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Ma che uomo fortunato, di Simon Wren-Lewis (da Mainly Macro, 8 maggio 2015)

 

Friday, 8 May 2015

Oh what a lucky man

By Simon Wren-Lewis

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A few weeks ago I was having dinner with David Cameron. Well, almost – we were at the same restaurant but on tables at the opposite side of the room. He was taking a break from campaigning. I remember thinking he must be one of the luckiest Prime Ministers the UK has ever had. Two strokes of luck in particular stand out: the economy and Scotland. They stand out because between them they enabled him to win an election that he really should have lost.

 

I’ve talked at length about mediamacro: a network of myths which enable failure to be turned into success. I’ve not come across a single non-City, non-partisan economist who does not concur with the view that the performance of the coalition has been pretty poor (or simply terrible), yet polls repeatedly show that people believe managing the economy is the Conservatives’ strength. This trick has been accomplished by equating the government’s budget with the household, and elevating reducing the deficit as the be all and end all of economic policy.

 

This allowed Cameron to pass off the impact of bad macro management in delaying the recovery as inevitable pain because they had to ‘clear up the mess’ left by their predecessor. In a recent poll a third of people blamed Labour for austerity. Yet for that story to work well, the economy had to improve towards the end of the coalition’s term in office. The coalition understood this, which was why austerity was put on hold, and everything was thrown at the economy to get a recovery, including pumping up the housing market. In the end the recovery was pretty minimal (no more than average growth), and far from secure (as the 2015Q1 growth figures showed), but it was enough for mediamacro to pretend that earlier austerity had been vindicated. (And, to give them their due, they are very good at pretending.)

 

So why do I say Cameron is lucky? First, largely by chance (but also because other countries had been undertaking fiscal austerity), UK growth in 2014 was the highest among major economies. This statistic was played for all it was worth. Second, although (in reality) modest growth was not enough to raise real incomes, just in the nick of time oil prices fell, so real wages have now begun to rise. Third, playing the game of shutting down part of the economy so that you can boast when it starts up again is a dangerous game, and you need a bit of fortune to get it right. (Of course if there really was no plan, and the recovery was delayed through incompetence, then he is luckier still.)

 

The Scottish independence referendum in September last year was close. 45% of Scots voted in September to leave the UK. One of the major push factors was the Conservative led government. If Scotland had voted for independence in 2014, it would have been a disaster for Cameron: after all, the full title of his party is the Conservative and Unionist Party. That was his first piece of Scottish fortune. The second was that the referendum dealt a huge blow to Labour in Scotland. Labour are far from blameless here, and their support had been gradually declining, but there can be no doubt that the aftermath of the referendum lost them many Scottish seats, and therefore reduced their seat total in the UK.

 

Yet that led to a third piece of luck. The SNP tidal wave in Scotland gave him one additional card he could play to his advantage: English nationalism. The wall of sound coming from the right wing press about how the SNP would hold Miliband to ransom was enough to get potential UKIP supporters to vote Conservative in sufficient numbers for him to win the election.

 

With the economy you could perhaps argue that there was some judgement as well as luck involved. That is very difficult to believe with Scotland. The man who almost presided over the break-up of the United Kingdom, and had to rely on Labour efforts (including his predecessor as PM) to avoid that outcome, will continue as Prime Minister as an indirect result. That is why, as I watched David Cameron eat supper at a nearby table, I thought something to the effect of you lucky person.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma che uomo fortunato

di Simon Wren-Lewis

Poche settimane fa partecipavo ad una cena con David Cameron. Beh, quasi – eravamo allo stesso ristorante, ma su tavoli ai lati opposti della stanza. Lui si stava prendendo una pausa dalla campagna elettorale. Ricordo di aver pensato che doveva essere uno dei Primi Ministri più fortunati della storia del Regno Unito. Spiccano in particolare due colpi di fortuna: l’economia e la Scozia. Risaltano perché assieme gli hanno consentito di vincere una elezione che avrebbe per davvero dovuto perdere.

Ho parlato a lungo della ‘mediamacro’ [1]: un sistema di miti che rende possibile trasformare un fallimento in un successo.  Non mi sono imbattuto in un solo economista, che non provenisse dalla City e che fosse non schierato, che non conveniva con il punto di vista secondo il quale la prestazione della coalizione fosse abbastanza scadente (o francamente terribile), tuttavia i sondaggi mostrano costantemente che la gente crede che la gestione dell’economia sia il punto di forza dei Conservatori. Questo inganno è stato conseguito attraverso l’equazione del bilancio dello Stato con quello di una famiglia, ed elevando la riduzione del deficit al meglio della politica economica.

Questo ha consentito a Cameron di far passare l’impatto della gestione negativa dell’economia nel ritardare la ripresa come una sofferenza inevitabile, giacché si doveva “ripulire il disordine” lasciato dai loro predecessori. In un recente sondaggio un terzo delle persone davano al Labour la responsabilità dell’austerità. Tuttavia, perché quel racconto funzionasse bene, l’economia doveva migliorare verso la fine del mandato della coalizione. La coalizione lo comprese, questa fu la ragione per la quale l’austerità venne sospesa e si fece il possibile perché l’economia avesse una ripresa, compreso l’immissione di soldi nel mercato immobiliare. Alla fine la ripresa fu del tutto mediocre (niente di più di una crescita nella media) e tutt’altro che certa (come hanno mostrato i numeri della crescita nel primo trimestre del 2015), ma fu sufficiente per la ‘mediamacro’ per far finta che la primitiva austerità fosse stata risarcita (e, per dare a loro quello che si meritano, furono molto bravi nel fingerlo).

Perché dunque dico che Cameron è fortunato? In primo luogo: in gran parte per caso (ma anche perché gli altri paesi si erano venuti impegnando nell’austerità delle finanze pubbliche) la crescita del Regno Unito nel 2014 è stata la più elevata tra le principali economie. Questa statistica è stata utilizzata per quanto era possibile. In secondo luogo, sebbene (in realtà) la crescita modesta non fosse sufficiente ad elevare i redditi reali, proprio al momento opportuno i prezzi del petrolio sono caduti, cosicché i salari reali adesso hanno cominciato a crescere. In terzo luogo, l’esercizio del chiudere in una certa misura l’economia, per poi potersi vantare quando essa riparte, è un gioco pericoloso, e c’è bisogno di un po’ di fortuna per farlo correttamente (naturalmente, se davvero non ci fosse stato alcun piano e la ripresa fosse stata ritardata per incompetenza, allora sarebbe più fortunato ancora).

Il referendum sull’indipendenza della Scozia del settembre dell’anno passato era vicino. Il 45% degli scozzesi in settembre votarono per lasciare il Regno Unito. Uno degli importanti fattori di spinta fu il Governo guidato dai Conservatori. Se la Scozia avesse votato per l’indipendenza nel 2014, per Cameron sarebbe stato un disastro: dopo tutto, la denominazione completa del suo partito è Partito Conservatore ed Unionista. E quella fu la prima parte della sua fortuna scozzese. La seconda parte è stata che il referendum diede un gran colpo ai laburisti in Scozia. In questo caso i laburisti ebbero le loro responsabilità, e il consenso verso di loro veniva gradualmente riducendosi, ma non c’è dubbio che all’indomani del referendum essi hanno perso molti seggi scozzesi, e di conseguenza hanno ridotto i loro seggi complessivi nel Regno Unito.

Tuttavia, questo ha portato ad una terza parte di fortuna. Il maremoto del Partito Indipendentista Scozzese in Scozia gli ha fornito una terza carta da giocare a suo vantaggio: il nazionalismo inglese. Il frastuono della stampa di destra su come lo SNP avrebbe tenuto in ostaggio Miliband è stato sufficiente ad ottenere che potenziali elettori dell’UKIP votassero per i Conservatori in numero tale da fargli vincere le elezioni.

Per l’economia si potrebbe forse sostenere che la cosa è dipesa anche da qualche giudizio fortunato. Ma a proposito delle Scozia è molto difficile crederlo. L’uomo che in fin dei conti aveva governato sulla possibile rottura del Regno Unito, e che si era dovuto basare sugli sforzi del Labour (inclusi quelli del suo predecessore come Primo Ministro [2]) per evitare quel risultato, proseguirà, come conseguenza indiretta, a fare il Primo Ministro. Questa è la ragione per la quale, osservando David Cameron mangiare una zuppa al tavolo vicino, in qualche modo pensavo alle conseguenze di essere una persona fortunata.

 

 

[1] Come è noto, l’espressione coniata da Wren-Lewis e ripresa da altri, con la quale si indica l’orientamento prevalente nei media nell’analisi di fondo dell’economia.

[2] Credo che il riferimento sia a Gordon Brown, scozzese e attivamente impegnato ad evitare un risultato positivo del referendum indipendentista.

 

 

 

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