Blog di Krugman

Il rischio sovrano in Inghilterra nel 2010 (7 maggio 2015)

 

May 7 2:33 pm

British Sovereign Risk, 2010

It’s election day in Britain, and God knows what will happen. But a lot of the campaign has revolved around the question of what was really going on in the spring of 2010. Cameron/Osborne want everyone to believe that Britain was in crisis, and was saved only by austerity. Is that really how it was?

Not according to the markets. Interest rates in the UK were low, but it’s not easy to use rate spreads as an assessment of risk — the way you can for eurozone countries — because Britain borrows in its own currency. So this is one place where CDS spreads may be informative.

Here, then, are CDS spreads in and around the election period of 2010, as reported by the Atlanta Fed:

z 697

 

 

 

 

 

 

 

 

 

The UK is that line at the bottom, just above the United States. (I continue to be bemused by the very idea of CDS on US debt, since a world with America in default is probably one of Mad Max anarchy, but never mind.) What you see is that the markets were never worried, at all, about British solvency.

 

Il rischio sovrano in Inghilterra nel 2010

Questo è giorno di elezioni in Inghilterra, e Dio solo sa cosa accadrà. Ma una gran parte della campagna elettorale ha riguardato il tema di ciò che stava davvero prendendo il via nella primavera del 2010.

Cameron/Osborne vogliono che tutti credano che l’Inghilterra era in crisi e che fu salvata soltanto dall’austerità. Era realmente così?

Non secondo i mercati. I tassi di interesse nel Regno Unito erano bassi, ma non è facile utilizzare i differenziali nei tassi per la valutazione dei rischi – nel modo in cui si può per i paesi dell’eurozona – giacché l’Inghilterra si indebita nella sua propria valuta. Dunque, questa è una situazione nella quale i differenziali nei CDS [1] possono aiutare a capire.

Ecco, dunque, i differenziali dei CDS attorno al periodo elettorale del 2010, come riferiti dalla Fed di Atlanta:

z 697

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La riga del Regno Unito è quella in basso, proprio sopra quella degli Stati Uniti (io continuo ad essere sconcertato dalla idea in sé dei CDS sul debito statunitense, dal momento che un mondo con l’America in default sarebbe probabilmente una anarchia del genere di Mad Max [2], ma lasciamo perdere). Quello che potete constatare è che i mercati non sono mai stati affatto preoccupati della solvibilità dell’Inghilterra.

 

[1] I credit default swap in pratica sono delle assicurazioni per i possessori dei titoli sottostanti contro il fallimento o default dello Stato o società cui si riferiscono. I CDS in genere fanno riferimento ai titoli di stato a cinque anni di un paese o di una nazione. Se il credit default swap di un Paese inizia a crescere, vuol dire che la gente compra questo CDS e se il mercato compra assicurazioni contro un default e quindi spende per cautelarsi, vuol dire che percepisce un rischio.

[2] Mad Max (in Italia, Interceptor) è un film australiano del 1979, diretto da George Miller. In un futuro non troppo lontano, le riserve di energia incominciano a scarseggiare. Le strade sono in balìa di criminali psicopatici che guerreggiano contro gli ormai pochi tutori dell’ordine rimasti rappresentati dalla squadra speciale MFP (Main Force Patrol). Uno di questi psicopatici muore in uno scontro automobilistico durante un inseguimento da parte dell’agente scelto Max Rockatansky (Mel Gibson), punta di diamante della Main Force Patrol. Max si ritrova così nel centro del mirino di questi pirati della strada assetati di vendetta, che presto gli uccidono il collega ed in seguito la moglie e il figlio. Da questo momento Max pianifica la sua vendetta, e a bordo della più potente auto della Main Force Patrol, la V8 Interceptor Ford Falcon XB GT Coupé, parte alla ricerca degli assassini, uccidendoli uno dopo l’altro. (Wikipedia)

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