Blog di Krugman

Altro sull’ombra della schiavitù (23 giugno 2015)

 

Jun 23 9:36 am

More on Slavery’s Shadow

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Harvard’s Maya Sen points me to a recent paper with Avidit Acharya and Matthew Blackwell, The Political Legacy of American Slavery. They show a strong relationship, at the county level, between the slave share of the population in 1860 and political attitudes today:

We show that contemporary differences in political attitudes across counties in the American South in part trace their origins to slavery’s prevalence more than 150 years ago. Whites who currently live in Southern counties that had high shares of slaves in 1860 are more likely to identify as a Republican, oppose af- firmative action, and express racial resentment and colder feelings toward blacks.

Remarkably, the slave share in 1860 is a better predictor of attitudes than the share of African-Americans in the population today. They attribute this surprising fact to what happened after the Civil War, when

Southern whites faced political and economic incentives to reinforce existing racist norms and institutions to maintain control over the newly free African-American population.

It seems relevant, then, to note that the “Confederate” flag we’re now focusing on was not, in fact, the flag of the Confederacy; it was a battle flag, but it became a standard emblem of the South thanks to its adoption by the Ku Klux Klan and other white supremacists.

 

Altro sull’ombra della schiavitù

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Maya Sen di Harvard mi rinvia ad un recente suo studio, assieme a Avidit Acharya ed a Metthew Blackwell, L’eredità politica della schiavitù americana.

Essi mostrano una forte relazione, al livello delle contee, tra la parte di popolazione in schiavitù nel 1860 e le inclinazioni politiche odierne:

“Noi dimostriamo che le differenze odierne di orientamenti politici tra le contee nell’America Meridionale in parte traggono le loro origini dalla prevalenza della schiavitù più di 150 anni fa. I bianchi che attualmente vivono nelle contee meridionali che ebbero elevate quote di schiavi nel 1860 è più probabile che si identifichino come repubblicani, che si oppongano ad iniziative di contrasto alla discriminazione, e che esprimano risentimenti razziali e un atteggiamento di maggiore diffidenza nei confronti della popolazione di colore.”

In modo rilevante, la quota di schiavi nel 1860 è un migliore indicatore degli orientamenti che non la quota di afroamericani nella popolazione odierna. Gli autori attribuiscono questo fatto sorprendente a quello che accadde dopo la guerra civile, quando:

“I bianchi del Sud si rivolsero a incentivi economici e politici per rafforzare le norme razziste esistenti ed alle istituzioni perché mantenessero il controllo sulla popolazione afroamericana diventata libera.”

Appare dunque rilevante osservare che la bandiera “confederata” sulla quale stiamo portando la nostra attenzione di questi tempi [1], di fatto, non era la bandiera della Confederazione; era una bandiera di combattimento, che divenne però un emblema ordinario del Sud grazie alla sua adozione da parte del Ku Klux Klan e degli altri fautori della supremazia bianca.

 

 

[1] Mi pare una notazione rilevante. Dopo la vicenda di sangue di questi giorni con l’uccisione di nove persone di colore nella Chiesa Episcopale Metodista di Charleston, Carolina del Sud, si sono letti accenni al fatto che la bandiera ‘sudista’ viene normalmente utilizzata in molti luoghi pubblici negli Stati del Sud. Nella foto sotto, appunto, tale bandiera, sullo sfondo dell’edificio del Parlamento statale a Columbia, Carolina del Sud. Si scopre che tale bandiera venne, per così dire, ‘sdoganata’ dal Ku Klux Klan.

 

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