May 4 10:00 am
Simon Wren-Lewis has been on a lonely crusade against “mediamacro”, a narrative about the British economy that is untrue — or at the very least easily challenged and at odds with textbook economics — yet is stated in the news media not as a hypothesis but as a fact.
Sure enough, Dan Balz writes about Britain in the Washington Post, in what I think is supposed to be a news analysis rather than an opinion piece, and states the mediamacro narrative as simply the truth about Britain, with nary a hint even that anyone disagrees with the story.
While I’m at it, a bit of further evidence on the bogosity of claims that Labour was wildly irresponsible. Look at the IMF’s Article IV consultation from 2006. Article IVs are regular consultations intended to serve as a kind of early warning system; Fund staff review a country’s economy and policies and make non-binding recommendations. These consultations turn out to be valuable historical documents, because they provide evidence of the conventional wisdom at the time they were released.
Here’s the fiscal analysis from that report:
La ‘mediamacro’ attraversa l’Atlantico
Simon Wren-Lewis si è impegnato in una crociata solitaria contro la “mediamacro”, un racconto dell’economia inglese non vero – o come minimo che sfida ed è agli antipodi dei libri di testo di economia – e che tuttavia è enunciato nei resoconti dei media non come una ipotesi ma come un fatto.
Difatti, Dan Balz scrive dell’Inghilterra sul Washington Post, in quello che penso ritenesse essere una analisi degli eventi piuttosto che l’espressione di una opinione, senza neppure un cenno al fatto che qualcuno sia in disaccordo con quel racconto.
Proprio mentre lo leggo, arrivano un bel po’ di prove ulteriori sulla falsità delle pretese che il Labour sia stato completamente irresponsabile. Si veda la pubblicazione della consultazione ex-Art IV del FMI [1] relativa al 2006. Quelle dell’Art IV sono consultazioni rivolte a servire come una specie di sistema di precoce messa in guardia; lo staff del Fondo esamina l’economia di un paese ed avanza raccomandazioni non vincolanti. Queste consultazioni si rivelano essere documenti storici di valore, perché forniscono le prove delle convinzioni comuni al momento in cui venivano rilasciate.
Ecco l’analisi della finanza pubblica da quel rapporto.
At the time, the IMF — like everyone else — believed that Britain was roughly at full employment (not, as is currently claimed, vastly overheated), so that the modest headline budget deficit was more or less equal to the structural deficit, and it projected a stable, low ratio of debt to GDP in the years ahead. Not a hint of concerns about fiscal profligacy.
It’s really astonishing that a narrative so much at odds with this easily checked recent history has completely taken over the discourse.
A quell’epoca, il FMI – come chiunque altro – credeva che l’Inghilterra fosse grosso modo in condizioni di piena occupazione (e non, come oggi si pretende, in pieno surriscaldamento), cosicché il modesto deficit complessivo [2] di bilancio era più o meno eguale al deficit strutturale, e prospettava una stabile e bassa percentuale del debito sul PIL negli anni a venire. Nessun cenno di preoccupazioni sugli sprechi della finanza pubblica.
Sono davvero stupefatto che un racconto talmente agli antipodi con la facilmente controllabile storia recente sia completamente dilagato nel dibattito.
[1] Si tratta di incontri bilaterali periodici con in paese membri, con i quali il FMI analizza le situazioni nazionali, Esse sono una modalità di sorveglianza che è prevista dall’ Articolo IV degli accordi istitutivi del Fondo.
[2] Lo “headline budget deficit” è il “deficit totale di bilancio”, che deriva dalla somma del deficit strutturale e del deficit (o degli avanzi) ciclici. Per fare un esempio, se una economia è in fase recessiva, ci saranno spese aggiuntive di natura sociale (sussidi di disoccupazione etc.): esse definiscono il deficit ciclico. Quindi il termine “headline” ha in senso di “comprensivo, riassuntivo” (nello stesso modo che nella espressione “headline inflation”, dove indica l’inflazione comprensiva di tutti i fattori, compresi quelli temporanei).
Da questa ipotetica tabella pubblicata su Wikipedia – testo inglese – si comprende meglio come il deficit “headline” (in rosso) sia effettivamente una somma del deficit strutturale (blu) e di quello ciclico (verde), e dunque necessariamente superiore ad entrambi (a meno che, come credo sia possibile, si abbia un ‘avanzo’ ciclico a fronte di un ‘deficit strutturale’, come quando un paese produttore di petrolio gode temporaneamente di una crescita del prezzo della materia prima).
By mm
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