo decennale cui siamo soliti) in tagli alle spese ed aumenti fiscali:

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FMI

 

In secondo luogo, la Grecia ha accettato un taglio grosso modo del 15 per cento nei costi nominali del lavoro nel settore privato, ovvero di più del 30 per cento in rapporto alla media euro, assai di più di chiunque altro:

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Eurostat

 

Si può avanzare l’argomento che i costi di questa correzione sono stati talmente ampi che la Grecia avrebbe fatto meglio ad uscire dall’euro nel 2010. Si può avanzare la tesi persino più forte, secondo la quale la Grecia avrebbe fatto prima di tutto molto meglio se non avesse mai aderito. Ma a questo punto i costi sono sprofondati. Se la Grecia può negoziare un ragionevole compromesso a mezza strada, del genere di qualcosa che più o meno interrompa una ulteriore austerità, è difficile pensare che i rischi di un’uscita valgano la candela.

E da un compromesso del genere i creditori sarebbero altrettanto ben compensati.

Dunque, è quello che accadrà? Ebbene, sarebbe la cosa giusta da fare – il che non ci dice niente.

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