[1] Banca Internazionale dei Regolamenti, con sede in Basilea.
La Grecia è di nuovo dinanzi ad un burrone. La storia è nota, dalla formazione di un elevato debito, ai crediti necessari per evitare il default, agli effetti terribili delle politiche di austerità che sono state imposte. Parrebbe ragionevole individuare uno spazio per un compromesso che interrompa ogni aggravamento di misure restrittive e dia una qualche stabilità al paese, mettendolo nelle condizioni di sfruttare una maggiore competitività che ha penosamente costruito con una deflazione dei salari elevatissima. Si dice che non è semplice trattare con Syriza. Sembra meno semplice trattare con paesi creditori che vorrebbero costringere il Governo greco ad altri tagli sulle pensioni e a licenziamenti nel pubblico impiego. E la cosa meno semplice di tutte è immaginare una nuova catastrofe per l'Europa, per difficoltà caratteriali.
Una storia dal vivo dell’eccezionalismo americano.
Il sottotitolo di questo bel libro è “Viaggi senza John” e John è Steinbeck, che nel 1960 intraprese – su un camper che chiamò Rocinante e con il suo cagnetto Charley, ma anche con qualche interruzione vacanziera con la moglie, che ogni tanto lo soccorreva nelle località più attraenti – un lungo viaggio dentro gli Stati Uniti, dal New England, dove abitava, a nord, quindi attraverso la regione dei laghi, poi attraversando tutti gli Stati al confine col Canada, scendendo sulla costa del Pacifico sino a Los Angeles, e infine riattraversando l’intero paese dal lato degli Stati meridionali. L’idea di Geert Max è stata, cinquanta anni dopo, nel 2010, di ripetere quel viaggio, ma il dialogo con il libro Steinbeck di solito non è molto più che un pretesto. Semmai il dialogo è con l’America degli anni ’60 (evento di partenza prescelto: il famoso confronto televisivo tra Kennedy e Nixon, passato alla storia perché viene considerata la prima occasione nella quale la televisione esercitò il suo immenso potere, in quel caso ai danni di un Nixon stanco e sudaticcio); ma in generale l’autore ci conduce per un sentiero assai più lungo, e interessante, che è insieme geografico, storico e socio economico. Se c’è un filo rosso di questo viaggio, direi è quello delle ragioni e dei pretesti dell’ “eccezionalismo” americano. E l'autore sembra dialogare forse più con Alexis Tocqueville che con Steinbeck. Continua Qui...
[1] Un mio commento superficiale che vi può preparare alla lettura di questo post, è che ci sono nazioni più complicate della nostra! [2] Partito ...
[1] Come spesso, l’uso delle preposizioni dinanzi ai verbi tipico della lingua inglese, non è facilmente traducibile. In economia esiste il concetto del “crowding out” ...
[1] Questo articolo è frutto di una collaborazione tra Adair Turner – i cui interventi abbiamo tradotto varie altre volte – e Susan Lund, che ...
Di passaggio da Bruxelles, Paul Krugman coglie l'occasione per intervenire sul tema della economia 'convenzionale' e di quella 'innovativa'. A ben vedere, che nelle depressioni si debba far leva sulla spesa pubblica, e che invece abbatterla con le politiche dell'austerità renda la crisi ancora più gravi, è un tema convenzionale dell'economia. Al contrario, tutte le tesi sulla austerità 'espansiva' sono state, in questi anni, eccitanti innovazioni, che hanno portato l'Europa al disastro attuale. Il punto interessante è cogliere la dialettica che si è prodotta in Europa tra politici ed economisti stravaganti: i politici erano interessati a far pagare il prezzo alle nazioni debitrici, gli economisti che sono stati ascoltati fornivano presunte spiegazioni. Sono stati ascoltati perchè dicevano quello che si voleva sentirsi dire.
[1] In questo caso “sanctioned” è nel senso di “omologato”.
[1] Normalmente traduciamo “mainstream macroeconomics” con “macroeconomia prevalente”. E’ forse una traduzione insoddisfacente, ma è anche una questione piuttosto complicata. Da una parte l’espressione porta ...
Di qua alle elezioni del 2016 negli Stati Uniti, i commentatori politici potranno sbizzarrirsi con le loro analisi "caratteriali" dei candidati, in particolare nei confronti di Hillary Clinton. Ma in realtà le posizioni generali dei due partiti appaiono abbastanza definite, e lontane come raramente sono state in passato. Così è sui temi dei diritti e dei programmi sociali, della prosecuzione delle iniziative per una riforma del sistema finanziario, delle iniziative contro il cambiamento del clima. Per i cosiddetti 'centristi' non pare esserci alcuno spazio. E le analisi sulle personalità dei singoli candidati - a fronte di uno scontro così esplicito - saranno tempo perso. Già oggi ci sarebbero tutti gli elementi per una scelta. Gli americani sceglieranno tra due diverse e già abbastanza chiare prospettive.
[1] In effetti, come spiega questo stesso post più oltre, la legge Dodd-Frank – tramite la previsione dell’obbligo di definire come “istituti importanti dal punto ...
Di recente, aumentano le voci tra i democratici americani che chiedono un potenziamento dei programmi previdenziali pubblici. E' di per sè una cosa positiva, perchè il programma federale della Previdenza Sociale funziona bene. Ed è anche positivo, perchè significa che vari esponenti del Partito Democratico stanno prendendo le distanze dalla ortodossia antipubblicistica che va di moda a Washington. In effetti, semplicemente ci sono varie cose che il sistema pubblico fa meglio di quello privato. Le pensioni sono una di queste cose, perchè non si può delegare alle persone singole la responsabilità di provvedere da sole - risparmiando e scegliendo investimenti oculati - ai trattamenti pensionistici che avranno quando saranno settantenni. Nonostante le reazioni al limite dell'isteria da parte della destra e dei sedicenti centristi, si tratta soltanto di scegliere quello che funziona meglio.
[1] Da ‘Milano Finanza’ di oggi, martedì 14 aprile: “Debutto record per Apple Watch, il primo smartwatch del colosso di Cupertino che ha debuttato in nove ...
[1] Arthur Betz Laffer (Youngstown, 14 agosto 1940) è un economista statunitense, sostenitore della teoria dell’offerta, che divenne molto influente negli anni dell’amministrazione Reagan, tanto ...
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