Blog di Krugman

Regimi e regressioni (per esperti) (dal blog di Krugman, 23 maggio 2013)

 

May 23 3:33 am

Regimes and Regressions (Wonkish)

Some people have asked me about the chart in this post on interest rates and their effect: why did I truncate the time period, so as not to include the past couple of decades? I actually did explain my reasoning right there in the post (although I should know by now that careful reading is, let’s say, not a universal skill), but let’s revisit that anyway — and while we’re at it, let me talk about the broader principle involved.

Here’s what I said in the post:

Here’s the inverse of the Fed funds rate versus housing starts during the period when major moves in monetary policy were mainly driven by concerns about inflation (as opposed to bursting bubbles) [emphasis added]

To see what I was talking about, compare the interest-rate housing correlation in the early 1980s with the correlation after 2006 (sorry, you may have to squint a bit):

z 728

 

 

 

 

 

In the left panel, you see the Fed funds rate seesawing as the Fed tried to grapple with inflation — and you see housing starts move strongly in the opposite direction, plunging when rates rose and soaring when they fell. In the right panel, however, you see housing starts and interest rates moving in the same direction — plunging together. So is there no relationship?

Bad answer. The situations are different in a fundamental way. In the 80s interest rates were being driven by fear of inflation; from the point of view of the housing market, they were more or less endogenous. In the post-2006 period they were being driven largely by the housing bust itself. So the 80s experience was a sort of natural experiment in the effects of rate changes, whereas more recent events are an illustration of reverse causation.

And I’ve been arguing for a long time that there was a regime shift in the late 1980s, that as inflation fears were replaced by the Great Moderation, we entered an era of postmodern recessions in which monetary policy was trying to clean up after bubbles rather than curb inflation.

The point, then, is that when you look for the effects of monetary policy, it’s often important to distinguish between eras when interest rates are a cause and eras when they’re an effect — and it’s not that hard to know which eras we’re talking about.

The same principle applies to fiscal policy. I do a lot of scatterplots over the period from 2009 onward, because that’s the era of panic-driven austerity, when big changes in spending and taxes were a response to fears and arguably exogenous to real GDP. A scatterplot that includes other eras — in particular, eras when the zero lower bound wasn’t binding and governments weren’t worried about bond vigilantes — is not going to give the same result.

Again, we’re looking for reasonable approximations to natural experiments here. Really clean natural experiments are hard to find, but some eras provide better experiments than others.

 

Regimi e regressioni (per esperti)

Alcune persone mi hanno fatto domande sul diagramma che compare in questo post [1] sui tassi di interesse e sui suoi effetti: perché ho interrotto la serie temporale, in modo da non includere i due decenni passati? Effettivamente avevo spiegato il mio ragionamento proprio in quel post (sebbene dovrei ormai sapere che una lettura scrupolosa non è, diciamo così, una dote universale), ma in ogni modo torniamo ad esaminarla – e, già che ci siamo, consentitemi di parlare sul principio più generale che è implicito.

Ecco cosa avevo scritto nel post:

Ecco la relazione inversa tra i tassi di riferimento della Fed e gli avvii di attività di costruzione di edifici durante il periodo nel quale gli spostamenti nella politica monetaria furono direttamente guidati dalle preoccupazioni sull’inflazione (ovvero, nel caso opposto dello scoppio delle bolle) [sottolineature aggiunte]”

Per capire di cosa stavo parlando, confrontate la correlazione tra tassi di interesse ed edilizia nei primi anni ’80 con quella dopo il 2006 (spiacente, dovete un po’ aguzzare la vista):

z 728

 

 

 

 

 

Nel riquadro di sinistra, vedete il tasso di riferimento della Fed oscillare mentre la Fed cercava di cimentarsi con l’inflazione – e vedete gli avvii della attività edilizia muoversi fortemente nella direzione opposta, cadendo quando i tassi salgono e risalendo quando essi scendono. Nel riquadro di destra, tuttavia, vedete gli avvii delle attività edilizie ed i tassi di interesse muoversi nella stessa direzione – crollando assieme. Dunque, non c’è correlazione?

Risposta sbagliata. Le situazioni sono diverse in un senso fondamentale. Negli anni ’80 i tassi di interesse venivano guidati dalla paura dell’inflazione; dal punto di vista del mercato delle abitazioni, essi erano più o meno endogeni. Nel periodo successivo al 2006 essi venivano guidati in gran parte dallo stesso crollo del settore dell’edilizia. Dunque l’esperienza degli anni ’80 fu una specie di esperimento naturale sugli effetti dei cambiamenti nel tasso, mentre gli eventi più recenti sono una illustrazione di un rapporto di causa opposto.

Ed io vengo sostenendo da molto tempo che negli ultimi anni ’80 avvenne un cambiamento di regime, che le paure dell’inflazione vennero sostituite dalla Grande Moderazione ed entrammo nell’epoca delle recessioni post moderne, nelle quali la politica monetaria cerca di rimettere in ordine dopo le bolle, anziché tenere a freno l’inflazione.

Il punto, allora, è che quando si cercano gli effetti della politica monetaria, è di solito importante distinguere tra le epoche nella quali i tassi di interesse sono una causa e quelle nelle quali essi sono un effetto – e non è difficile stabilire di quali epoche stiamo parlando.

Lo stesso principio si applica alla politica della finanza pubblica. Io faccio un mucchio di grafici a dispersione nel periodo dal 2009 in avanti, perché quella è stata l’epoca della austerità guidata dal panico, quando i grandi cambiamenti nella spesa pubblica e nelle tasse furono una risposta alle paure e furono probabilmente esogeni rispetto al PIL reale. Un grafico a dispersione che includa altre epoche – in particolare periodi nel quali il limite inferiore dello zero non era condizionante ed i Governi non erano preoccupati per i ‘guardiani dei bond’ – non è destinato a dare lo stesso risultato.

Inoltre, in questo caso stiamo cercando approssimazioni ragionevoli ad esperimenti naturali. Esperimenti naturali realmente puliti sono difficili da trovare, ma qualche epoca fornisce esperimenti migliori di altre.

 

[1] “Io sto tra gli stupidi”, del 20 maggio.

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